Lifestyle Il segreto della longevità: a tavola con italiani e greci

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31.1.2018 - 16:12

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Il nostro Paese possiede un’alta percentuale di ultraottantenni grazie alle nostre sane abitudini alimentari.

Con la nostra rinomata dieta mediterranea, siamo al primo posto nella classifica dei Paesi europei che mangiano meglio e, per questo, vivono più a lungo. La nutrizionista inglese Liz Earle non crede infatti nelle diete «fad», cioè quelle passeggere – che vanno di moda per un periodo ma senza apportare risultati duraturi – e ha viaggiato in giro per l’Europa per visitare i luoghi in cui le persone sono notoriamente più longeve e salutari, come la nostra penisola e la Grecia.

«Una cosa che ho capito dalla mia esperienza di oltre 30 anni sulla salute e il benessere della gente, è che ci sono tantissime persone appartenenti a culture diverse che lo stanno facendo come si deve!», ha dichiarato la 54enne salutista, ospite della trasmissione britannica This Morning.

L’Italia e la Grecia possiedono la maggior parte degli over 80 nella popolazione generale, più che in qualsiasi altro Paese in Europa. In Grecia, per esempio, la guru ha conosciuto una donna che cuciva abitualmente all’età di 107 anni.

Il segreto della longevità? L’alimentazione, ovviamente.

«Un punto cruciale, la cosa che mi ha più colpito durante questo viaggio, è che ovunque andassi, la gente mangiava verdure ogni giorno. In Grecia facevano una particolare frittata di spinaci, in Italia mangiavano tantissime verdure di campo e spezie».

Oltre ad una sana routine alimentare, per star bene bisogna anche restare attivi e mantenere alta l’interazione a livello sociale.

«Una delle ragioni per cui ho deciso di fare questo esperimento in questo momento dell’anno è che di solito la gente cerca di liberarsi delle cattive abitudini e inizia a fare i detox», ha aggiunto la Earle. «Ma dobbiamo concentrarci sull’aggiungere cose positive, non solo sull’eliminare quelle negative. Io credo che questo abbia un effetto molto più potente e alla fine sia anche più fattibile».

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