«Bötschi domanda» Zoë Pastelle, influencer: «Chi è Lara Gut-Behrami?»

Bruno Bötschi

21.1.2019

Zoë Pastelle parla dei suoi obiettivi: «Ho sempre fatto ciò che mi divertiva nella vita. Non ho mai ascoltato ciò che dicevano gli altri, i miei professori o i miei compagni di classe».
Zoë Pastelle parla dei suoi obiettivi: «Ho sempre fatto ciò che mi divertiva nella vita. Non ho mai ascoltato ciò che dicevano gli altri, i miei professori o i miei compagni di classe».
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Da cinque anni ormai pubblica ogni giorno una fotografia su Instagram: Zoë Pastelle, 19 anni, è diventata così una delle influencer più famose della Svizzera. Un’intervista sulla pressione del successo, sulla celebrità e su ciò che è davvero importante nella vita.

Un caffè di Zurigo, sulla Löwenplatz. Solo gente di un certo livello e prezzi esorbitanti. Il giornalista (51 anni) ha appuntamento con un idolo dei giovani (secondo il portale «Blick»): Zoë Pastelle, Holthuizen all’anagrafe, sfoggia capelli lunghi e una tuta di velluto verde.

Non ha ancora 20 anni ma ha già più di 190'000 follower su Instagram. E senza essersi mai spogliata. O quasi. Zoë Pastelle saluta il giornalista con un abbraccio, benché non lo conosca ancora, e ordina un cappuccino («Con latte di soia, per favore»).

Signorina Pastelle, nel corso dei prossimi 30 minuti le porrò tutta una serie di domande. La prego di rispondere il più rapidamente e il più spontaneamente possibile. Se una domanda non le piace, dica semplicemente: «La prossima».

D’accordo.

Ci può spiegare chi è in due o tre frasi?

Mi chiamo Zoë Pastelle. Sono attrice e influencer. E, nella vita, faccio ciò che mi diverte e mi fa piacere.

Sul suo account Instagram si definisce «attrice, fan della moda, spirito creativo che sbrana la vita fino al midollo». Cosa le serve, in questo senso, per placare la fame?

Creatività.

Al mattino per svegliarsi preferisce un espresso o un tè?

Caffè.

Sempre con del latte di soia?

Sono vegana da quando avevo sette anni. È mio fratello Kai che mi ha sensibilizzata sulla questione. Insieme, abbiano poi convinto nostra madre e da quel momento l’alimentazione vegana è diventata comune in famiglia. All’inizio, era soprattutto per il benessere degli animali. Oggi sono convinta del fatto che essere vegana mi permetta di godere di una salute migliore.

Con chi le piacerebbe fare colazione una volta?

Uh, è una domanda difficile! Con... con... Oh, non mi viene in mente nessuno ora. Con una celebrità «cool». Bah, diciamo con Albert Einstein.

Comincia quasi tutte le risposte con una risata: «Ha ha ha». Forse le serve per proteggersi? Chi ride può evitare di rispondere ed è anche gradevole.

In qualità di influencer, lei vive il sogno di numerosi adolescenti. Che mestiere sognava di fare quando aveva 12 anni?

Avrei voluto diventare una ballerina, stare sul palcoscenico. Quando ero ancora più piccola, volevo diventare una cantante.

Cosa l’ha traumatizzata nel corso dell’adolescenza?

Sono rimasta traumatizzata? Non credo.

Il suo cellulare è acceso in questo momento?

Sì.

Potendo scegliere, preferirebbe mangiare un piatto d’insetti o restare una giornata intera senza cellulare?

Restare una giornata intera senza cellulare.

Quante volte è già entrata su Instagram oggi?

Una sola. Stamattina.

Perché abbiamo bisogno di una vita privata?

Per preservare la nostra pace interiore.

Quali ricordi ha del giorno in cui ha caricato la sua prima immagine sulla piattaforma di condivisione di immagini Instagram?

