Scuola e infanziaAttenzione, le "mamme-taxi" sono tornate
Marianne Siegenthaler
3.9.2018
Le vacanze estive sono quasi finite e loro, le "mamme-taxi", tornano a mettere a rischio la sicurezza dei marciapiedi e delle strade intorno alle scuole.
O i nostri genitori erano totalmente ingenui, o semplicemente non gliene importava niente, o avevano totale fiducia in Dio. Come si può spiegare altrimenti il fatto che da bambini ci mandassero a scuola da soli, esponendoci a tutti i pericoli di allora? Dovevamo attraversare strade pericolose e non avevamo nemmeno la precedenza sulle strisce. Non c'erano zone a velocità ridotta, ma cani da guardia, aggressivi, che non sapevi mai se fossero o meno tenuti al guinzaglio. E poi, la strada per andare a scuola era lunga, ma ci arrivavamo comunque, con le nostre gambe.
Nonostante tutto, ci siamo goduti ogni secondo. Il percorso casa-scuola era il nostro spazio libertà. Nessun adulto intorno a controllarci. E ne abbiamo approfittato. Ci siamo avventurati nel laghetto ghiacciato, anche se era severamente vietato. Abbiamo urlato a squarciagola tutte le parolacce possibili e immaginabili, per le quali a casa ci avrebbero sicuramente tolto la paghetta.
Abbiamo litigato e imparato tanti trucchi per trascorrere più tempo insieme sulla via del ritorno. In breve: per noi andare a scuola era la parte più divertente dell'anno scolastico (oltre alle vacanze).
Un tragitto di 20 metri
Di tutto ciò non c'è rimasto molto oggi. Per alcuni bambini la strada da percorrere per andare a scuola è di appena 20 metri. Ed è anche sorvegliata. Poiché difficilmente le madri li perdono di vista, fino a che non sono sotto gli occhi dell'insegnante. O viceversa. Le mamme aspettano con le loro auto nei parcheggi e sui marciapiedi intorno alla scuola per prendere e portare il loro bambino a casa.
La stessa scena si ripete davanti alla finestra del mio ufficio dalle due alle quattro volte al giorno. Una dopo l'altra le "mamme-taxi" entrano nel parcheggio vicino alla scuola. Parcheggiano più o meno abilmente l'auto facendo salire o scendere il proprio bambino. Inoltre, aprendo e chiudendo portiera e bagagliaio, non mancano di lasciare qualche graffio al loro passaggio. Poi di nuovo in macchina, inseriscono la retro e se ne vanno.
Se ci sono dei bambini a piedi, non importa a nessuno. A me sì però. È per questo che ho parlato con una delle "mamme-taxi" dopo che aveva quasi investito un intero asilo nido andando in retromarcia. Mi chiedo come si possa non rendersi conto che le "mamme-taxi" sono il pericolo maggiore lungo la strada per andare a scuola: parcheggiano sul marciapiede e guidano in retromarcia senza voltarsi; fanno manovre selvagge, costringendo i pedoni a schivarle; procedono alla velocità di 50 chilometri orari in zone dove il limite è di 30; sono costantemente distratte parlando al telefono. Tanta imprudenza e ignoranza sono sorprendenti.
Apparire come una super mamma
E concludo che non è solo una questione di sicurezza dei bambini. Si può ben immaginare come questo servizio-taxi sia un ottimo rimedio alla disoccupazione: queste mamme, infatti, probabilmente non hanno un lavoro, poiché nessun tipo di impiego sarebbe conciliabile con tale attività. A meno che non siano tutte autrici di bestseller...
Per loro è un'opportunità per mettersi in mostra come super-mamme: a differenza delle altre madri, trascorrono molto tempo con i loro bambini e si impegnano a sostenerli nella vita di tutti i giorni. E poi hanno un'infinità di altre cose da fare. Ecco perché sono sempre di fretta. Per non essere in ritardo per la lezione di yoga. O per l'appuntamento con il parrucchiere. O per il caffè con gli amici. Quindi eccole ingranare la marcia, occhiali da sole sul naso, telefono cellulare all'orecchio, e dare gas. Perché mentre si guida, si possono comunque fare altre cose con lo smartphone. Salvare vite per esempio. O il mondo. Scherzi a parte, probabilmente, stanno chiacchierando con un amico. Oppure ordinando la pizza per il pranzo. O fissando un appuntamento per il drenaggio linfatico. E sono occupate a fare tutto questo fino al prossimo appuntamento davanti alla scuola.
Anche a piedi è possibile
Non è che non capisca le paure dei genitori. Ho una figlia anch'io, di cui mi preoccupavo quando andava a scuola. Ecco perché all'inizio l'ho accompagnata a piedi: anche così funziona.
Mediamente in Svizzera i percorsi casa-scuola sono lunghi meno di 1,5 chilometri. Quasi la metà è addirittura inferiore ai 500 metri. Sono fattibili, anche per i bambini più piccoli. E poi a mamma e papà non fa certo male fare qualche passo a piedi. È anche un'occasione per parlare. Faccia a faccia. Senza un telefono cellulare. Prima o poi il bambino imparerà la strada per andare a scuola, da solo o insieme ad altri bambini.
E sicuramente farà cose che i genitori o gli insegnanti gli hanno vietato, ma va bene così. Tutti i bambini hanno bisogno di avere uno spazio proprio in cui sentirsi liberi. E questo non deve essere limitato dalla spietatezza e dall'arroganza delle "mamme-taxi".
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