Digitale & Lifestyle Cibo spazzatura: a rischio il cervello e l’autocontrollo

CoverMedia

3.3.2020 - 16:08

Children holding selection of fast food including fizzy drinks; burger; chips and pie,

When: 12 Jul 2016
Credit: John Birdsall Social Issues/Cover Images
Children holding selection of fast food including fizzy drinks; burger; chips and pie, When: 12 Jul 2016 Credit: John Birdsall Social Issues/Cover Images
Source: John Birdsall Social Issues/Cove

Mangiare male a lungo termine danneggia l’ippocampo.

Il cibo del fast food come hamburger, pollo e patatine fritte, e in generale una cattiva alimentazione a base di prodotti preconfezionati e iper-zuccherati può causare danni enormi non solo alla nostra linea ma anche al cervello.

Secondo i ricercatori della Macquarie University di Sydney, in Australia, il cosiddetto cibo spazzatura affligge una regione del cervello responsabile dell’autocontrollo, una delle funzioni dell’ippocampo, che controlla la memoria e aiuta a regolare l’appetito. Non funzionando bene, questa parte del cervello non riesce a trasmetterci una sensazione di pienezza e dunque continuiamo a mangiare sregolatamente, sia in quantità che in qualità.

I ricercatori hanno preso in esame 110 studenti «magri e in salute», e li hanno suddivisi in due gruppi, monitorandoli per 8 giorni. Il primo gruppo doveva seguire una dieta di tipo occidentale, con una colazione composta da un toast e un frullato, entrambi dall’elevato apporto di grassi e zuccheri. Questa colazione doveva essere consumata il primo e l’ultimo giorno, mentre i restanti 6 giorni i volontari mangiavano una cialda belga farcita a colazione, e a pranzo o a cena un panino del fast food, con bibita e dolce.

Il secondo gruppo, nel primo e nell’ultimo giorno per colazione doveva consumare un toast e un frullato a basso apporto di grassi e zuccheri, e poteva mantenere la dieta di sempre nei rimanenti giorni. Nel frattempo tutti i partecipanti dovevano anche compilare dei questionari sulle loro preferenze alimentari, il livello di appetito, ed effettuare test di memoria e apprendimento.

«Quando vediamo una torta, il cioccolato o delle patatine, per esempio, ci ricordiamo di quanto sono buoni da mangiare», ha spiegato Richard Stevenson, leader dello studio. «Quando siamo pieni, il nostro ippocampo di solito sopprime questi ricordi, riducendo il nostro desiderio di mangiarli. Ma abbiamo scoperto che negli adulti giovani, magri e in salute, che consumano questo cibo spazzatura una volta alla settimana, le funzioni del loro ippocampo vengono alterate e il desiderio di questo cibo continua ad essere grande».

Dopo tre settimane dalla fine dell’esperimento, come notano i ricercatori, i risultati sono tornati normali: ciò significa che il danno all’ippocampo non è irreversibile.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Royal Society Open Science.

Tornare alla home page