Elezioni Zurigo, in gioco la «maggioranza climatica» in Gran consiglio

pl, ats

29.1.2023 - 10:01

Un prato disseminato di manifesti elettorali a Meilen (ZH) in vista delle elezioni cantonali del 12 febbraio (foto del 24 gennaio 2023)
Un prato disseminato di manifesti elettorali a Meilen (ZH) in vista delle elezioni cantonali del 12 febbraio (foto del 24 gennaio 2023)
Keystone

Elezioni cantonali il 12 febbraio a Zurigo con un occhio alle federali d'ottobre. Per il consiglio di Stato si ripresentano tutti i sette uscenti. Esito più aperto in Gran consiglio, dove quattro anni fa il campo borghese aveva perso la maggioranza.

29.1.2023 - 10:01

Le sette poltrone del governo sono attualmente ripartite fra due rappresentanti dell'UDC, una del PLR, una del PS, un Verde, una del Centro e un senza partito. In corsa ci sono anche altri undici candidati, per la maggior parte con poche chance di successo.

L'inossidabile Mario Fehr

Rispetto a quattro anni fa c'è da segnalare il «divorzio» dal PS del capo del Dipartimento della sicurezza Mario Fehr, ora senza partito. Separatosi durante la sua terza legislatura dal partito che considera «sempre più a sinistra» e dopo le critiche sulle sue posizioni rigide in materia di migrazione, Mario Fehr continua comunque ad essere, in base ai sondaggi di gfs.bern e Sotomo, il candidato che nella votazione maggioritaria dovrebbe raccogliere il maggior numero di consensi, attingendo anche dai partiti borghesi.

I socialisti ripropongono la «ministra» della giustizia Jacqueline Fehr – quinta nei sondaggi – e per «recuperare» il seggio considerato perso le affiancano la consigliera nazionale Priska Seiler-Graf, che gode di una certa notorietà a livello nazionale ed è pure municipale a Kloten.

Gatta da pelare per Jacqueline Fehr (PS)

Un'altra gatta da pelare per il PS riguarda Jacqueline Fehr: il campo borghese le ha rivolto di recente pesanti critiche e chiesto una commissione parlamentare d'inchiesta, per il suo modo poco trasparente di comunicare sulla vicenda degli hard disk del Dipartimento di giustizia che in passato furono eliminati senza essere cancellati, finendo nelle mani di persone che bazzicano negli ambienti della droga e della prostituzione.

L'UDC ripresenta la direttrice della sanità Natalie Rickli e il responsabile delle finanze Ernst Stocker, che i sondaggi danno rispettivamente in seconda e terza posizione.

Per il PLR sono in corsa la responsabile dell'economia Carmen Walker Späh (sesta nei sondaggi) e – con l'intento di recuperare il secondo seggio andato quattro anni fa ai Verdi – il direttore del «think tank» dell'economia Peter Grünenfelder. I sondaggi danno però quest'ultimo nettamente distaccato.

La poltrona di Silvia Steiner (Centro) vacilla

Quarto nei sondaggi è il Verde Martin Neukom, responsabile del Dipartimento costruzioni che quattro anni fa aveva creato la sorpresa.

Al settimo e ultimo posto disponibile, i sondaggi prevedono un testa a testa fra la neo candidata del PS Priska Seiler-Graf e la responsabile del Dipartimento dell'educazione Silvia Steiner: l'esponente del Centro dispone in effetti soltanto di una piccola base elettorale nel cantone.

Risultato aperto in Gran consiglio

Ancora più aperto è il risultato delle elezioni del Gran consiglio zurighese, generalmente considerate un test in vista delle federali del 22 ottobre. Quattro anni fa Verdi e Verdi-liberali (PVL) avevano guadagnato circa 5 punti percentuali a testa mentre l'UDC ne aveva persi altrettanti.

È così nata una nuova «Alleanza climatica»: grazie a una pur risicata maggioranza di 92 seggi su 180, Verdi, PVL, PS, Lista alternativa (AL) e Partito evangelico (PEV) hanno potuto mettere l'accento sui temi ambientali.

Schieramenti in parità?

I sondaggi predicono una sostanziale situazione di parità fra l'Alleanza climatica e il campo borghese formato da UDC, PLR, Centro e Unione democratica federale (UDF). Entrambi gli schieramenti raggiungerebbero il 50% delle preferenze.

Sono in particolare previsti cali dell'ordine di 1,5 punti percentuali sia per i Verdi che per il PS e di mezzo punto anche per l'UDC, che con il 24% dei voti otterrebbe il suo peggior risultato dal 1995 rimanendo tuttavia il partito di maggioranza relativa.

Il PVL continuerebbe la sua ascesa, avanzando di 1,5 punti e 1 punto in più a testa andrebbe anche al Centro e al PLR. Quest'ultimo raccorcerebbe la distanza dal PS, senza però riuscire nell'obiettivo – annunciato a livello federale – di scavalcare i socialisti come secondo partito.

L'attuale ripartizione dei 180 seggi comprende 44 deputati UDC, 34 PS, 29 PLR, 24 PVL, 20 Verdi, 9 Centro, 8 PEV, 6 AL, 3 UDF, 1 Cristiano sociale (PCS) e 2 senza partito.

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