Avevo 15 o 16 anni, ma ho purtroppo cancellato un bel po’ di foto dei miei inizi. Per cui, onestamente, non mi ricordo la primissima foto che ho caricato.

È vero che è diventata influencer per via di ciò che dicevano i suoi compagni di classe? Sembra che la chiamassero tutti la «star di Hollywood».

No, non è questo che mi ha spinta a diventare influencer. E in ogni caso, non mi piace molto questa qualifica professionale. Mi vedo come una persona creativa, capace di fare un sacco di cose «cool». Diventare inflencer non ha mai rappresentato un obiettivo professionale per me. Ho sempre fatto ciò che mi divertiva nella vita. Non ho mai ascoltato ciò che dicevano gli altri, i miei professori o i miei compagni di classe. Ho sempre seguito la mia strada, restando malgrado tutto determinata.

Zoë Pastelle a proposito di Instagram: «Per me la sostanza è sempre stata una priorità, così come il fatto di raggiungere, con il mio account, esattamente la comunità che volevo raggiungere. Che senso avrebbe se avessi un miliardo di follower ma la metà fossero falsi?».
Zoë Pastelle a proposito di Instagram: «Per me la sostanza è sempre stata una priorità, così come il fatto di raggiungere, con il mio account, esattamente la comunità che volevo raggiungere. Che senso avrebbe se avessi un miliardo di follower ma la metà fossero falsi?».
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Quali social network utilizza attualmente?

Sono attiva soprattutto su Instagram. Nel 2019, vorrei essere più presente su YouTube.

Zoë Pastelle è il suo nome d’arte. Chi se l’è inventato?

Pastelle è il mio secondo nome e il cognome è Holthuizen. Ma essendo quest’ultimo olandese praticamente nessuno lo sa pronunciare correttamente, per cui uso Pastelle su Instagram. Zoë significa «vita» in greco. Se lo si associa a Pastelle, potremmo tradurlo come «la vita a colori».

Da étoile della danza a influencer: si è già pentita di aver lasciato i corsi dell’Alta scuola delle arti di Zurigo (ZHdK)?

Assolutamente no. Così come non mi pento di averli cominciati. È stata una delle mie più belle esperienze. Ho imparato la disciplina e l’autonomia. Ma sono anche contenta di aver preso una direzione completamente diversa successivamente, verso la recitazione.

Per quale motivo?

La recitazione risponde ancor di più alle mie passioni.

Nel 2017 aveva 156'000 follower. Adesso sono più di 190'000. Si tratta di una crescita moderata rispetto a profili come quelli delle sorelle Kardashian, Kim, Kourtney e Khloé.

Sono convinta del fatto che il numero di follower e di like avrà via via sempre meno importanza. Invece, più il contenuto sarà lungo, più sarà importante. Per me, la sostanza è sempre stata in ogni caso una priorità, così come il fatto di raggiungere, con il mio account, esattamente la comunità che volevo raggiungere. Che senso avrebbe se avessi un miliardo di follower ma la metà fossero falsi?

Al giorno d’oggi, ritiene di essere «famosa» o già «molto famosa»?

Non è qualcosa che possa giudicare io stessa.

È d’accordo con la frase seguente? «Tutti la conoscono, ma nessuno sa veramente perché».

Non la vedo in questo modo. Parecchie persone si interessano davvero a me. Non a caso cerco di mostrare sempre di più ciò che accade dietro le quinte. Quest’anno, voglio modificare il mio approccio e fornire un’idea più precisa della mia vita. Voglio essere più accessibile.

Quando ha cominciato a lavorare come influencer non sapeva dove l’avrebbe portata tutto ciò. Oggi l’ha capito?

È chiaro che posso fare delle supposizioni in merito alla strada che seguirò, ma nessuno può avere delle certezze. È possibile che venga lanciato dopodomani sul mercato un nuovo social network, oppure che internet venga rivoluzionato da cima a fondo. Oppure, quando penso agli scandali che sono stati rivelati recentemente in merito ai dati di Facebook e Netflix, non posso escludere che, un domani, le autorità decidano di imporre un giro di vite in materia di privacy. Per ciò che mi riguarda, non posso che insistere su un fatto: il mio obiettivo non è semplicemente quello di postare delle belle immagini. Ciò su cui voglio puntare è la sostanza ed essere in grado di cambiare le cose.

