Oggi quest'isola nel lago d'Aral non è che un cumulo di rovine. Tuttavia, dagli anni '40 fino al suo crollo, l'Unione Sovietica vi ha condotto degli esperimenti di armi biologiche.
Il lago d'Aral, oggi quasi completamente in secca, si trova a cavallo fra il Kazakhstan e l'Uzbekistan. L'«isola della Rinascita», con il suo laboratorio di ricerca Aralsk-7, oggi non è altro che una penisola il cui sottosuolo nasconde rifiuti tossici particolarmente pericolosi risalenti agli anni della Guerra fredda. Sfogliate la nostra galleria di immagini per scoprire un altro luogo di stoccaggio di sostanze pericolose, stavolta in Groenlandia.
Nel 1958 l'esercito americano decide di installare un'enorme base militare fra i ghiacci eterni della Groenlandia, a 240 chilometri ad est della base aerea di Thulé. «Camp Century» doveva ufficialmente servire da base per esperimenti scientifici. In realtà, la base fu costruita nell'ambito del segretissimo «Project Iceworm»: fino a 600 testate nucleari, sepolte sotto il ghiaccio, dovevano essere schierate contro l'Unione Sovietica.
La base è alimentata da un proprio reattore nucleare, assemblato sul posto, ad una profondità di 8 metri sotto la neve.
Pianta del «Camp Century»: la base è composta da 21 tunnel scavati nel ghiaccio della lunghezza totale di 3000 metri. Vi si trovano, fra le altre cose, laboratori, un ospedale, una chiesa e un cinema.
Qui la Guerra fredda non era semplicemente tale, ma addirittura glaciale: alcuni imprevisti bloccarono il progetto. Le placche di ghiaccio si muovevano, rischiando di far crollare i tunnel. Questo pericolo comportò l'abbandono della base nel 1967.
Gran parte del materiale e delle strutture installate sotto i ghiacci a gran fatica, furono abbandonate sul posto: l'intero complesso dei 21 tunnel, di cui circa 9200 tonnellate di materiale da costruzione, 200 metri cubi di diesel e policlorobifenili e 24 metri cubi di acque di scarico e di raffreddamento leggermente radioattivi provenienti dal reattore.
Prima di essere abbandonato definitivamente, questo reame sotterraneo ospitò fino a 200 militari. Tuttavia, la Danimarca, di cui la Groenlandia fa parte, non ha mai saputo precisamente che cosa gli americani stessero facendo sul posto. Soltanto nel 1997 i dettagli del progetto furono resi noti.
«Quando i detriti furono sepolti, nessuno immaginava che un giorno sarebbero potuti tornare in superficie», ha dichiarato il climatologo canadese William Colgan. In foto: un ufficiale supervisiona i lavori al campo.
Nel 2016, Colgan e il glaciologo svizzero Horst Machguth hanno avvertito che la fusione dei ghiacci dovuta al riscaldamento climatico potrebbe provocare, nel giro di 70 anni, la risalita in superficie di tutti questi rifiuti tossici.
Gli scienziati temono una contaminazione e un inquinamento duraturo del mare e del suo ecosistema a causa delle acque tossiche derivanti dalla fusione dei ghiacci. In foto: una gru scava un'uscita di emergenza nel ghiaccio, mentre un'altra solleva un tunnel di riserva.
Nei mesi di luglio e agosto, gli scienziati hanno condotto una spedizione a «Camp Century» allo scopo di disegnare una carta dettagliata dei sotterranei tramite l'esame dei documenti. Secondo Machguth, soltanto in questo modo si potrà stabilire «se ci sono ancora sorprese». In foto: alcuni militari lavorano ad uno dei tunnel sotto il ghiaccio.
L'isola misteriosa nel Lago d'Aral
Oggi quest'isola nel lago d'Aral non è che un cumulo di rovine. Tuttavia, dagli anni '40 fino al suo crollo, l'Unione Sovietica vi ha condotto degli esperimenti di armi biologiche.
Il lago d'Aral, oggi quasi completamente in secca, si trova a cavallo fra il Kazakhstan e l'Uzbekistan. L'«isola della Rinascita», con il suo laboratorio di ricerca Aralsk-7, oggi non è altro che una penisola il cui sottosuolo nasconde rifiuti tossici particolarmente pericolosi risalenti agli anni della Guerra fredda. Sfogliate la nostra galleria di immagini per scoprire un altro luogo di stoccaggio di sostanze pericolose, stavolta in Groenlandia.
