Digitale & Lifestyle Teenagers: l’alcol comporta difficoltà di apprendimento

Il consumo di alcolici tra i 12 e 17 anni può avere effetti catastrofici per le funzioni cerebrali.

Bere alcol durante gli anni dell’adolescenza può causare un malfunzionamento in alcune aree del cervello, come quelle che gestiscono e controllano la memoria, gli impulsi e l’apprendimento.

La nuova ricerca, pervenuta dalla Oregon Health and Science University, USA, ha esplorato gli effetti dell’alcol su un campione di scimmie adolescenti, scoprendo che una forte esposizione alla sostanza riduceva il normale sviluppo della materia grigia e della cosiddetta sostanza bianca del cervello. Questa regione cerebrale è cruciale per la gestione delle informazioni sensoriali e motorie, e l’impatto negativo dell’alcol può provocare una riduzione dello sviluppo di queste capacità.

Secondo i risultati, infatti, ogni grammo di alcol consumato per chilo corporeo comprometteva significativamente la crescita del cervello: in proporzione, gli esseri umani che consumano circa 2.3 litri di birra al giorno (4 pinte) o l’equivalente in unità alcoliche, correvano gli stessi rischi.

«Gli studi sui casi umani sono basati sul consumo di alcol nei bevitori minorenni, secondo ciò che loro stessi riportano», spiega il co-autore della ricerca Christopher Kroenke, del Dipartimento di neuroscienze. «I nostri calcoli accostano con precisione il consumo di alcolici ad un problema nello sviluppo del cervello».

Gli scienziati suggeriscono che la maggior parte della crescita cerebrale avviene tra i 12 e i 17 anni; i teenager che bevono pesantemente durante questa fase della loro vita hanno più probabilità di sviluppare disturbi mentali e problemi di apprendimento.

«Questa è una fascia di età in cui il cervello è in fase di accordatura per adattarsi alle responsabilità della vita adulta», ha aggiunto la leader dello studio Tatiana Shnitko. «La domanda è, l’esposizione all’alcol durante questa età altera le capacità di apprendimento degli individui per il resto della loro vita?».

Ulteriori studi mirano ad esplorare più a fondo la risposta. Lo studio è stato finanziato dal National Institute on Alcohol Abuse and Alcoholism.