Moda La 'Love Parade' di Gucci su Hollywood Boulevard

SDA

3.11.2021 - 14:39

Un momento della sfilata di Gucci a Los Angeles.
Un momento della sfilata di Gucci a Los Angeles.
Keystone

Più che una sfilata, una 'Love Parade' su Hollywood Boulevard, a Los Angeles: così Gucci ha festeggiato ieri sera i suoi 100 anni, con il primo show in presenza dopo la pandemia.

«La mia Hollywood – dice il direttore creativo Alessandro Michele – è per la strada, è uscita dai set dei film, le mie divinità sono le persone per la strada».

Tra i modelli e le modelle, sono usciti dal Chinese Theatre per sfilare sulla Walk of Fame anche star di Hollywood come Jared Leto e Macaulay Culkin, insieme alla cantautrice St Vincent e all'artista Miranda July.

Tra il pubblico erano sedute Miley Cyrus e Billie Eilish, Gwyneth Paltrow e Diane Keaton, Dakota Johnson e Serena Williams. Tutte «divinità pagane» di quel tempio chiamato Hollywood che Michele sognava da bambino: «Sono cresciuto con mia madre che – racconta il designer – parlava quasi solo di questo Olimpo americano, delle divinità della West Coast e ne sono stato completamente influenzato, tanto che volevo fare il costumista.

Questo era il posto prescelto dal destino per abbracciare di nuovo la vita». E per farlo all'insegna del desiderio, perché «è qui – dice ancora Michele – che ho incontrato le persone più stravaganti, fuori tempo, refrattarie a qualsiasi idea di ordine. Le ho sempre osservate come in processione alle pendici dell'acropoli dei sogni. Bramose di offrirsi in dono nella loro unicità».

Questa «parata di esseri incantati e profondamente liberi» – tra piume e paillettes, balze, top in vinile, pellicce colorate e vaporose, look bondage, pizzi e strascichi, leggings e mocassini, completi doppiopetto e occhiali da diva – vive la moda «come fanno gli animali, come una possibilità di cambiare pelle» e di dare un nuovo senso alle cose, proprio partendo dal desiderio.

«Nella cosmogonia americana – spiega il designer – è bellissimo come alcuni capi perdano il loro significato iniziale per trasformarsi in altro, io ho utilizzato questi cappelli come oggetto seduttivo, di grande liberazione, perché li ho visti nei club queer, hanno un po' sbeffeggiato il mondo del cinema e sono finiti sulle teste di tutti».

Non a caso, tra le star della sfilata, anche Janaya Khan, leader del movimento Black Lives Matter, ricordato anche con una scritta su Hollywood Boulevard. Perché «la moda, l'arte, hanno il dovere di dar voce – sottolinea il designer – a ciò che c'è fuori nella strada».

Suggellata da «uno show che è un grande abbraccio, un ritorno all'umanità» fatto di «amore e libertà» per celebrare «il grande piacere di essere in vita». Un festeggiamento proseguito dopo la sfilata, con un after show con unlive dei Maneskin.

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