Epidemia Covid-19: forte progressione delle varianti anche in Svizzera

kd, ats

6.7.2021 - 17:40

La situazione epidemiologica del Covid-19 è molto buona in Svizzera, ma si osserva anche una forte progressione delle varianti del SARS-CoV-2. Lo hanno sottolineato gli esperti della Confederazione in una conferenza stampa odierna.
La situazione epidemiologica del Covid-19 è molto buona in Svizzera, ma si osserva anche una forte progressione delle varianti del SARS-CoV-2. Lo hanno sottolineato gli esperti della Confederazione in una conferenza stampa odierna.
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La situazione epidemiologica del Covid-19 è molto buona in Svizzera, ma si osserva anche una forte progressione delle varianti del SARS-CoV-2. Lo hanno sottolineato gli esperti della Confederazione in una conferenza stampa odierna.

Keystone-SDA, kd, ats

Ci sono cifre molto basse per nuove infezioni e positività nella popolazione, nonostante un lieve aumento negli ultimi giorni. In giugno il numero di nuovi contagi si è dimezzato, per arrivare fino al livello più basso dell'estate scorsa. Attualmente il tasso di positività è di circa 1,3%, e nelle ultime due settimane l'incidenza i casi di infezione risultano 21 su 100'000 abitanti. La situazione epidemiologica è dunque molto, molto buona, ha sottolineato Virginie Masserey, responsabile della sezione di controllo delle infezioni dell'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP).

Ma la parte delle infezioni dovute alla cosiddetta variante Delta del SARS-CoV-2 cresce notevolmente anche in Svizzera e dobbiamo rimanere molto attenti, ha aggiunto Masserey. Questa variante ultimamente ha raddoppiato il numero di casi ogni settimana, e ora costituisce circa il 30% di tutti i contagi. Il diffondersi della Delta potrebbe spiegare il rapido aumento dei nuovi casi di infezione negli ultimi giorni.

Non si ha ancora una chiara spiegazione di questa evoluzione, ma verosimilmente vi hanno contribuito diversi fattori quali una maggiore infettività abbinata a più aperture e a più mobilità della popolazione, ha spiegato l'esperta. Sono in particolare i giovani a rimanere infettati; e non sorprende che la variante circoli soprattutto fra i non vaccinati. Ma bisognerà attendere qualche settimana per vedere l'impatto in termini di malattie gravi e decessi, che è ciò che più importa.

Osservando quanto succede nel Regno Unito e in Israele, dove la variante Delta domina da qualche tempo, si nota che c'è un deciso aumento delle nuove infezioni ma non delle ospedalizzazioni. Ciò indica chiaramente l'importanza e l'efficacia di una quota elevata di popolazione vaccinata, ha sottolineato Virginie Masserey.

I vaccini sono quindi la risposta adatta e quelli autorizzati in Svizzera sono molto efficaci, ha detto Martin Ackermann, presidente della Task Force scientifica della Confederazione. Attualmente il 52% della popolazione ha ricevuto una dose di vaccino, un tasso che fra gli adulti arriva al 63%. Ma solo al 38% di tutta la popolazione sono state somministrate due dosi. C'è poi il 20% degli ultra settantenni che non è immunizzato.

Per per i livelli di ospedalizzazioni e decessi è molto importante la quota di vaccinati fra gli ultra cinquantenni, ha ricordato Ackermann. Ma per contrastare il diffondersi del virus è prezioso qualsiasi aumento del tasso di vaccinazioni in qualsiasi fascia della popolazione. E per arrivare meglio preparati in autunno, il buon momento per farlo è adesso, poiché bisogna calcolare che occorrono sei settimane affinché l'immunizzazione sia completata. Inoltre anche l'efficacia delle mascherine è provata da molti studi. Si potrà quindi togliere l'obbligo dell'uso solo quando quasi tutta gran parte della popolazione sarà vaccinata.

Dal canto suo, Christoph Küng di Swissmedic ha tenuto a sottolineare che, malgrado le notizie spesso erroneamente diffuse, «finora in Svizzera non c'è stato nessun caso di morte da imputare ai nostri vaccini». Su oltre sette milioni di dosi somministrate ci sono state 3400 comunicazioni di sospetti effetti collaterali, due terzi dei quali non gravi. Per caso grave si intende che comporti l'ospedalizzazione, disabilità persistenti o decesso. E contrariamente a un altro mito molto diffuso, i dati di fatto mostrano che non c'è alcun indizio di un influenza dei vaccini sulla fertilità.