Ricerca Cannabis: migliora la qualità degli spermatozoi

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14.2.2019 - 16:11

Source: Covermedia

Secondo una nuova ricerca, la marijuana non causa fertilità come si era precedentemente pensato.

Fumare erba favorisce la fertilità nell’uomo. Così riportano i ricercatori dell’Università di Harvard, USA, dopo l’analisi degli spermiogrammi di un campione di uomini che fumavano cannabis o che lo avevano fatto in passato. Secondo i risultati, questi individui avevano una concentrazione di spermatozoi maggiore rispetto ai non fumatori.

«Abbiamo speso più di due mesi a rifare i test per assicurarci che non ci fossero errori nei risultati», garantisce dottor Jorge Chavarro, della Harvard T.H. Chan School of Public Health. «Siamo rimasti molto, molto sorpresi».

Finora, infatti, si era sempre pensato che la marijuana compromettesse la qualità del liquido seminale e, di conseguenza, veniva associata ad una più alta probabilità di sviluppare una condizione di fertilità.

Il team di Harvard ha analizzato il liquido seminale di 650 uomini di un’età media di 36 anni, in trattamento insieme ai loro partner presso vari centri di fertilità negli Stati Uniti. Alcuni di loro erano ex fumatori di cannabis, altri fumavano ancora nel presente, mentre altri ancora non avevano mai fumato.

Gli scienziati hanno rilevato la migliore qualità dello sperma negli ex fumatori, seguita da quello degli attuali fumatori. Per ultimi, con la minore probabilità di essere fertili, gli uomini che non avevano mai fumato erba.

«Sappiamo bene che, entro valori normali, un livello di testosterone più alto è associato ad una maggiore tendenza ad attitudini legate al rischio, incluso l’uso di droghe», ha aggiunto dottor Chavarro. «Più alti livelli di testosterone sono anche associati ad una qualità e una quantità di liquido seminale maggiore».

Il team del dottor Chavarro giustifica la passata associazione della marijuana ad un effetto negativo sulla fertilità con l’uso di molteplici droghe – come la cocaina – e non l’esclusivo consumo dell’erba.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica specializzata Human Reproduction.

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