Votazione «Sì» zurighese alla riforma cantonale della fiscalità delle imprese

ATS

1.9.2019 - 14:32

La riforma della fiscalità delle imprese nel canton Zurigo è stata accolta dal 55,9% dei votanti. La partecipazione è stata del 27,7%
La riforma della fiscalità delle imprese nel canton Zurigo è stata accolta dal 55,9% dei votanti. La partecipazione è stata del 27,7%
Source: KEYSTONE/GAETAN BALLY

Chiamati alle urne per decidere sul progetto cantonale di riforma della fiscalità delle imprese, elaborato sulla scia della nuova legislazione federale in materia, i cittadini zurighesi hanno detto di «sì» con una percentuale del 55,9%.

La partecipazione al voto è stata del 27,7%. Obiettivo del governo: evitare la fuga di imprese verso altri cantoni.

Quale l'obiettivo

La revisione zurighese mira a ridurre in un primo tempo l'imposizione complessiva sugli utili delle società dal 21,1 al 19,7% e in una fase successiva al 18,2%. La relativa aliquota cantonale passerebbe dall'8 al 7% nel 2021 e dovrebbe scendere al 6% a partire dal 2023.

Le persone giuridiche avranno inoltre la possibilità di ottenere deduzioni fino ad un massimo del 70% per gli investimenti di capitale proprio e per la ricerca.

Chi sosteneva il «sì»

Il testo era sostenuto dalle organizzazioni economiche e dall'intero schieramento di centro-destra (UDC, PLR, PPD, PVL e PBD), che lo considerano un «compromesso equilibrato». Il calo del gettito fiscale previsto è di 275 milioni di franchi all'anno per il cantone e di 250 milioni per i comuni, che verrebbero in parte compensati attraverso modifiche della perequazione finanziaria.

Le società a statuto speciale, che dopo l'approvazione della riforma fiscale e del finanziamento dell'AVS (RFFA) non potranno più beneficiare di vantaggi fiscali, rappresentano nel cantone il 3% di tutte le imprese e versano il 16% delle imposte sull'utile.

Chi sosteneva il «no»

Contro la riforma si erano invece schierati i sindacati, il PS, i Verdi e la Lista alternativa, che considerano la riforma «antisociale». Al momento del dibattito parlamentare, la sinistra aveva invano chiesto delle forme di compensazione in favore delle famiglie, come è stato deciso in altri cantoni, fra cui Basilea Città e Vaud.

I contrari, che in sede parlamentare hanno fatto scattare il referendum obbligatorio, contestavano la riduzione del gettito fiscale che rischia di avvenire «sulle spalle del ceto medio». A loro avviso, a beneficiare dello sgravio dell'imposta sull'utile saranno le grandi banche, le assicurazioni e poche altre grandi imprese, che potranno di conseguenza distribuire più dividendi ai loro azionisti.

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