IgieneOspedali: le mani dei pazienti sono piene di super-germi
CoverMedia
2.5.2019 - 16:08
I ricercatori evidenziano l’importanza dell’igiene negli ambienti della sanità pubblica.
Lavare le mani è essenziale in casa come in tutti i luoghi pubblici, ma in particolare negli ambienti sanitari come le cliniche e gli ospedali, dove la presenza e la diffusione dei batteri raggiungono un livello molto più elevato, fino a diventare resistenti agli antibiotici.
Secondo un team di ricerca dell’Università di Michigan, tuttavia, il problema dei germi non viene risolto con un semplice lavaggio: lo studio ha preso in considerazione 399 pazienti in due diversi ospedali di città, analizzando le mani e le narici dei pazienti entro le prime 48 ore dal loro arrivo.
Inizialmente, i ricercatori hanno rilevato il 10% dei germi multi-resistenti, mentre dopo due giorni di ricovero in ospedale la percentuale era salita a 40%.
Anche i pulsanti degli apparecchi utilizzati per la comunicazione nelle stanze, i vassoi accanto ai letti e i telecomandi del letto sono stati associati con una maggiore presenza di super-batteri, mentre un terzo delle camere risulta essere già contaminato ancor prima che il paziente si stabilisca al suo interno.
Il super-germe più comune rilevato dal team è il MRSA, lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina, ma erano presenti anche le specie VRE, l’Enterococcus resistente alla vancomicina, e i batteri gram-negativi RGNB.
«Mentre il problema della prevenzione delle infezioni è stato largamente confermato dagli operatori dei servizi sanitari, il nostro studio indica che le mani dei pazienti sono una fonte importante e hanno un ruolo cruciale nella trasmissione di agenti patogeni nei reparti di terapia intensiva degli ospedali», spiega il team di ricerca. «Di conseguenza, i protocolli relativi all’igiene dei pazienti dovrebbe essere implementati e testati per la loro abilità di ridurre la contaminazione ambientale, la trasmissione di patogeni, e le infezioni associate ai servizi sanitari. Parallelamente si dovrebbe aumentare l’interesse dei pazienti circa la prevenzione delle infezioni».
La ricerca dell’Università del Michigan fa eco ad un recente report emanato dai Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie (CDC) degli USA secondo cui i lavoratori negli ambienti sanitari lavano le mani solo la metà delle volte che dovrebbero, causando ad un paziente su 31 di contrarre un’infezione durante la loro permanenza in ospedale.
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