Cosa vorrebbe cambiare?

Come le ho detto, quello dell’alimentazione vegana è un tema che mi è caro da parecchi anni. E per questo vorrei svilupparlo maggiormente nel corso del 2019. Prevedo anche di collaborare con dei marchi che producono in modo sostenibile e naturale. Di recente, ad esempio, ho appoggiato una campagna per un sistema di riciclo. Allo stesso tempo, però, sono cosciente del fatto che, in quanto influencer, viaggio molto spesso in aereo. Perciò non posso ergermi a grande promotrice della sostenibilità. Ciò che posso fare, tuttavia, è attirare l’attenzione su argomenti di questo genere.

Le influencer sono spesso criticate sui media. Si dice che pubblichino soltanto contenuti insipidi e conformisti.

Personalmente finora ho avuto soltanto una volta problemi con la stampa. Fondamentalmente, ciò che ritengo importante, in particolare per un giornalista, è che le questioni nuove vengano esaminate da due angolazioni differenti. Non si possono pronunciare condanne su un tema se non lo si conosce a fondo, o non lo si è trattato con sufficiente interesse. Anche se mi rendo conto del fatto che chi non passa 4 o 5 ore del proprio tempo, ogni giorno, sui social network, possa trovare strano questo genere di lavoro.

I media svizzeri si dimostrano sempre entusiasti di fronte a queste ragazzine prodigio. Alcuni le comparano addirittura alle star di Hollywood: «A soli 19 anni, questa zurighese, che può vantare la stessa dolcezza, la stessa eleganza e lo stesso senso dello stile della Hepburn, ha saputo costruire con successo il suo “marchio” Zoë Pastelle».

È già capitato che Instagram l’abbia minacciata di chiudere l’account perché una delle sue immagini era troppo osé?

No.

Potrebbe descrivermi una fotografia che non pubblicherebbe su Instagram?

Non vedrà mai su Instagram una foto di me mentre mangio una bistecca. Allo stesso modo non accetterei mai di vestirmi di pelliccia da capo a piedi.

Nel documentario della SRF «Il mondo degli influencer», lei spiega di aver provato «molto piacere nel creare l’immagine perfetta». Cosa la affascina del perfezionismo?

Mi sono espressa in modo confuso in quell’occasione. Ciò che volevo dire, infatti, è che mi piace raccontare una storia attraverso un’immagine. Sì, certo, mi piacciono anche le immagini perfette, ma mi piacciono anche gli scatti spontanei e istintivi.

In un’altra intervista, ha dichiarato: «So sempre molto precisamente ciò che voglio e non permetto a nessuno di sviarmi. Il verbo rinunciare non esiste nel mio vocabolario!».

È un aspetto particolarmente marcato del mio carattere. Penso che tutti i miei amici lo confermerebbero se fossero seduti qui a questo tavolo. Se mi metto qualcosa in testa, la sola cosa che mi ripeto è: «Go for it!».

Riesce a perdonare gli errori?

Sì.

Quando possono essere accettare le bugie?

Mai in realtà.

Quando le è capitato di dubitare di sé stessa per la prima volta?

Ho una fiducia piuttosto grande in me stessa ma mi capita ovviamente di avere dei dubbi di tanto in tanto.

Qualche giorno fa, ha perso 73 follower in un colpo solo.

Lei sa più cose di me.

Le sorgono dubbi quando constata un rallentamento nella crescita del numero dei suoi follower?

No, perché, molto sinceramente, non guardo quasi mai quelle cifre.

Per quale motivo?

È una perdita di tempo.

Lei è una persona fortunata?

Sì. 

Nel 2017, ha recitato nel film «Blue My Mind» della sceneggiatrice Lisa Brühlmann. Come è riuscita a partecipare a quel progetto?

