Digitale & Lifestyle In amore e in amicizia: le opere buone non contano

CoverMedia

3.9.2018 - 16:08

Foto simbolica
Foto simbolica

Contribuire ad una iniziativa caritatevole non ci aiuterà a conquistare amici o un partner, dicono gli psicologi.

Se le opere di beneficenza sono una nostra abitudine regolare, saremmo sicuramente pieni di orgoglio personale e di ammirazione da parte delle persone che ci circondano. Ma secondo gli esperti di psicologia dell’Università di Oxford e l’Università di Yale, non ci aiuteranno a trovare un partner o a conquistare nuovi amici.

Lo studio ha scoperto infatti che la scelta delle persone della nostra vita avviene attraverso una selezione che non riguarda le opere di beneficenza, ma la tendenza a mettere gli interessati al primo posto.

Ai partecipanti sono stati offerti una varietà di scenari diversi: in uno di essi, una donna anziana aveva vinto 500 euro al lotto. Le sue opzioni erano aiutare suo nipote ad aggiustare la macchina, oppure fare una donazione verso un’associazione umanitaria contro la malaria. In un altro, una giovane donna doveva trascorrere una giornata insieme a sua madre, una donna completamente sola, oppure aiutare a costruire alloggi per i poveri.

In tutt’e due i casi, anche se percepiti come equamente morali, i partecipanti hanno preferito scegliere,come potenziale partner, le persone che come priorità avevano le persone a loro care, piuttosto che quelle che investivano tempo e/o denaro in una causa «esterna».

«Gli amici apprezzano i favoritismi: la chiave dell’amicizia è trattare queste persone in un modo speciale, non come tratteremmo tutti gli altri», ha spiegato dottor Jim Everett, di Oxford. «Chi vorrebbe avere un amico che non è disposto ad aiutarci quando ne abbiamo bisogno?».

La dottoressa Molly Crockett, co-autrice dello studio, ha aggiunto: «Quando aiutare persone che non conosciamo viene messo a confronto con supportare amici e parenti, la gente tende a preferire chi dimostra di favorire questi ultimi, anche se il bene generale, alla fine, risulta inferiore».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of Experimental Social Psychology,

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