RiconoscimentiWatt d'Or 2021: innovazione energetica, assegnati cinque premi
bt, ats
7.1.2021 - 09:31
Viene consegnato oggi per la quattordicesima volta il Watt d'Or, premio elargito dalla Confederazione a chi si è distinto nel settore dell'energia.
Il prestigioso riconoscimento è stato assegnato a cinque realtà particolarmente innovative, suddivise in quattro categorie.
Il premio, sigillo di qualità per l'eccellenza in ambito energetico, è nato nel 2007, ricorda in una nota l'Ufficio federale dell'energia (UFE), che lo attribuisce. L'obiettivo è far conoscere prestazioni fuori dal comune e motivare in questo modo l'economia, la politica e il vasto pubblico a scoprire i vantaggi delle tecnologie d'avanguardia.
Il trofeo, che riproduce una palla di neve, sarà consegnato ai vincitori da una giuria presieduta per l'ultima volta dall'ex consigliera agli Stati Pascale Bruderer. A causa della pandemia, la premiazione si terrà in una cerchia molto ristretta, ma potrà essere seguita in livestreaming a partire dalle 16.30. Il premio, per il quale inizialmente erano in lizza 64 progetti, poi scesi a 24, non prevede una ricompensa in denaro.
Reti di distribuzione
Nella categoria tecnologie energetiche, la vittoria è andata alla startup Adaptricity AG. La Svizzera raggiungerà un impatto climatico pari a zero solo attraverso un'intensa elettrificazione, decentralizzazione e digitalizzazione del sistema di approvvigionamento, spiega nelle sue motivazioni l'UFE.
In questo contesto sono molto importanti le reti di distribuzione: la soluzione classica consiste nell'ampliarle costantemente, ma Adaptricity offre una soluzione molto più economica e sicura. Con i suoi software infatti fornisce «risposte intelligenti per la pianificazione e il monitoraggio trasparente delle reti», preparandole così ad affrontare il futuro con un impatto climatico nullo.
Bacino alpino
Nella categoria energie rinnovabili è stata premiata Romande Energie, insieme ad ABB Svizzera. L'azienda di approvvigionamento sfrutta le condizioni favorevoli nelle Alpi – come atmosfera sottile e radiazione solare più intensa – per potenziare ulteriormente la sua produzione di energia elettrica rinnovabile e contribuire al raggiungimento degli obiettivi della Strategia energetica.
Sul bacino di accumulazione del lago des Toules, in Vallese, a 1800 metri sul livello del mare, ha quindi creato un luogo di forza, illustra l'UFE. Oltre a quella idroelettrica, lo specchio d'acqua fornisce anche energia solare prodotta in una centrale alpina galleggiante. Insieme ad ABB, Romande Energie ha risolto con successo molti problemi tecnici per l'impianto unico al mondo a questa altitudine.
Idrogeno rinnovabile
Nella mobilità efficiente, il Watt d'or è andato a Hydrospider AG, insieme a Hyundai Hydrogen Mobility AG, H2 Energy AG e all'associazione di sostegno Förderverein H2 Mobilität Schweiz. Esse stanno creando il primo ciclo commerciale al mondo per l'idrogeno rinnovabile, destinato al traffico pesante.
L'offerta e la domanda di idrogeno rinnovabile vengono portate avanti parallelamente da una rete di imprese fortemente impegnate, che non beneficiano di incentivi statali. Il modello commerciale comprende camion a idrogeno e stazioni di rifornimento. In Svizzera circolano attualmente circa 50 di questi mezzi pesanti, ma in futuro saranno oltre 1000.
Casa passiva e autonomia interconnessa
Infine, nella categoria edifici e territorio, il Watt d'Or è stato assegnato due volte. Nel primo caso, l'onore è toccato alla società immobiliare Mettiss AG e all'ingegnere Beat Kegel, che hanno ristrutturato a San Gallo un edificio per uffici degli anni Sessanta, trasformandolo da «divoratore di energia» in «casa passiva». Il risanamento è stato completato in modo rapido ed economico. Lo stabile conta su un sistema di ventilazione e di riscaldamento low-tech con elementi portautenze prefabbricati e ventilatori di collegamento nelle porte. Il nuovo locatario è l'università cittadina.
L'altro premio se lo sono portati a casa «Umwelt Arena Schweiz» e l'architetto René Schmid per un complesso edilizio a Männedorf (ZH), che punta a un'autonomia energetica interconnessa. L'intero fabbisogno annuale viene prodotto in loco grazie a impianti fotovoltaici installati su facciate e tetti, nonché a impianti eolici. I residenti consumano la metà dell'energia elettrica autoprodotta, mentre l'altra metà viene convogliata attraverso la rete elettrica verso un impianto power-to-gas, trasformata in gas rinnovabile e stoccata, per poi essere utilizzata nel periodo invernale.
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