Mi sono presentata ai provini e ho ottenuto la parte.

In una famosa scena del film lei si solleva la maglietta insieme ad una sua amica sul ponte di un’autostrada. Non ha avuto paura che il gesto potesse provocare un incidente?

Credo che la maggior parte di coloro che erano alla guida fossero concentrati sulla strada e che quindi ci abbiano completamente ignorate.

Lei era davvero nuda?

Non credo che si tratti di un argomento del quale parlare in questa sede.

Il mestiere di attrice, da quel momento, è diventato la professione dei suoi sogni?

Sì. Ed è anche la ragione per la quale ho studiato alla European Film Actor School di Zurigo. In effetti, nello scorso autunno avrei voluto trasferirmi a Berlino e trovare un’agenzia, dopo aver ottenuto il diploma. Ma alla fine le cose sono andate in maniera diversa.

Ovvero?

In quel momento ho ricevuto talmente tante proposte di lavoro come influencer che non ho avuto il tempo di organizzare il mio trasferimento. Ma va bene così. Come dicevamo, sono una persona che segue la corrente. Penso che mi occuperò in modo più attivo di cinema nel 2019. Ma dove andrò, lo saprò soltanto una volta che sarò arrivata a destinazione. E non sarà necessariamente Berlino. Ci sono talmente tante città affascinanti. In ogni caso vorrei che Zurigo restasse il mio punto di riferimento.

Adesso vorrei che lei mi confidasse il segreto del suo successo: come uomo di 51 anni, cosa dovrei fare per far sì che il mio account Instagram sia più seguito. O addirittura per diventare un influencer?

In realtà credo di essere probabilmente la persona meno adatta per rispondere a questa domanda. Quando ho cominciato con Instagram, il mio obiettivo non era affatto di ottenere il più alto numero di follower possibile. Per quanto mi riguarda, la crescita è arrivata in modo naturale nel giro degli ultimi quattro anni. Oggi, alcuni influencer riescono a guadagnare 300'000 follower quasi da un giorno all’altro. Nel mio caso sono stati necessari 4 o 5 anni per costruire una comunità. Mi dispiace, ma non sono in grado di dirle quale sia il modo migliore per diventare un influencer di successo. Anche perché Instagram modifica continuamente il proprio algoritmo. Io stessa non capisco più bene quale sia il momento migliore per postare una foto, né quante volte al giorno sia meglio farlo. Ma, alla base, si può probabilmente affermare che se si vuole che l’account funzioni occorre scegliere un tema dominante. È in questo modo che si riesce a delimitare la propria comunità. Concretamente, ciò significa che non si può pubblicare un giorno la foto di un bouquet di fiori, il giorno dopo un selfie mentre si mangia un hamburger, e il terzo giorno delle scarpe Louis Vuitton.

Il mestiere di un influencer consiste nel mettere insieme in un album fotografico online, al quale tutti possono accedere pubblicamente, dei momenti della propria vita apparentemente perfetti.

Apparentemente perfetti? Ok, se questa è la sua opinione. Ma ieri, ad esempio, non mi andava di pubblicare fotografie e quindi non l’ho fatto.

Carissime e carissimi follower, non abbiate alcun timore. È soltanto in casi molto, molto eccezionali che Zoë Pastelle rinuncia a pubblicare una foto su Instagram. Come confessato da lei stessa, le è capitato soltanto in un paio di casi (!!!) negli ultimi 4 o 5 anni.

Che accadrebbe se lei non caricasse alcuna immagine per una settimana intera?

Piacerebbe saperlo anche a me.

Quali sono le sue occupazioni preferite quando, per una volta, le capita di non avere voglia di cercare la foto perfetta?

Ce ne sono moltissime. Lo yoga ad esempio. Il mio buon proposito per il 2019 è di terminare finalmente la mia formazione di yoga, entro la fine dell’anno. Non perché io voglia diventare insegnante, ma perché la filosofia su cui si basa questa disciplina mi interessa particolarmente e mi piacerebbe poterne parlare di più sul mio account Instagram.

