Lifestyle Fertilità e FIVET: attenzione alle sostanze ignifughe

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1.12.2017 - 14:19

Embryology, ARU, Assisted Reproduction Unit, IVF, In Vitro Fertilization, Intra Cytoplasmic Sperm Injection, Hospital, Donostia, San Sebastian, Gipuzkoa, Basque Country, Spain

When: 08 Oct 2015

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**Only for use by WENN CPS**
Embryology, ARU, Assisted Reproduction Unit, IVF, In Vitro Fertilization, Intra Cytoplasmic Sperm Injection, Hospital, Donostia, San Sebastian, Gipuzkoa, Basque Country, Spain When: 08 Oct 2015 When: 08 Oct 2015 **Only for use by WENN CPS**
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(Cover) - IT Fitness & Wellbeing - I prodotti che contengono composti di organobromo (BFR), sostanze con effetto ritardante di fiamma nei materiali combustibili, non sono adatti alle persone che si sottopongono al FIVET (Fertilizzazione In Vitro con Embryo Transfer). Lo riporta un team di scienziati presso la Harvard University, che ha monitorato 211 donne durante un trattamento di fertilità presso il Massachusetts General Hospital nel 2005 e nel 2015.

Le sostanze chiamate metaboliti urinari, presenti nei BFR, sono deleterie per la fertilità. Questi elementi si trovano comunemente nella schiuma di tanti prodotti tra cui gli spray per la pulizia, alcuni prodotti per bambini, ma anche i tappetini della palestra, prodotti elettronici, vestiti e mobili.

Secondo i risultati, le donne con una maggiore concentrazione di questi metaboliti tossici nell’organismo possedevano il 10% in meno di probabilità di successo in un trattamento di fertilità, il 31% in meno di riuscita nell’impianto dell’embrione nell’utero, e il 41% in meno di probabilità di avere una gravidanza clinica (confermata sia dai livelli ormonali della mamma che dal battito cardiaco del feto).

«Le coppie che stanno facendo un trattamento FIVET per migliorare le probabilità di concepire devono mirare a ridurre l’esposizione ad elementi tossici ed optare per prodotti privi di BFR», ha spiegato l’autore della ricerca, dottor Russ Hauser.

Il team è ora impegnato in ulteriori analisi per rilevare l’impatto dell’esposizione a queste sostanze chimiche sugli individui di sesso maschile, e gli effetti causati dall’esposizione a differenti tipi di agenti chimici provenienti dall’ambiente esterno.

«I nostri risultati indicano che l’esposizione ai BFR può essere uno dei fattori rischio che abbassano le probabilità di riproduzione», ha dichiarato la dottoressa Courtney Carignan, co-autrice della ricerca. «Il nostro studio dimostra la necessità di ridurre l’impiego di questi ritardanti di fiamma e trovare alternative più sicure».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Environmental Health Perspectives.

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