Alcol Alcol: anche bere moderatamente è dannoso per la salute

Covermedia

11.2.2022 - 16:10

Assumere alcol aumenta il rischio di contrarre malattie cardiache e cerebrovascolari.

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Secondo le ultime ricerche, anche bere alcol moderatamente può essere dannoso per la salute generale.

Molti di noi alla fine di una giornata frenetica optano per un bicchiere di vino o birra.

Tuttavia gli esperti dell'Anglia Ruskin University affermano che bere anche in modo morigerato (ovvero meno di 14 unità settimanali, come raccomandato dalle le linee guida dei Chief Medical Officers del Regno Unito) contribuisce ad aumentare il rischio di problemi cardiovascolari, come le malattie cardiache.

«La cosiddetta curva a forma di J che mette in relazione le malattie cardiovascolari e il consumo di alcol, suggerendo un beneficio per la salute in caso di un basso o moderato consumo di alcol, è il mito più grande da quando ci è stato detto che fumare faceva bene», commenta l'autore principale, il dottor Rudolph Schutte.

«Tra i bevitori di birra, sidro e alcolici in particolare, anche chi ne consuma meno di 14 unità a settimana ha avuto un rischio maggiore di finire in ospedale per un evento cardiovascolare che coinvolge il cuore o i vasi sanguigni. Mentre si sente molto parlare di bevitori di vino che hanno un minor rischio di malattia coronarica: ma i nostri dati mostrano che il loro rischio di altri eventi cardiovascolari non è ridotto».

Lo studio

Per lo studio gli accademici hanno esaminato i ricoveri correlati a eventi cardiovascolari tra oltre 350.000 residenti nel Regno Unito, di età compresa tra 40 e 69 anni.

I partecipanti sono stati interrogati sulla loro assunzione settimanale complessiva di alcol e sull'assunzione di tipi specifici di alcol: inclusi birra, vino e liquori. I partecipanti sono stati monitorati ogni sette anni.

L'analisi ha rilevato che anche coloro che hanno bevuto meno di 14 unità di alcol a settimana, è associato un aumento del 23% del rischio di subire un evento cardiovascolare.

I risultati completi dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Clinical Nutrition.