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Animali La morte dei rinoceronti era prevedibile: autopsia di un fiasco keniano
Fran Blandy, AFP / ATS
6.9.2018
Il trasferimento di 11 rinoceronti in un parco nazionale del sud-est del Kenya avrebbe dovuto essere una formalità. Si è trasformato invece in uno dei più grandi fallimenti della storia della protezione della fauna selvatica della nazione africana, lasciando basiti gli ambientalisti.
Secondo numerose testimonianze corredate da documenti consultati dall’agenzia AFP, numerosi allarmi erano stati emessi, ma poi ignorati se non messi a tacere, sulla salinità troppo elevata di un bacino idrico messo a disposizione per gli 11 animali, che alla fine sono morti nel mese di luglio per disidratazione. E ora si è passati alle accuse reciproche.
Alla fine di giugno, il ministro keniano del Turismo e della Fauna selvatica Najib Balala, assieme al WWF, aveva annunciato in pompa magna la conclusione di un progetto della durata di sei anni. Che prevedeva lo spostamento dei rinoceronti neri dai parchi di Nairobi e Nakuru (nel centro del Paese) verso una nuova riserva - un’immensa area di 100 chilometri quadrati - nel parco di Tsavo Est (nel sud-est).
Ma dopo aver bevuto dell’acqua pompata per loro dal sottosuolo, i rinoceronti sono morti uno dopo l’altro. Così, l’iniziativa del Servizio keniano per la Fauna (KWS), finanziata con un milione di dollari dal WWF, si è trasformata in un incubo.
Disidratazione e morte
Secondo il dottor Benson Kibore, direttore dell’Associazione keniana dei veterinari, che ha partecipato all’autopsia degli animali, l’acqua era talmente salata che avrebbe corroso una griglia di metallo nei pressi della pompa. Ciò ha chiaramente portato i rinoceronti ad avere ancora più sete. E a consumare perciò ancora più acqua. La lenta disidratazione dei loro corpi ha provocato anche un inaridimento dei loro tessuti e un aumento della densità del sangue.
Eppure una quindicina di test sull’acqua erano stati effettuati tra febbraio e maggio. I risultati, consultati dall’AFP ad agosto, indicavano un livello di salinità pericoloso. Secondo Kibore, i dati non sono stati comunicati ai veterinari neppure quando i primi rinoceronti si sono sentiti male: ciò ha fatto perdere tempo prezioso dal momento che inizialmente l’origine della malattia era ignota.
Quando il trasferimento è stato confermato «ero terrorizzato. Ero sicuro che ci sarebbe stato un problema», ha affermato da parte sua Nehemiah Rotich, ex responsabile del KWS.
«Interferenze» del WWF
Lo spostamento, previsto dall’organismo dirigenziale del KWS, era stato rifiutato numerose volte dal consiglio d’amministrazione dello stesso Servizio, proprio in ragione dei problemi idrici e della mancanza di vegetazione nella riserva.
Brian Heath, ex membro del consiglio, ha denunciato delle pressioni da parte del WWF affinché il trasferimento fosse effettuato. Di fronte al Parlamento, anche l’ex presidente del cda del KWS nonché celebre paloeoantropologo Richard Leakey ha puntato il dito contro le «interferenze» dell’associazione ambientalista.
L’organismo di cui facevano parte Leakey e Heath ha dato il via libera all’operazione nell’ottobre del 2017, ponendo come condizione un miglioramento delle condizioni della riserva. Alla fine di aprile i loro mandati sono scaduti e tre mesi dopo il trasferimento è stato effettuato, senza che il nuovo consiglio (non ancora nominato) potesse esprimersi sulla questione.
Braccio di ferro
Gli attuali responsabili del KWS, tra i quali i membri dell’esecutivo, si sono rifiutati di rispondere alle domande dell’AFP, ed in particolare alla richiesta di conoscere chi abbia alla fine approvato lo spostamento degli animali.
Altri elementi raccolti indicano come sulla questione ci sia stato un braccio di ferro: lo dimostrerebbe il resoconto di una riunione sulla questione datata maggio 2017, alla quale hanno partecipato alcuni responsabili del KWS e Martin Maluma, esperto di rinoceronti del WWF.
L’associazione nega qualsiasi ingerenza e lo stesso Maluma ritiene che la responsabilità ricada interamente sul KWS. «Mai abbiamo fatto qualcosa che fosse contrario alle necessità della specie che cerchiamo di proteggere», ha affermato all’AFP.
Secondo l’esperto, al di là delle variazioni meteorologiche, il WWF non era al corrente di alcun problema all’interno delle riserva e anzi aveva ricevuto «regolarmente garanzie da parte del KWS sulla situazione del sito e sulla sua sicurezza». Alcuni ex membri del consiglio d’amministrazione del Servizio keniano accusano il ministro della Fauna selvatica di aver autorizzato il trasferimento in loro assenza.
«Un’epoca buia»
Il membro del governo, da parte sua, nega ogni responsabilità e accusa a sua volta il cda, sostenendo che se i suoi membri fossero stati davvero contrari al progetto, avrebbero potuto votare per la sua cancellazione: «Se sapevo dell’acqua? Se sapevo che c’erano state obiezioni in seno al consiglio? Non ero al corrente di nulla».
Ma secondo Paula Kahambu, direttrice della ONG Wildlife Direce, il problema va perfino al di là della morte dei rinoceronti: «Ci sono stati errori a più livelli e il fatto che numerose autorità rifiutino di assumersi le loro responsabilità è molto preoccupante», ha dichiarato.
La costruzione recente di un ponte ferroviario nel parco nazionale di Nairobi, nonché di altre infrastrutture in aree protette, sono secondo la dirigente il segno di «un’epoca molto molto buia per il Kenya» e per la sua fauna selvatica.
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