(Cover) - IT Fitness & Wellbeing - Meno problemi affrontiamo dentro e fuori dalla nostra dimora, meno probabilità avremo di incappare in un grave disturbo mentale come la demenza. Secondo gli scienziati della University of Wisconsin School of Medicine and Public Health, USA, infatti, fattori come il comfort e una buona location fanno la differenza una volta raggiunta l’età avanzata. Al contrario, vivere in una zona malfamata o soggetta allo smog, con un accesso limitato a cibi salutari e uno scarso livello di educazione, contribuisce ad aumentare il rischio di sviluppare la malattia.
Ad accomunare l’Alzheimer e gli altri disturbi neurodegenerativi sono solitamente gravi problemi di memoria, cambi di personalità e gravi difficoltà nella logica e nel ragionamento.
Per lo studio il team di ricercar ha preso in esame 1.479 persone, testando le loro funzioni cognitive attraverso alcuni test di memoria, di apprendimento e di abilità verbali.
Le persone che vivevano in un’area benestante hanno ottenuto risultati migliori in tutte le prove cognitive, rispetto a quelli che invece non avevano accesso agli stessi comfort e allo stesso livello di educazione. Ma non è tutto: gli individui che vivevano in aree poco confortevoli correvano circa il 25% in più di incappare nella malattia di quelli che risiedevano in quartieri più agiati, anche se non vi erano differenze in fattori come l’età e il livello di educazione.
Dalle analisi del liquido spinale di 153 dei partecipanti, i ricercatori hanno rilevato anche una quantità maggiore di una specifica proteina associata all’Alzheimer nelle persone che vivevano in condizioni più disagiate.
«Gli individui che vivono in quartieri disagiati hanno offerto una qualità di performance minore in tutti gli ambiti cognitivi, anche se non vi erano differenze in fattori come l’età e l’educazione», ha spiegato la leader dello studio Amy Kind.
Il professor Dean Hartley, della Alzheimer’s Association, aggiunge: «Vi sono fattori come la scuola, l’alimentazione e l’attività fisica (nelle zone più agiate), o lo stress quotidiano di una vita vissuta in una zona povera e malfamata, dove ogni giorno ti domandi se riuscirai a mangiare qualcosa, oppure se siamo preoccupati per nostro fratellino o nostra sorellina, o ancora se viviamo lo stress di non avere un lavoro e di non riuscire a comprarci da mangiare».
La ricerca è stata presentata alla conferenza di Londra dell’Alzheimer’s Association International targata 2017.
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