Digitale & Lifestyle Parlare due lingue: più facile entro una certa età

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15.5.2018 - 00:00

Source: Covermedia

Gli scienziati hanno individuato la fascia d’età in cui è più semplice imparare una seconda lingua.

Il nostro cervello è «aperto» all’apprendimento di una nuova lingua fino all’inizio della vita adulta, secondo quanto sostengono numerosi scienziati. Si crede, infatti, che i bambini siano più portati ad imparare una seconda lingua più facilmente degli adulti, ma finora non era esattamente chiaro a che età iniziasse il «declino» di questa particolare abilità.

Ora un gruppo di ricercatori delle università Boston College, MIT e Harvard ha individuato un punto ben preciso entro il quale risulta più semplice imparare una lingua diversa da quella madre. Analizzando circa 700mila partecipanti di lingua inglese, si è scoperto che il periodo migliore per questo apprendimento è di circa un decennio più lungo rispetto a quanto si era precedentemente creduto; per la precisione, fino ai 17.4 anni.

«Ciò che abbiamo scoperto cambia drasticamente la comprensione del fatto che i bambini imparano le lingue in modo più efficiente e completo rispetto agli adulti», ha dichiarato il professore di psicologia di Boston Joshua K. Hartshorne, coautore dello studio insieme ai colleghi Joshua B. Tenenbaum della MIT e Steven Pinker di Harvard.

Secondo il team, il periodo che precede l’ingresso nella fase di vita adulta è «critico» per l’acquisizione di una nuova lingua.

«Spiegare questo concetto è cruciale non solo per la comprensione dei meccanismi secondo i quali gli umani – e non gli animali e le macchine – imparano le lingue, ma anche per ciò che riguarda le questioni relative allo sviluppo neurologico e la plasticità, l’educazione bilingue, delle lingue straniere, dei trattamenti di disturbi che affliggono il linguaggio, e la stimolazione durante la prima infanzia», ha aggiunto il professor Hartshorne.

Questa analisi è importante perché non riguarda solo l’ambito linguistico, ma anche quello delle neuroscienze e dello sviluppo psicologico dell’individuo.

La ricerca è stata pubblicata per intero nella rivista scientifica Cognition.

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