(Cover) - IT Fitness & Wellbeing - È già ampiamente noto che il latte materno possieda tantissime proprietà benefiche, dalla riduzione del rischio d’asma e di allergie per il neonato alla prevenzione dei tumori per la madre. Un team di ricerca presso la Vanderbilt University di Nashville, negli USA, ha analizzato i dati forniti dal Center for Disease Control and Prevention, secondo cui 23mila morti all’anno sono causate da una resistenza batterica agli antibiotici.
Concentrandosi sugli zuccheri, il team con a capo il professore di chimica Steven Townsend ha analizzato i carboidrati presenti nel latte materno, noti anche come oligosaccaridi, scoprendo che alcune di queste sostanze neutralizzavano i batteri in modo diretto, mentre altre attaccavano la biofilm(microfouling), la pellicola che si forma attorno ai batteri quando questi si raggruppano.
«Per gran parte del secolo scorso gli specialisti di biochimica sono stati convinti che le proteine fossero le sostanze più importanti, mettendo così gli zuccheri in secondo piano», ha dichiarato Townsend. «E la maggior parte delle persone, anche se non esistono prove che lo dimostrino, ci ha creduto. Si sa molto meno invece sulla funzione degli zuccheri, e come esperto di chimica glicoproteica voglio esplorare meglio il loro ruolo».
Si tratta della prima ricerca che si occupa di analizzare e monitorare il ruolo dei carboidrati nel latte materno.
«I nostri risultati dimostrano che gli zuccheri hanno un impatto doppio: in primo luogo sensibilizzano i batteri target, poi li uccidono. I biologi chiamano questo fenomeno “letalità sintetica”, un forte incentivo per sviluppare nuovi farmaci antimicrobici sfruttando queste qualità».
Nel latte materno sono state inoltre individuate la lattoferrina, una proteina che combatte, oltre ai batteri, le infezioni fungine e i virus, e HAMLET (Human Alpha-lactalbumin Made Lethal to Tumor Cells), un agente che distrugge le cellule dei tumori.
I ricercatori puntano in futuro a rendere queste sostanze disponibili per i pazienti attraverso l’assunzione di un farmaco.
Lo studio è stato pubblicato nella rivista scientifica ACS Infectious Diseases.
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