Ucraina L'ammiraglia di Putin in fiamme, Kiev rivendica il raid

SDA

14.4.2022 - 21:59

L'ammiraglia della flotta russa nel mar Nero naviga in fiamme verso il porto di Sebastopoli, nella Crimea in mano a Mosca, "probabilmente" nel tentativo di ripararla.
L'ammiraglia della flotta russa nel mar Nero naviga in fiamme verso il porto di Sebastopoli, nella Crimea in mano a Mosca, "probabilmente" nel tentativo di ripararla.
Keystone

L'ammiraglia della flotta russa nel mar Nero naviga in fiamme verso il porto di Sebastopoli, nella Crimea in mano a Mosca. Dopo ore di rivendicazioni e smentite, è il Pentagono a chiarire al mondo che l'incrociatore lanciamissili Moskva è ancora a galla.

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Colpito da missili antinave Neptune sparati ieri sera dalle difese di Odessa, come afferma Kiev, o danneggiato dall'esplosione delle munizioni che trasportava in seguito a un incendio sviluppatosi a bordo, come spiega Mosca. Ma comunque non affondato. «Non siamo sicuri di cosa sia successo. Ma c'è stata almeno un'esplosione, piuttosto grande, che ha causato danni estesi», hanno fatto sapere dalla Difesa americana. Secondo cui, in ogni caso, altre navi russe che si trovavano nelle vicinanze si sono spostate verso sud. Segnale, questo, del probabile timore di un attacco da terra.

Nel cinquantesimo giorno di guerra, la perdita del Moskva alla flotta russa – evento dal forte impatto simbolico per il morale dei combattenti su entrambi i fronti – monopolizza l'attenzione e scatena i timori di rappresaglie su Odessa, dove sono state udite alcune esplosioni, anche se il comando operativo dell'Ucraina meridionale assicura che «al momento non c'è pericolo per la popolazione civile».

Mosca, intanto, è tornata ad accusare le forze di Kiev di aver preso di mira villaggi in territorio russo vicino al confine, bombardando edifici residenziali nella regione di Belgorod e Bryansk, senza provocare vittime. Nel villaggio di Klimovo, però, ci sarebbero 7 feriti, tra cui una donna incinta e un bambino. Accuse che le autorità militari di Kiev respingono al mittente come un tentativo di «alimentare un'isteria anti-ucraina in Russia».

A Mariupol, la resistenza appare sempre più allo stremo. Il consigliere dell'ufficio del presidente Volodymyr Zelensky, Oleksiy Arestovych, ha annunciato che i fanti di marina della 36/ma brigata, rimasti isolati nella città assediata, sono stati fatti prigionieri dall'esercito russo. «Ma non si tratta di mille soldati ucraini, molti meno», ha precisato, riferendosi all'annuncio di Mosca secondo cui 1026 militari si sarebbero arresi.

I raid russi continuano anche nel Donbass e nelle regioni circostanti dell'est del Paese, con l'obiettivo di fiaccare le difese prima dell'offensiva di terra, per cui da giorni decine di migliaia di soldati convergono verso i territori già in parte controllati dai separatisti. A Slobozhansky, nel nord-est, le forze di Mosca stanno conducendo la ricognizione dei probabili luoghi dell'attacco, mentre continua il blocco parziale di Kharkiv. Sistematici raid missilistici e di artiglieria sono stati denunciati sulle infrastrutture militari e civili anche a Donetsk, specie nei distretti di Slavyansk, Popasna e Kurakhovo, e a Zaporizhzhia.

In vista della grande battaglia del Donbass, gli Usa hanno promesso di far giungere «le nuove armi all'Ucraina in meno di una settimana», precisando che «poi le forze di Kiev le porteranno nell'est» e lanciando un monito a Mosca: «Se i russi dovessero colpire una qualsiasi parte di territorio della Nato, dove le attrezzature militari vengono assemblate, questo comporterebbe l'invocazione dell'articolo 5 e cambierebbe completamente il gioco», «ha avvertito il consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan dopo che ieri Mosca aveva definito «obiettivi militari legittimi i veicoli Usa e Nato che trasportano armi e munizioni attraverso il territorio ucraino».

Nel frattempo, non si ferma la ricognizione degli orrori. Le autorità ucraine hanno riferito di aver recuperato da inizio aprile nell'area di Kiev abbandonata dai russi i corpi di 765 civili, tra cui 30 bambini. «Questo è solo l'inizio. Abbiamo appena iniziato a lavorare nelle città più grandi come Borodyanka, Hostomel, Irpin e Bucha», ha detto il vice procuratore capo della regione, Oleh Tkalenko.

Nonostante le atrocità, resta comunque aperto il canale per gli scambi di prigionieri. Kiev ha fatto sapere che ne è stato effettuato un quarto, che ha permesso di riportare in Ucraina 22 militari e 8 civili, tra cui una donna.