Digitale & Lifestyle Integratori di vitamine: servono davvero?

CoverMedia

5.6.2018 - 16:10

Source: Covermedia

Un team di ricercatori mette in dubbio l’efficacia dei supplementi alimentari.

La maggior parte degli integratori vitaminici non contribuiscono a salvaguardare la nostra salute e, nello specifico, prevenire le malattie cardiovascolari, gli ictus e gli infarti, né abbassare il rischio di morte prematura.

Così riportano i ricercatori dell’istituto St. Michael's Hospital e dell’Università di Toronto, entrambi in Canada, secondo cui investire in pillole e altre forme di supplementi alimentari di vitamine non è altro che «una perdita di denaro». In particolare, il team parla degli integratori di vitamina D, di calcio, di vitamina C e i multivitaminici.

«I risultati della ricerca ci hanno sorpreso», confessa il leader dello studio, dottor David Jenkins. «Gli effetti dei più comuni supplementi, ovvero quelli che le persone assumono più comunemente, sono davvero poco positivi. A nostro avviso, usare questi supplementi, in particolare vitamina D, vitamina C, calcio e multivitaminici, non fa male alla salute, ma non c’è neppure un vantaggio».

Nello studio del dottor Jenkins, il termine «multivitaminico» è stato impiegato per descrivere gli integratori che comprendono la maggior parte delle vitamine e dei minerali; dalla ricerca è risultato che l’acido folico e le vitamine del gruppo B, da sole, possono ridurre il rischio di sviluppare malattie cardiovascolari e gli ictus, mentre gli effetti della niacina (una forma di vitamina B3) e degli antiossidanti sono scarsi o, in alcuni casi, contribuiscono addirittura ad incrementare il rischio di mortalità.

«I consumatori devono conoscere bene i supplementi che prendono, ed assicurarsi che siano capaci di compensare per la carenza di vitamine o di minerali, sotto la guida di un esperto di salute», ha aggiunto il dottore.

«Per ora, i benefici più grandi si ricavano dall’assunzione di vitamine e minerali attraverso un’alimentazione sana».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of the American College of Cardiology.

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