Diversi Crisi degli oppiacei: i medici nel mirino delle autorità

Sadie Gurmann, AP

15.1.2018

Negli Stati Uniti li chiamano «pill mills»: si tratta di studi medici che prescrivono oppiacei in grandi quantità, anche a pazienti che non ne avrebbero alcun bisogno. Le autorità vogliono ormai adottare un nuovo approccio al fine di arginare questo fenomeno in piena espansione.

In certi ambienti, un piccolo studio specializzato nella terapia del dolore era noto da molto tempo. I pazienti percorrevano centinaia di chilometri pur di farsi visitare dal dottor Andrzej Zielke. Quest’ultimo prescriveva loro degli antidolorifici: sostanze potenti che hanno contribuito all’insorgere della peggiore epidemia di tossicomania della storia degli Stati Uniti.

La polizia di East Liverpool, nello stato americano dell’Ohio, suppone che questa coppia abbia consumato eroina prima perdere conoscenza.
La polizia di East Liverpool, nello stato americano dell’Ohio, suppone che questa coppia abbia consumato eroina prima perdere conoscenza.
Keystone

Almeno uno dei pazienti del dottor Zielke è morto a causa di un’overdose. Secondo gli inquirenti, altri erano diventati talmente dipendenti dall’ossicodone e da altre sostanze che la sala d’attesa dello studio, situato nella periferia di Pittsburgh, era sempre piena. In molti casi i medicinali venivano rivenduti dai pazienti, nel quartiere malfamato della contea di Allegheny, nello Stato americano della Pennsylvania. In questa area, i decessi legati alla droga hanno raggiunto una cifra record lo scorso anno.

A detta del medico, non c’è nulla da rimproverargli

Robert Cessar, avvocato particolarmente esperto, è venuto a conoscenza delle pratiche di questo medico solo quando gli impiegati del ministero della Giustizia di Washington gli hanno fatto pervenire un dossier sulla questione. I documenti hanno confermato a Robert Cessar ciò che molti pazienti di Andrzej Zielke, la maggior parte originari di Stati come Ohio e Virginia, sapevano già: il medico, che proponeva una terapia a base di ossigeno-ozono e dei rimedi a base di piante, prescriveva degli stupefacenti capaci di generare dipendenza estremamente elevata. Anche quando i pazienti non avevano neppure realmente bisogno di tali sostanze.

Sono state dunque avviate delle azioni giudiziarie: Andrzej Zielke deve rispondere di truffa e di dispensazione illegale di sostanze controllate dallo Stato. Da parte sua, il medico ha respinto le accuse e ha confidato all’agenzia di stampa AP di aver praticato una medicina alternativa. Molti dei suoi pazienti gli avrebbero anche voltato le spalle, poiché non avrebbe prescritto loro gli antidolorifici desiderati.

I database dei medici nel mirino

Le indagini su Andrzej Zielke rappresentano le prime di un nuovo gruppo d’inchiesta. Quest’ultimo può contare su un ampio accesso ai database relativi ai farmaci sottoposti a ricetta medica e può ad esempio verificare quali siano i medici che prescrivono più di frequente determinate sostanze, comprendere da dove vengano i pazienti e sapere se essi sono deceduti o se si siano recati in un pronto soccorso nei 60 giorni successivi alla visita presso il dottore.

Questi dati permettono anche di procedere ad un lavoro d’inchiesta tradizionale, con visite presso studi medici da inquirenti sotto copertura che si fanno passare per pazienti, nonché con l’utilizzo di informazioni segrete. Ma il nuovo approccio permette agli investigatori di guadagnare tempo prezioso: possono lavorare infatti molto più rapidamente sui medici che fanno maggiore ricorso a prescrizioni per certe sostanze. «Queste informazioni ci forniscono indicazioni alle quali non avremmo avuto accesso in altro modo», dichiara Robert Cessar. Per condurre un’inchiesta, non c’è più bisogno di informatori segreti piazzati nelle strade: basta lo schermo di un computer.

100 cittadini statunitensi muoiono ogni giorno di overdose

Nel 2016, l’abuso di oppiacei ha provocato più di 64.000 vittime negli Stati Uniti. Lo scorso anno, di fronte al dilagare del problema, il presidente Donald Trump ha perfino proclamato lo stato di emergenza sanitaria. Tuttavia, anziché stanziare più risorse per gli organismi federali che lottano contro la dipendenza da antidolorifici, il governo è orientato a tagliare i finanziamenti. E il Congresso, a maggioranza repubblicana, non sembra volersi affrettare a sbloccare fondi supplementari. Nel frattempo, circa 100 cittadini americani muoiono ogni giorno per un’overdose da oppiacei.

Strumenti come il nuovo sistema di analisi dei dati sono dunque più che benvenuti per gli inquirenti, desiderosi di chiudere rapidamente tutti i «pill mills», strutture che permettono a coloro che cercano antidolorifici di ottenere un accesso permanente a tali sostanze. Le autorità riconoscono tuttavia che in molti casi le prescrizioni in grandi quantità da parte dei medici sono legittime. È per questo che gli investigatori non intervengono ogni volta che si trovano in presenza di un ampio numero di ricette. Ciò che pone loro la pulce nell’orecchio, sono piuttosto i dentisti, gli psichiatri e i ginecologi che prescrivono regolarmente oppiacei.

È largamente riconosciuto che le ricette mediche sono spesso il punto di partenza verso la dipendenza da antidolorifici. Che a sua volta conduce al consumo di droghe illegali ancor più pericolose, come il fentanyl. Lo scorso anno, negli Stati Uniti, questa droga ha provocato per la prima volta più vittime che tutti gli altri stupefacenti leciti o illeciti (come nel caso, rispettivamente, degli antidolorifici o dell’eroina). Lo specialista Andrew Kolodny, fondatore del gruppo «Physicians for Responsible Opioid Prescribing» (Medici per la prescrizione responsabile degli oppiacei), ritiene che sia una buona cosa che gli inquirenti si concentrino sui «medici che prescrivono droghe». Ma ciò non basta. Secondo Kolodny, «devono andare a cercare i pesci più grossi. I distributori legali di narcotici e i grossisti che commettono massacri su larga scala, ma restano impuniti».

Andrzej Zielke chiede ai propri pazienti 250 dollari a visita. Ritiene che le accuse mosse contro di lui siano ingiuste. A suo avviso, il governo dovrebbe piuttosto incoraggiare l’introduzione di «terapie alternative. E dovrebbe determinare per quale ragione così tante persone soffrano di dolori». Da parte sua, il ministro della Giustizia ha un altro obiettivo: utilizzare l’approccio basato sull’analisi dei dati sull’insieme del territorio americano, e farlo nel più breve tempo possibile. Ponendo così un termine al ricorso crescente ai «pill mills».

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