Quali altre attività pratica nel tempo libero?

Dipingo, ascolto musica con le mie amiche e mi piace andare ai concerti.

Qual è l’ultimo al quale ha assistito?

È stato durante un festival a Parigi, la settimana scorsa. Non mi ricordo più il nome del gruppo ma erano veramente bravissimi. Davvero incredibile!

Alcune delle immagini apparentemente perfette di Instagram sono in realtà degli scatti remunerati, sponsorizzati da imprese: si tratta di fotografie nelle quali lei posa con scarpe, bibite o occhiali che raccomanda a tutti coloro che la seguono online, ovvero ai suoi follower. Mi potrebbe rivelare quanto vale per le imprese un’immagine perfetta su Instagram con Zoë Pastelle?

Io non le chiedo quanto ha guadagnato oggi.

Quanto ha guadagnato nel 2018?

Non lo so.

Secondo lei come mai il marketing degli influencer riscontra un tale successo?

Si può gettare uno sguardo nella vita di una persona attraverso le fotografie private che lei stessa ha scelto di condividere. Ciò genera una sensazione di prossimità apparente, in particolare quando si tratta di celebrità. Mi è già capitato di salutare qualcuno nel corso di un evento e di rendermi conto subito dopo che in realtà non lo conoscevo personalmente, ma che semplicemente lo seguivo da tempo su Instagram. Inoltre, la comunità alla quale fa riferimento un influencer è delimitata in modo chiaro. Contrariamente, ad esempio, ad un cartellone pubblicitario, posizionato da qualche parte in città e di fronte al quale non si sa chi passerà, nel caso di Instagram si sa perfettamente a chi ci si rivolge.

Nel documentario della SRF «Il mondo degli influencer», lei ha dichiarato: «Cerco di fare tutto ciò che mi fa piacere». Cosa le fa più piacere in quanto influencer?

C’è una cosa che mi affascina in modo identico in entrambe le mie professioni, quella di influencer e quella di attrice: la possibilità di calarmi in ruoli molto differenti. Ciò accade, ovviamente, soprattutto nella recitazione poiché è possibile indossare i panni di personaggi completamente diversi rispetto alla propria personalità. È divertente e, allo stesso tempo, rappresenta una sfida. Come influencer, posso anche ispirare alcune persone. Di recente una delle mie follower mi ha inviato un messaggio davvero adorabile.

Cosa le ha scritto?

Che l’avevo incoraggiata a passare ad un’alimentazione vegana.

Lei viene invitata a sfilate di moda in tutto il mondo. Qual è stato l’evento più folle al quale le è capitato di assistere finora?

L’«Harper’s Bazaar Icon Party» a Manhattan, nel corso della fashion week di New York. Mi aveva invitata Swarovski Svizzera. Mi sono ritrovata al fianco del top del top delle celebrità. Da Selena Gomez alle Kardashian, passando per la top model Cindy Crawford. Ho scattato una fotografia con sua figlia, Kaia Gerber, che lavora come modella ottenendo grande successo. Sa, ero per così dire la sola «no name» («sconosciuta») sul posto.

Come si fa mantenere la propria autenticità quando si è influencer?

Dico sempre che non pubblico su Instagram niente di diversi rispetto a ciò che condividerei con la mia migliore amica.

Ogni giorno, vengono creati nuovi account Instagram. Ritiene che il mercato possa diventare ben presto saturo e che non ci sia quindi più posto per nuovi account? Oppure, detto altrimenti: cosa farebbe se, dopodomani, nessuno cercasse più Zoë Pastelle su Instagram?

Onestamente la cosa non mi fa paura. Sento dentro di me come una fiducia fondamentale nell’universo. Sono convinta che, nella mia vita, farò sempre delle cose che andranno bene per me e delle quali avrò voglia. In ogni caso, ho ancora un sacco di idee in testa che non sono riuscita a mettere in pratica finora. Per cui, se l’interesse mediatico nei confronti di Instagram dovesse finire domani, per me in realtà non sarebbe altro che l’occasione per fare tutto ciò che non ho avuto il tempo di fare fino ad adesso.

