CinemaAddio a M. Emmet Walsh, il capitano Bryant di Blade Runner
SDA
21.3.2024 - 19:01
A tre giorni dal suo 89esimo compleanno si è spento al Kerbs Memorial Hospital di St. Albans, in Vermont, per un infarto cardiaco, uno degli attori caratteristi più popolari del cinema americano degli ultimi cinquant'anni, M. Emmet Walsh.
Keystone-SDA
21.03.2024, 19:01
21.03.2024, 19:04
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Nato a Ogdensburg (New York) nel 1935, ha dato vita a oltre 200 personaggi tra piccolo e grande schermo, con gemme come il capitano Bryant in «Blade Runner» (1982) di Ridley Scott o il detective privato Loren Visser in «Blood Simple» dei fratelli Coen (1984) per il quale vince l'Independent Spirit Award in una carriera che avrebbe meritato molti più riconoscimenti.
L'amore per la recitazione lo sviluppa alla Clarkson University dove contemporaneamente ai corsi in Business Administration (materia in cui si laurea) partecipa a vari spettacoli teatrali dell'ateneo. Prosegue poi gli studi da attore alla American Academy of Dramatic Arts e il debutto a Broadway arriva nel 1969 a fianco di Al Pacino in «Does a Tiger Wear a Necktie?».
Imponente fisicamente, sguardo ironico e talento versatile, al cinema debutta nel 1969, con «Alice's Restaurant» di Arthur Penn, dando il via a una carrellata di ruoli di contorno, viaggiando fra i generi e trovandosi a recitare con tutto il gotha di Hollywood a cavallo tra le generazioni.
Un percorso che passa per «Il piccolo grande uomo», sempre di Penn (1970) con Dustin Hoffman, «Ma papà ti manda sola?"(1972) di Peter Bogdanovich con Barbra Streisand; «Serpico» (1973) di Sidney Lumet, dove ritrova Al Pacino; «Prigioniero della seconda strada» di Melvin Frank (1975) con Jack Lemmon e Anne Bancroft; «Colpo secco» (1977) di George Roy Hill con Paul Newman; «Brubaker» (1980) di Stuart Rosenberg con Robert Redford che poi lo vuole fra gli interpreti del suo esordio alla regia, «Gente comune» (1980) e più avanti in «Milagro».
Senza dimenticare, fra gli altri, «Silkwood» (1983) di Mike Nichols con Mery Streep; il ritorno con i Coen in «Arizona Junior» (1987); «Il momento di uccidere» (1996) di Joel Schumacher che lancia Matthew McConaughey; «Romeo + Giulietta» (1996) di Baz Luhrmann con Leonardo DiCaprio; «Il matrimonio del mio migliore amico» (1997) di P.J. Hogan, con Julia Roberts; «Wild Wild West» (1999) di Barry Sonnenfeld con Will Smith; «Destini incrociati» (1999) di Sydney Pollack con Harrison Ford fino, tra i titoli più recenti, a film come «Cena con delitto» (2019) di Rian Johnson.
«Ho una laurea in marketing al college. Il marketing è vendita. Io sono il prodotto e sono sempre stato bravo a propormi – aveva spiegato a proposito della sua carriera -. Anche se non basta. Devi essere fortunato, essere nel posto giusto al momento giusto».
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