Luoghi abbandonatiGrandhotel Waldlust: una dimora spaventosa
Marco Krefting, dpa
4.12.2020
Grandhotel Waldlust: una dimora spaventosa
In una stanza dell’ex Grandhotel Waldlust di Freudenstadt, considerato uno dei cosiddetti «luoghi abbandonati», c’è un lettino per massaggi.
Immagine: Uli Deck
Non tutte le foto necessitano di indicazioni dettagliate. Per proteggere i luoghi è necessario trattare con discrezione i codici di geolocalizzazione. Benjamin Seyfang si trova in una serra fatiscente di un ex vivaio. Seyfang fotografa da otto anni i cosiddetti «luoghi perduti».
Immagine: Uli Deck
Vista del bagno...
Immagine: Uli Deck
... e di una poltrona dell’ex Grandhotel Waldlust.
Immagine: Uli Deck
Herbert Türk, primo presidente dell’associazione “Denkmalfreunde Waldlust”, fotografato nella sala da ballo dell’ex Grandhotel Waldlust.
Immagine: Uli Deck
Vista della sala da tè dell’ex Grandhotel.
Immagine: Uli Deck
Vista esterna dell’ex Grandhotel Waldlust, considerato tra i cosiddetti luoghi abbandonati.
Immagine: Uli Deck
In una stanza dell’ex Grandhotel c'è un letto a baldacchino che si riflette in uno specchio sul lato sinistro.
Immagine: Uli Deck
Grandhotel Waldlust: una dimora spaventosa
In una stanza dell’ex Grandhotel Waldlust di Freudenstadt, considerato uno dei cosiddetti «luoghi abbandonati», c’è un lettino per massaggi.
Immagine: Uli Deck
Non tutte le foto necessitano di indicazioni dettagliate. Per proteggere i luoghi è necessario trattare con discrezione i codici di geolocalizzazione. Benjamin Seyfang si trova in una serra fatiscente di un ex vivaio. Seyfang fotografa da otto anni i cosiddetti «luoghi perduti».
Immagine: Uli Deck
Vista del bagno...
Immagine: Uli Deck
... e di una poltrona dell’ex Grandhotel Waldlust.
Immagine: Uli Deck
Herbert Türk, primo presidente dell’associazione “Denkmalfreunde Waldlust”, fotografato nella sala da ballo dell’ex Grandhotel Waldlust.
Immagine: Uli Deck
Vista della sala da tè dell’ex Grandhotel.
Immagine: Uli Deck
Vista esterna dell’ex Grandhotel Waldlust, considerato tra i cosiddetti luoghi abbandonati.
Immagine: Uli Deck
In una stanza dell’ex Grandhotel c'è un letto a baldacchino che si riflette in uno specchio sul lato sinistro.
Immagine: Uli Deck
Una serra fatiscente, un’auto abbandonata o un ex hotel: nel sud della Germania ci sono numerosi luoghi deserti. I fan di questi «lost places» sanno come esaltare il fascino che li circonda.
Il letto a baldacchino dorato e in stato di abbandono, il bagno con le piastrelle rosa il cui soffitto si sta sgretolando, i candelieri d’argento lucidi sui tavoli della sala delle feste... si può ancora notare tutto il fascino del 1900. Ma anche i decenni che sono trascorsi da allora.
Decenni durante i quali il tempo nel Grandhotel Waldlust di Freudenstadt, nella Foresta Nera, si è per così dire fermato. Ed è proprio per questo che le sue vecchie mura godono di una rinnovata popolarità, diventando famose come «lost place», ovvero luoghi abbandonati.
«Nel Waldlust si può vedere non solo ciò che è caduto nell’oblio, ma anche l’architettura preservata», afferma Herbert Türk, dell’associazione Denkmalfreunde Waldlust, che da qualche anno sta cercando di ridare vita al vecchio albergo. Il tutto attraverso eventi artistici e culturali, ma anche grazie alle persone che apprezzano certi scenari, che un tempo erano eleganti.
Gli appassionati di fotografia possono fare un tour qui dando un’offerta per preservare l’edificio protetto. Lo stabile è tuttavia a disposizione anche per lavori su commissione. «Spesso per riviste vintage», dice Türk.
Le vecchie mura sembrano quasi le stesse di quando la nobiltà europea e le star internazionali andavano e venivano da qui. Per mantenere questa impressione, l’associazione effettua lavori di ristrutturazione di tanto in tanto. «Facciamo però attenzione, ad esempio, a non usare colori minerali», spiega Türk. «Nel 1900 l’idropittura non esisteva ancora.»
