Digitale & LifestyleLo «status» alla nascita influenza i rapporti in età adulta
CoverMedia
24.8.2018 - 16:10
Secondo una nuova ricerca, gli individui nati a seguito di una gravidanza non voluta tendono ad avere un carattere più debole ed insicuro.
Le circostanze che caratterizzano la nostra nascita possono determinare tante cose nel nostro futuro. Per esempio i nostri rapporti sociali, come sostengono gli scienziati della University of Kansas, USA.
Fattori come l’insicurezza, in fatto di relazioni, possono dipendere dal tipo di gravidanza sostenuta dalle nostre madri – se voluta o no, per esempio. Il team ha analizzato la situazione di 350 individui, a cui è stato chiesto di compilare un questionario relativo al loro stile di vita, il tipo di rapporti e relazioni, il livello di autostima e sicurezza.
Un totale di 56 partecipanti crede di essere stato concepito per sbaglio, mentre 174 sono convinti che non siano stati «programmati». I rimanenti non avevano nessuna delle due convinzioni, dunque sono stati considerati come gruppo di controllo. Dopo l’analisi dei questionari, i ricercatori hanno rilevato che non essere voluti, e fino ad un certo punto non essere mai stati in programma, è associato ad «un’insicurezza nell’ambito dell’attaccamento e dei rapporti sociali».
«Le persone possono sentire un attaccamento di tipo ansioso, preoccupato riguardo alla possibilità di un abbandono o di un rifiuto, oppure possono manifestare un attaccamento basato su un comportamento di evitazione, in cui sminuiscono l’importanza di un rapporto solido e sopprimono le loro emozioni», ha spiegato Omri Gillath, professore di psicologia presso l’università.
«Dalla parte opposta, ci sono le persone che si “attaccano” in modo sicuro, che si sentono a proprio agio nelle relazioni intime e non si preoccupano di fattori come fiducia o dipendenza, né di avvicinarsi troppo o abbastanza agli altri».
Sempre secondo il team di ricerca, anche condividere con i propri figli le circostanze negative al momento del loro concepimento o della nascita, può rappresentare un problema per il loro benessere mentale più avanti nella vita.
«Abbiamo la tendenza a pensare che ciò che è accaduto in passato non sia considerato importante nel presente, e che il tempo sistemi qualsiasi cosa, che le persone semplicemente vadano avanti con la loro vita», ha continuato l’esperto. «Ma per questa particolare categoria di persone, abbiamo scoperto che non è così. A volte le cose del passato restano con noi, anche dopo che si cresce e si diventa adulti, e ciò influenza le nostre relazioni in modo negativo. Se decidiamo di parlarne con nostro figlio – anche se è già grande – questo può avere delle ripercussioni sulla sua vita. È sempre bene provare a capire se le nostre parole possono avere un’influenza o un effetto negativo».
La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Journal of Social and Personal Relationships
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