Lifestyle Soli e creativi: prendiamoci un po' di tempo per noi

CoverMedia

4.12.2017 - 16:11

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Secondo una nuova ricerca, ritagliare alcune ore in solitudine è la chiave della felicità.

Con tutti gli impegni e le faccende della nostra vita quotidiana, per tante di noi il concetto di avere «tempo per noi stesse» è pura fantasia. Eppure è importante che ciascuna di noi faccia il possibile per raggiungere questo target – che sia anche solo mezz’ora alla settimana! – al fine di combattere lo stress e tenere a bada ansia e depressione.

In una ricerca su questo tipo di isolamento, condotta presso la University of Buffalo, a New York, gli scienziati hanno coinvolto oltre 300 persone, esplorando i motivi per cui questi momenti possono essere così preziosi.

Per alcuni dei partecipanti, la solitudine è semplicemente un modo per sfuggire alle pressioni e al caos delle situazioni sociali, a cui la maggior parte di noi è più frequentemente esposta; un break dal resto del gruppo insomma, che sia il lavoro, la famiglia o altri circoli sociali. Ma esistono delle differenze nel modo in cui le persone impiegano il tempo a disposizione da trascorrere in solitudine.

«Quando la gente pensa ai costi associati all’isolamento dalla società, spesso la prospettiva che si adotta viene associata ad uno sviluppo personale», ha spiegato la leader dello studio Julie Bowker. «È possibile tuttavia che gli individui più timidi e introversi non siano in grado di impiegare i momenti di solitudine in modo altrettanto sereno e produttivo come quelli più socievoli, e questo è causato dalla paura e dalla concezione negativa che hanno dell’isolamento. Le persone più socievoli, invece, riescono a gustarsi al massimo i momenti da soli, e durante questa fase sono anche in grado di pensare in modo più creativo e sviluppare nuove idee, come un artista nel suo studio o un professore nel suo ufficio».

Per concludere, la dottoressa sottolinea l’importanza di associare la solitudine ad un’attività creativa, alla nascita di nuove idee e di nuovi progetti, in modo che tutti gli individui – anche i più timidi – possano sfruttare al massimo questi rari e preziosi momenti di «isolamento positivo».

La ricerca è stata pubblicata nella rivista scientifica Personality and Individual Differences.

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