Salute Bibite gassate e succhi di frutta: causa di nefropatie

CoverMedia

15.1.2019 - 16:10

Source: Covermedia

Limitiamo il consumo di queste bevande per salvaguardare la salute dei reni.

Gli zuccheri non sono dannosi solo per la linea e per i denti. Se cerchiamo l’ennesimo buon motivo per ridurre il consumo di bibite frizzanti e di succhi di frutta preconfezionati, facciamolo per la salute dei nostri reni.

Secondo gli scienziati della John Hopkins University, USA, queste bevande possono causare nefropatie (malattie legate ai reni) anche gravi. Lo studio ha coinvolto 3.003 individui afroamericani tra uomini e donne di un’età media di 54 anni, che inizialmente non soffrivano di problemi renali. Dopo una revisione dello stato di salute di tutti i partecipanti, dopo 8-10 anni, i ricercatori hanno rilevato che 184 persone – ovvero il 6% - avevano sviluppato una nefropatia cronica.

Il team ha concluso che il consumo delle bibite come la Coca-Cola e i succhi di frutta industriali causano un aumento del rischio di incappare in una malattia renale pari al 61%. Tra i fattori più rilevanti vi sono anche l’obesità, l’inattività e il vizio del fumo,

«Questi risultati vanno ad aggiungersi alle prove già esistenti per cui le bevande cariche di zuccheri hanno un effetto avverso sulla salute degli individui», ha spiegato il leader dello studio Casey Rebholz, della Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health di Baltimora. «Evitarne il consumo significa abbassare drasticamente il rischio di malattie croniche come l’obesità, il diabete, l’ipertensione e le malattie cardiovascolari».

Anche grandi quantità di tè e birra sono stati associati ad una maggiore probabilità di sviluppare un problema renale.

«Un elevato apporto di zuccheri, di qualsiasi genere essi siano, porta ad un aumento di peso, dell’insulinoresistenza e della pressione sanguigna», assicura Holly Kramer della Loyola University Chicago. «Questi fattori compromettono la salute dei reni e a lungo andare accelerano la perdita delle loro funzioni».

I risultati della ricerca sono stati comunicati dal professor Rebholz tramite una email ufficiale inviata ai reporters della Reuters.

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