Immunità in incognito Le nuove cellule killer che ingannano il cancro

Covermedia

13.10.2025 - 16:00


Un team della Harvard Medical School e del MIT ha sviluppato cellule immunitarie «mimetiche» capaci di distruggere i tumori restando invisibili al sistema immunitario. Una scoperta che potrebbe rivoluzionare le terapie contro il cancro, rendendole più rapide, sicure e accessibili.

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Combattere il cancro senza scatenare una reazione avversa del corpo: è l'obiettivo ambizioso di una nuova ricerca condotta da scienziati della Harvard Medical School e del Massachusetts Institute of Technology (MIT).

Gli studiosi hanno ingegnerizzato cellule immunitarie di donatori affinché attacchino i tumori rimanendo però «invisibili» alle difese del paziente. Il risultato, pubblicato su Nature Communications, apre la strada a un nuovo tipo di immunoterapia più veloce e meno rischiosa.

Le protagoniste sono le cosiddette cellule NK – «natural killer» – un tipo di globuli bianchi già programmati per riconoscere e distruggere cellule malate o anomale. I ricercatori hanno modificato geneticamente queste cellule eliminando alcuni marcatori superficiali che il sistema immunitario utilizza per identificare ciò che è estraneo. In pratica, le cellule killer vengono private di una parte del sistema HLA, una sorta di «carta d'identità» molecolare che normalmente scatena la reazione di rigetto.

«Abbiamo dimostrato che le nostre cellule non vengono più attaccate dalle T-cellule del corpo», spiega Jianzhu Chen del Koch Institute for Integrative Cancer Research del MIT. «E non solo sopravvivono più a lungo, ma distruggono i tumori in modo più efficace e con maggiore sicurezza».

Il principio è semplice ma potente: togliere alle cellule trapiantate gli «indizi» che le rendono riconoscibili come estranee, lasciando però intatte le loro capacità di individuare e colpire il cancro. Questo equilibrio permette di evitare le reazioni infiammatorie gravi – come il pericoloso «cytokine storm» – che rappresentano uno dei principali rischi delle terapie cellulari tradizionali.

Un altro vantaggio è la rapidità. A differenza delle attuali terapie CAR-T, che devono essere sviluppate su misura per ogni paziente e richiedono settimane di preparazione, le nuove cellule NK «camuffate» possono essere prodotte in anticipo e conservate pronte all'uso. In laboratorio, i test condotti su modelli murini con sistema immunitario umano hanno mostrato risultati sorprendenti: i tumori sono quasi scomparsi e le cellule modificate hanno resistito più a lungo nell'organismo.

Le analisi genetiche hanno rivelato un altro aspetto interessante: le cellule «in incognito» sembrano meno stressate e più stabili nel tempo, un fattore che potrebbe aumentare la durata della loro efficacia.

«La nostra tecnica ci consente di creare cellule CAR-NK universali, in grado di eludere l'attacco immunitario e allo stesso tempo combattere i tumori in modo più mirato», aggiunge Chen. «È un passo verso immunoterapie disponibili per tutti, senza lunghi tempi d'attesa».

Anche se la ricerca è ancora in fase preclinica, la prospettiva è chiara: un giorno, le cellule killer «mimetiche» potrebbero diventare la base di una nuova generazione di trattamenti oncologici – più accessibili, rapidi e sicuri.