Digitale & LifestyleCaffeina: aumenta la concentrazione, ma non stimola la creatività
CoverMedia
19.3.2020 - 16:09
Un nuovo studio esplora i benefici e i limiti di questa sostanza naturale.
Tanti di noi non possono iniziare la giornata senza prima aver bevuto una tazza di caffè. Ma non solo per svegliarsi ed attivarsi. Secondo una nuova ricerca condotta presso l’Università dell'Arkansas (USA), le persone che assumono caffeina sono generalmente più allerta, vigili, concentrate, e le loro performance migliori. Sul piano della concentrazione, invece, gli effetti scarseggiano.
«Nelle culture occidentali la caffeina è associata in modo stereotipato ad attività e stili di vita creativi, come gli scrittori e i programmatori, insieme agli energy drink», ha dichiarato la dottoressa Darya Zabelina, principale autrice dello studio. «Ma gli effetti della caffeina vanno aldilà di questo».
Nell’esperimento, il team della dottoressa Zabelina ha esplorato due modi diversi di pensare: uno convergente e uno divergente. Nel primo caso, gli individui sono in grado di trovare una soluzione specifica ad un determinato problema, o di trovare la risposta esatta ad una determinata domanda; mentre il pensiero divergente è caratterizzato dalla generazione di un'idea nella quale un vasto insieme di risposte nuove o interessanti sarebbero idonee.
I ricercatori hanno preso un campione di 80 volontari a cui è stata somministrata una pillola da 200 milligrammi di caffeina (l’equivalente di una tazza di caffè forte), mentre un altro gruppo assumeva una pillola vuota, placebo. Tutti i partecipanti, successivamente, sono stati sottoposti a dei test di valutazione della memoria, dell’umore, e del pensiero divergente e convergente.
Secondo i risultati, il gruppo della caffeina godeva di un migliore pensiero convergente, ma non è stato rilevato nessun effetto sul pensiero divergente. Nemmeno la memoria ha subito alterazione, mentre l’umore dei partecipanti che avevano assunto caffeina era generalmente «meno triste».
«La pillola da 200mg ha migliorato l’abilità dei partecipanti di risolvere problemi, ma non ha avuto nessun effetto sulla loro creatività», continua l’esperta. «Tuttavia, non l’ha neppure peggiorata, dunque possiamo continuare a bere il nostro caffè restando sicuri che non interferirà con le nostre capacità».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientificaConsciousness and Cognition.
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