Ucraina Necessari nuovi alloggi per profughi ucraini

cp, ats

31.3.2022 - 15:14

Secondo David Keller sono necessari nuovi alloggi alla luce del forte afflusso in Svizzera di profughi ucraini.
Secondo David Keller sono necessari nuovi alloggi alla luce del forte afflusso in Svizzera di profughi ucraini.
Keystone

Benché il forte afflusso di profughi dall'Ucraina sia ancora gestibile, il Centro federale di asilo di Zurigo, città tra le mète preferite, è al limite delle capacità.

cp, ats

Lo ha dichiarato oggi davanti ai media David Keller della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), aggiungendo che si stanno cercando alloggi nelle periferie con la collaborazione dell'esercito.

Attualmente, 4 mila persone – cui si aggiungono altri 4 mila richiedenti asilo di altri Paesi – sono alloggiate presso i Centri d'asilo della Confederazione, di cui 2 mila solo a Zurigo.

Da qui l'idea di trasferire i profughi in altre località. A tale scopo, si pensa alle piazze d'armi di Chamblon (VD) e Thun (BE), dove possono essere creati degli alloggi provvisori nelle palestre, prima della ripartizione di queste persone fra i Cantoni.

Per quanto riguarda i numeri, al momento circa 1000 persone giungono in Svizzera per ottenere protezione; da venti giorni la Confederazione ha incominciato a distribuire statuti di protezione S; ne vengono rilasciati in media 1000 al giorno, ha spiegato Keller (in totale finora oltre 18 mila). Per quanto attiene ai posti letti – oltre 9 mila in totale – «disponiamo ancora di una certa riserva federale, ma dobbiamo crearne fino a 3 mila».

Keller non ha nascosto che i Cantoni, una volta che i profughi sono stati registrati e hanno ricevuto lo statuto di protezione, siano confrontati con una grossa sfida per quanto attiene all'alloggiamento e alla scolarizzazione di giovani e bambini.

Secondo Andreas Walter della Conferenza delle scuole dell'obbligo, circa 3'100 bambini con lo statuto S si trovano in Svizzera. Tutti sono stati integrati in una scuola. Globalmente sono oltre 5 mila i giovani e i bambini in età scolastica provenienti dall'Ucraina presenti sul nostro territorio a fronte di un milione di giovani che frequentano le scuole dell'obbligo in Svizzera.

Nonostante le barriere linguistiche e la mancanza di docenti, «sappiamo che cosa funziona, sappiamo quali strutture sono necessarie e sappiamo che cosa dobbiamo fare», ha spiegato. L'esperienza accumulata ci permette di reagire rapidamente alle nuove situazioni.

Più i processi sono coordinati, più è probabile che i rifugiati ne beneficino a lungo termine, ha spiegato dal canto suo Christoph Niederberger, direttore dell'Associazione dei Comuni svizzeri. Quello che la Svizzera deve affrontare in questo contesto è un compito comune suddiviso la Confederazione, i cantoni e i comuni.

Niederberger ha sottolineato quanto sia importante fare affidamento sulle strutture esistenti. L'integrazione deve essere regolata. L'impegno della popolazione civile è quindi un'altra sfida. Per situazioni abitative sostenibili, sono necessari anche un monitoraggio e uno scambio di informazioni. Le scuole stanno facendo il necessario per integrare i bambini ucraini. Grazie alle esperienze raccolte durante le ultime crisi migratorie, come nel 2015 con la Siria, il sistema scolastico è pronto.