Luogo di attrazione per tutti
La particolarità di questo luogo qualche anno fa attirò dei registi per il film horror «Bela Kiss: Prologue». «Da allora è diventato un sito di riprese richiestissimo», ricorda Türk. «Da quel momento il Waldlust è conosciuto non solo da pochi fortunati.» Seguì infatti la ZDF con «I delitti della foresta nera», poi alcuni gruppi musicali girarono dei video e i cosiddetti cacciatori di fantasmi andarono alla ricerca di vibrazioni paranormali, come riferisce il presidente dell’associazione.
Senza contare che giunsero qui innumerevoli amanti dei luoghi abbandonati. Prima del Coronavirus, per due volte alla settimana si tenevano dei tour con circa 50 partecipanti per turno, afferma Türk. Il luogo è tutt’altro che abbandonato. Poiché il Waldlust è ormai pubblicizzato soprattutto come «lost place», dall’inizio dell’anno si trova al terzo posto di una classifica non ufficiale in Germania, spiega Türk. Pertanto è stata presa questa decisione: «Stiamo attenti affinché non diventi troppo inflazionato.»
Sono i fotografi e gli youtuber, in particolare, a girare tutto il mondo alla ricerca di luoghi una volta abitati e che oggi sono fatiscenti, polverosi e abbandonati. Uno di loro è Benjamin Seyfang di Metzingen, che fotografa da anni «lost place» e ha già pubblicato un libro illustrato con scatti provenienti dal sud-ovest, come ad esempio un’auto coperta di muschio, uno scantinato e una stanza con un bastone da passeggio appoggiato al muro.
Nell’ex DDR ci sarebbero più edifici abbandonati che nel suo paese d’origine, afferma. «Ma non molti vengono nel Baden-Württemberg.» Proprio per questo i luoghi non vengono presi d’assalto, come ad esempio avviene nella zona della Ruhr. La caccia ai posti abbandonati comprende anche un lavoro di ricerca sulla loro ubicazione. Nei forum come quello di un gruppo di Facebook gestito da Seyfang, con oltre 4000 membri, vengono mostrate assiduamente foto di tour. Tuttavia, alle domande sugli indirizzi si risponde solitamente con il silenzio.
Segretezza e violazione di domicilio
Benjamin Seyfang possiede sul suo computer alcune foto che nessuno ha mai visto prima d’ora. In parte perché a Seyfang piace prima fare ricerca sui retroscena dei posti. «Mi è capitato anche di non pubblicare delle foto per proteggere i luoghi.» Il fotografo vede in maniera pragmatica il fatto che altri posti simili al Waldlust vengano commercializzati quasi come luoghi abbandonati: «È come per le grotte turistiche che vengono sacrificate in modo mirato e rese accessibili alle grandi masse. Altre invece rimangono nascoste.»
Tuttavia, su internet si trovano molte foto e con un po’ di pazienza si può anche capire dove bisogna andare. Piscine e ospedali abbandonati in cui tutto è rimasto in sospeso oppure altri hotel storici sulla Schwarzwaldhochstrasse. «Non credo di essere a corto di posti», afferma Seyfang. Al momento è attratto da un cimitero di automobili, che si dice esista da qualche parte nella Foresta Nera.
Un tema ricorrente in relazione ai luoghi abbandonati sono gli incidenti negli edifici fatiscenti o la violazione di domicilio. Passare attraverso un recinto o scavalcare un muro fa parte del fascino, dice Seyfang. L’importante è non distruggere niente. Questa è anche la regola più importante nel suo libro: «Porta via solo le tue fotografie e lascia solo le tue impronte.»
Non ci sono stati grossi problemi al Waldlust, afferma Türk. Ogni tanto dei vetri si rompono. «Dispiace. Soprattutto se alcuni degli originali non possono più essere sostituiti.» I cacciatori di luoghi abbandonati sono però molto attenti a non distruggere nulla. Anche chi entra senza autorizzazione è generalmente «rispettoso del luogo». E anche se al momento la pandemia sta frenando l’afflusso e i piani di ampliamento dell’offerta culturale del Grandhotel, Türk può comunque ricavarne qualcosa: «Da questo punto di vista, il Waldlust potrà restare un luogo abbandonato per un anno in più.»