Lifestyle Per imparare qualcosa di nuovo servono le pause

Covermedia

19.7.2021 - 16:10

Ictus
Ictus

Gli esperti sperano che i risultati della loro nuova ricerca aiutino i pazienti in riabilitazione dopo un ictus.

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L’attività del nostro cervello durante l’apprendimento parla chiaro: per imparare meglio e più in fretta, fare delle pause regolarmente è fondamentale.

I ricercatori del NINDS (National Institute of Neurological Disorders and Stroke del NIH, National Institutes of Health), hanno analizzato l’attività cerebrale di un gruppo di volontari che cercavano di apprendere qualcosa di nuovo per la prima volta, per esempio il testo di una canzone o imparare a suonare uno strumento musicale.

«I nostri risultati sostengono l’idea che il riposo giochi un ruolo importantissimo nell’apprendimento di qualcosa di nuovo, proprio come la pratica», ha dichiarato Leonardo G. Cohen, leader dello studio. «Capire questo ruolo potrebbe aiutarci non solo ad indirizzare il modo in cui impariamo le novità, ma anche a capire come meglio aiutare i pazienti che hanno perso un’abilità a seguito di un danno neurologico come un ictus».

Lo studio ha coinvolto 22 partecipanti ed è stato condotto dalla NIH usando una tecnica di scansione sensibile chiamata magnetoencefalografia, che registrava la loro attività cerebrale mentre erano al lavoro.

I ricercatori hanno chiesto ai volontari, tutti destri, di digitare un codice numerico a 5 cifre con la mano sinistra, e poi di digitarlo il maggior numero di volte possibile nel corso di 10 secondi, prima di fare una pausa di 10 secondi.

Questo ciclo alternato è stato ripetuto 35 volte: man mano che procedevano, i partecipanti dimostravano un netto miglioramento dopo i primi tentativi (miglioramento che tipicamente diminuiva dopo l’undicesimo tentativo).

«In generale, i nostri risultati supportano la teoria secondo cui manipolare l’attività con il ciclo alternato pratica-riposo può essere uno strumento potentissimo per gli specialisti che vogliono aiutare i pazienti ad imparare o a recuperare un’abilità più in fretta durante la riabilitazione da un ictus», ha aggiunto Cohen.

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Cell Reports.