Digitale & Lifestyle Colazione prima dell’allenamento: bruciamo di più

CoverMedia

23.8.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Secondo una nuova ricerca, il nostro organismo sarebbe in grado di smaltire una quantità maggiore di calorie… a pancia piena.

La prossima volta che ci attende una seduta di esercizi mattutina, facciamo in modo di organizzare prima una buona colazione. Secondo i ricercatori dell’Università di Bath (Regno Unito), infatti, il nostro corpo avvia un processo di accelerazione del metabolismo e, di conseguenza, riesce a bruciare più calorie durante il training dopo un pasto.

Il team ha osservato un gruppo di 12 uomini in salute: a metà di essi ha proposto di consumare una colazione completa prima di iniziare l’attività fisica; all’altra ha chiesto di mangiare la notte prima e svolgere la seduta del mattino, il giorno dopo, a stomaco vuoto.

L’attività fisica consisteva in un’ora di spinning, mentre la colazione comprendeva un porridge (fiocchi d’avena cucinati con latte). Prima e dopo la seduta, gli scienziati hanno analizzato il livello di glucosio nel sangue e di glicogeno nei muscoli di tutti i volontari.

«Abbiamo scoperto che fare colazione prima dell’allenamento incrementa lo smaltimento dei carboidrati durante gli esercizi, ma questi carboidrati non provengono solo dal cibo che è stato appena consumato, bensì da ciò che i muscoli avevano in salvo, sotto forma di glicogeno», ha dichiarato Rob Edinburgh, co-leader dello studio. «Quando il glicogeno nei muscoli aumenta, gli zuccheri nel sangue circolano più in fretta. Questo studio indica che, almeno dopo una singola seduta di allenamento, fare colazione prima di cominciare con gli esercizi può “preparare” al meglio il nostro corpo».

Il co-autore dello studio Javier Gonzalez aggiunge anche che, mangiare prima del training, causi un aumento della velocità con la quale le persone digeriscono, assorbono e metabolizzano i carboidrati, rispetto a quando invece si salta la prima colazione.

L’impatto di questo «sistema» può essere assai positivo anche sulla prevenzione di condizioni gravi come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica American Journal of Physiology: Endocrinology and Metabolism.

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