Ciò potrebbe accadere più presto di quanto si possa immaginare: l’agenzia pubblicitaria Jung von Matt/Sports ha realizzato un’inchiesta sugli influencer e ne ha intervistati 1'200 tra i più noti e le più note. Conclusione: il picco è già dietro di noi.

Il mestiere di influencer presenta determinate specificità: chi lo pratica deve essere giovane e diventa spesso celebre prima di avere vent’anni. Lei com’è riuscita a gestire la pressione?

La pressione è molta, è vero, e cresce ogni giorno. Ciò è dovuto anche al fatto che un numero sempre maggiore di persone, dotate di grande capacità, si lancia nell’avventura. Malgrado tutto, la mia «USP», ovvero la mia strategia-chiave per le vendite, è e resta legata alla mia autenticità e al mio rimanere fedele a me stessa. Sul lungo termine non me ne verrebbe niente se tentassi di imitare altri influencer. Devo seguire la mia strada. Il mio successo è forse anche dipeso dal fatto che mi sono costantemente reinventata nel corso degli ultimi anni.

La vita da influencer può dare alla testa? Elle Mills...

… Eravamo insieme a Berlino qualche mese fa…

… ha pubblicato l’anno scorso un video intitolato «Esaurita a 19 anni». Nel filmato confessa di essersi sbagliata e che quello di YouTuber non era il mestiere dei suoi sogni.

Ok, non lo sapevo.

Con 30 milioni di abbonati, lo spagnolo e superstar dei videogioghi Ruben Gundersen gestiva il terzo più grande canale YouTube prima di annunciare nel maggio del 2018 il suo ritiro, per una durata di tempo indeterminata, dipeso dal fatto che non sopportava più la pressione.

Non fatico a immaginare che cose di questo genere possano accadere. La pressione è veramente molto forte e non è normale dover essere così pronti quando non sia hanno ancora vent’anni.

Lei ne ha 19. Per quale ragione si impegna così tanto?

Le persone si aspettano qualcosa. Ma confesso che è difficile garantire ogni giorno un nuovo picco.

Come fa a riuscirci?

Ho numerose/i amiche/i il cui universo non è Instagram. Penso che mi consentano di mantenere un legame con la vita vera. La mia migliore amica ogni tanto mi strappa perfino dalle mani il cellulare. Ma in verità gestisco abbastanza bene la situazione. Quando incontro qualcuno per la prima volta mi viene detto regolarmente: «Wow, incredibile. Sono quattro ore che siamo attorno a questo tavolo e non hai guardato neanche una volta il cellulare». Il contatto diretto è qualcosa di estremamente importante per me. Mi piace molto parlare con le persone.

Mi permetto di tornare ancora una volta alla mia domanda: come fa a gestire la pressione?

In verità non lo so esattamente. Mia madre è certamente il mio scoglio in mezzo alla tempesta. Così come mio fratello ovviamente. E lo yoga, allo stesso modo, è molto importante in questo senso. È un momento nel quale sono totalmente concentrata su me stessa. Si tratta di una cosa essenziale per poter essere creativi e rimanere tali. Mi capita anche regolarmente di meditare.

Qualche settimana fa, Lara Gut-Behrami ha chiuso tutti i suoi account sui social network: ha mai pensato di farlo?

Chi è Lara Gut-Behrami?

Una delle migliori sciatrici alpine della Svizzera.

Capisco le persone che chiudono tutti gli account o abbiano voglia di prendersi una pausa. Allo stesso tempo, penso che sia un peccato far sparire tutto. Anche perché tutto ciò rappresenta comunque parecchio tempo e tanto lavoro.

Parlando in termini generali: la vita è più facile per le persone di bell'aspetto?

