Social media Diete sbagliate? È colpa degli influencer 

CoverMedia

12.3.2019 - 17:27

Chiara Ferragni, fashion blogger e influencer italiana. 
Chiara Ferragni, fashion blogger e influencer italiana. 
Immagine: Keystone

Tra le cause di un’alimentazione malsana e dell’obesità infantile vi sono i social media, secondo uno studio dell'Università di Liverpool. 

Gli influencer e i vloggers (video bloggers) del social hanno un impatto assai negativo sulla salute generale dei giovanissimi utenti che li seguono. In particolare quelli che parlano del cosiddetto junk food, il cibo spazzatura.

Secondo una recente ricerca pubblicata dall’Università di Liverpool, in Inghilterra, questi influencer promuovono il consumo di snack e cibi del fast food alimentando la piaga dell’obesità infantile, con conseguenze disastrose anche per la loro vita da adulti.

Il team di Liverpool, capitanato dalla dottoressa Anna Coates, del dipartimento Appetite and Obesity, ha preso in esame 176 bambini tra i 9 e gli 11 anni, suddivisi in tre gruppi. Ad ogni gruppo sono stati abbinati diversi profili Instagram di influencer fittizi ma verosimili.

Si fidano più dei vlogger che delle celebrity

Secondo i risultati, i giovanissimi followers delle pagine che promuovevano junk food hanno consumato il 32% di calorie (kcal) in più nelle loro pietanze quotidiane, rispetto agli altri due gruppi, dove l’aumento è stato del 26% sia per i bimbi che seguivano i video bloggers del cibo sano, sia per il gruppo degli influencer che non facevano food marketing.

Un altro dato interessante è che, al contrario dei vloggers che pubblicizzavano il cibo spazzatura, quelli che si occupavano di cibi sani non hanno avuto l’effetto di incoraggiare i giovani seguaci a mangiare meglio.

«Le persone molto giovani si fidano più dei vlogger che delle celebrity, dunque il loro appoggio può avere un impatto molto più forte», ha spiegato la dottoressa Coates. «Per questo sono necessarie restrizioni più rigide circa il marketing digitale del junk food, al quale i bambini vengono esposti di continuo. E ai vloggers non dovrebbe essere permesso di pubblicizzare questi snack malsani avendo come target i bambini, che sono gli utenti più vulnerabili del social».

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