Il chitarrista Thomas Raggi (a sinistra) e la bassista Victoria De Angelis dei Maneskin hanno suonato martedì sera al Montreux Jazz Festival.
Damiano, il cantante dei Maneskin, a di nuovo dato prova del suo carisma fuori dal comune martedì sera al Montreux Jazz Festival.
I Måneskin reinterpretano con brio il glam rock - Gallery
Il chitarrista Thomas Raggi (a sinistra) e la bassista Victoria De Angelis dei Maneskin hanno suonato martedì sera al Montreux Jazz Festival.
Damiano, il cantante dei Maneskin, a di nuovo dato prova del suo carisma fuori dal comune martedì sera al Montreux Jazz Festival.
Con 15 brani e 75 minuti di concerto, i Måneskin hanno fatto vibrare l'Auditorium Stravinski martedì sera al Montreux Jazz Festival. Degno dell'appoggio di Iggy Pop e Mick Jagger, il gruppo romano ha reinterpretato con brio i codici del glam rock.
Quando alle 21:45 in punto, il gruppo intona «Zitti e Buoni», brano che ha fatto vincere alla band romana l'Eurovision lo scorso anno a Rotterdam, il pubblico reagisce d'impeto.
Le fondamenta del rock
Le fondamenta del rock – voce, chitarra, basso, batteria – vengono messe alla prova. Il carisma del cantante Damiano scoppia sui due schermi giganti dell'Auditorium Stravinski.
L'energia dei giovani musicisti romani, appena più che ventenni, è immensa e il piacere di suonare insieme è palpabile. Il ritmo di Ethan alla batteria è potente e rapido, Victoria esegue una linea di basso perfetta mentre suona con Thomas, il chitarrista, in posizioni assurde. Damiano magnetizza la sala con la sua voce roca e la sua bellezza.
I brani si susseguono: la folla riconosce il loro ultimo singolo «Super Model» e il precedente «Mammamia». Quest'ultimo è una presa in giro delle voci di corridoio che accusavano il cantante di aver sniffato cocaina durante l'Eurovision.
I quattro giovani italiani suonano anche molte cover come «Beggin» dei Four Seasons, «Womanizer» di Britney Spears, ma soprattutto «I wanna be your dog» di Iggy Pop & the Stooges. A mo' di saluto per l'Iguana, i musicisti si tolgono le magliette. Il pubblico pende dalle loro labbra e forma un tutt'uno con il gruppo quando proseguono con il loro brano «I wanna be your slave», penultima canzone della serata.
Una ventina di giovani in prima fila, non hanno di certo dovuto pentirsi di essere lì perché il gruppo li fa salire sul palco per l'ultimo brano. Sui due schermi giganti, i loro sorrisi immensi mentre pogano.
Le luci si riaccendono troppo in fretta
Le luci si riaccendono troppo in fretta. Il pubblico fischia, vuole di più, ma i Måneskin non ritornano sul palco. Gli spettatori scendono le scale dello Stravinski ritrovandosi bloccati sul marciapiede davanti alla sala.
Le auto circolano a fatica talmente la folla è densa. Nessuno vuole perdersi l'occasione di vedere i Måneskin lasciare il Montreux Jazz. La stessa folla compatta si ritrova poi in piedi sui treni, lasciando Montreux con i riff di Thomas nelle orecchie e l'impronta della bellezza insolente di Damiano e del batterista Ethan impressa nella mente.