Dipende da che cosa intende per «più facile». Ci sono persone per le quali l’unico obiettivo nella vita è andare al maggior numero possibile di feste mondane. Da questo punto di vista, la vita è effettivamente più semplice se, fisicamente, la natura ti ha concesso un bell’aspetto. Ma non è l’obiettivo che perseguo nella mia vita.

Eppure anche lei va spesso a delle serate «cool».

È vero, ma non è la cosa più importante della mia vita. Ciò che conta di più sono le relazioni con le persone, la mia famiglia, le mie amiche e i miei amici.

Quali sono le stranezze della sua migliore amica che ogni tanto la fanno arrabbiare?

Trovo le sue stranezze adorabili. Ad esempio: spesso mi dice che dovrei fare una pausa, andare a passare una settimana in montagna. D’altra parte ha certamente ragione.

E cosa la innervosisce di più di sua madre?

Mia madre si occupa anche troppo di me. Non c’è altra persona al mondo che si prenda altrettanto cura di me. È per questo che, di tanto in tanto, le devo ricordare di non occuparsi costantemente di sua figlia ma di fare anche qualcosa per sé stessa.

Bisogna essere sempre riconoscenti nei confronti dei genitori?

Penso di sì.

Pensa spesso al suo futuro?

No, non spesso. Tendo a concentrarmi molto sul presente.

Le donne cosa sanno fare meglio degli uomini?

Un sacco di cose.

Gli uomini cosa sanno fare meglio delle donne?

Nulla.

Alla domanda «fondare una famiglia», risponde di sì o di no?

Un giorno o l’altro senza dubbio, ma non adesso.

Quale tipo di uomo trova affascinante?

Quelli che hanno dello humour.

È innamorata?

Solo Dio lo sa.

Gli influencer che ama di più in assoluto?

Mi piace il blog sullo yoga di Jana Elisi. Per quanto riguarda l’alimentazione, mi piace lasciarmi ispirare dalla mia amica Nadia Damaso. E trovo i consigli sulla moda di Lena Lademann super interessanti, perché lei non prende mai la vita troppo sul serio e le piace prendere in giro il nostro ambiente.

Sul suo account Instagram c’è scritto: Parigi, Berlino, base a Zurigo, e la lista continua. Dov’è che si sente a casa?

Mi sento a casa nel luogo in cui vivono la mia famiglia e i miei amici. Dove posso mantenere un legame con la vita vera. Mi sento a casa a Zurigo. Sono figlia di questa città.

Il suo prossimo appuntamento?

Con un fotografo per discutere di immagini che scatteremo in futuro. E poi, è bene che ripassi l’esame teorico della patente di guida, visto che lo sosterrò tra poco. Purtroppo, finora non ho imparato molto, per cui devo recuperare il tempo perso. È tipico di me. Faccio sempre tutto all’ultimo momento.

Arrivederci. E di nuovo: Zoë mi abbraccia.

Il giornalista di «Bluewin» Bruno Bötschi si lancia regolarmente in un gioco di domande e risposte con le celebrità all'interno della sua rubrica «Bötschi domanda». È ormai un grande esperto in materia di interviste. Scrive da molti anni per il magazine «Schweizer Familie» la serie «Traumfänger» (l'acchiappa-sogni). Ha domandato a più di 200 personalità quali fossero i loro sogni da bambini. Un libro che contiene tutte queste interviste è stato pubblicato da Applaus Verlag a Zurigo. È disponibile in tutte le librerie.
Il giornalista di «Bluewin» Bruno Bötschi si lancia regolarmente in un gioco di domande e risposte con le celebrità all'interno della sua rubrica «Bötschi domanda». È ormai un grande esperto in materia di interviste. Scrive da molti anni per il magazine «Schweizer Familie» la serie «Traumfänger» (l'acchiappa-sogni). Ha domandato a più di 200 personalità quali fossero i loro sogni da bambini. Un libro che contiene tutte queste interviste è stato pubblicato da Applaus Verlag a Zurigo. È disponibile in tutte le librerie.
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