Nel 1958 l'esercito americano decide di installare un'enorme base militare fra i ghiacci eterni della Groenlandia, a 240 chilometri ad est della base aerea di Thulé. «Camp Century» doveva ufficialmente servire da base per esperimenti scientifici. In realtà, la base fu costruita nell'ambito del segretissimo «Project Iceworm»: fino a 600 testate nucleari, sepolte sotto il ghiaccio, dovevano essere schierate contro l'Unione Sovietica.
La base è alimentata da un proprio reattore nucleare, assemblato sul posto, ad una profondità di 8 metri sotto la neve.
Pianta del «Camp Century»: la base è composta da 21 tunnel scavati nel ghiaccio della lunghezza totale di 3000 metri. Vi si trovano, fra le altre cose, laboratori, un ospedale, una chiesa e un cinema.
Qui la Guerra fredda non era semplicemente tale, ma addirittura glaciale: alcuni imprevisti bloccarono il progetto. Le placche di ghiaccio si muovevano, rischiando di far crollare i tunnel. Questo pericolo comportò l'abbandono della base nel 1967.
Gran parte del materiale e delle strutture installate sotto i ghiacci a gran fatica, furono abbandonate sul posto: l'intero complesso dei 21 tunnel, di cui circa 9200 tonnellate di materiale da costruzione, 200 metri cubi di diesel e policlorobifenili e 24 metri cubi di acque di scarico e di raffreddamento leggermente radioattivi provenienti dal reattore.
Prima di essere abbandonato definitivamente, questo reame sotterraneo ospitò fino a 200 militari. Tuttavia, la Danimarca, di cui la Groenlandia fa parte, non ha mai saputo precisamente che cosa gli americani stessero facendo sul posto. Soltanto nel 1997 i dettagli del progetto furono resi noti.
«Quando i detriti furono sepolti, nessuno immaginava che un giorno sarebbero potuti tornare in superficie», ha dichiarato il climatologo canadese William Colgan. In foto: un ufficiale supervisiona i lavori al campo.
Nel 2016, Colgan e il glaciologo svizzero Horst Machguth hanno avvertito che la fusione dei ghiacci dovuta al riscaldamento climatico potrebbe provocare, nel giro di 70 anni, la risalita in superficie di tutti questi rifiuti tossici.
Gli scienziati temono una contaminazione e un inquinamento duraturo del mare e del suo ecosistema a causa delle acque tossiche derivanti dalla fusione dei ghiacci. In foto: una gru scava un'uscita di emergenza nel ghiaccio, mentre un'altra solleva un tunnel di riserva.
Nei mesi di luglio e agosto, gli scienziati hanno condotto una spedizione a «Camp Century» allo scopo di disegnare una carta dettagliata dei sotterranei tramite l'esame dei documenti. Secondo Machguth, soltanto in questo modo si potrà stabilire «se ci sono ancora sorprese». In foto: alcuni militari lavorano ad uno dei tunnel sotto il ghiaccio.
Il passato di questo luogo è legato ad un pericolo mortale. La città di Kantoubek è situata su di un'isola nel Lago d'Aral. È qui che, in passato, l'Unione Sovietica era solita svolgere esperimenti di armi biologiche. Le prove di tutto ciò sono semplicemente state sepolte sottoterra.
Il laboratorio di ricerca segreto Aralsk-7 entrò in servizio alla fine degli anni '40. Fino al crollo dell'Unione Sovietica avvento nel 1992, numerosi scienziati lavorarono sul posto allo sviluppo di armi biologiche mortali.
L'«isola della Rinascita» fu scelta per accogliere questa infrastruttura per la sua posizione ideale: trovandosi, all'epoca, ancora in mazzo al Lago d'Aral, risultava molto isolata e difficilmente accessibile. Inoltre, l'attuale Uzbekistan era situato nel cuore dell'Unione sovietica, ben lontano dall'occhio lungo delle spie americane.
Ciò non toglie che, in passato, l'isola sia stata teatro di numerosi incidenti mortali. C'è un caso risalente al 1971, per esempio, che resta tutt'ora un vero e proprio enigma. Mentre solcava le acque del lago, la nave oceanografica «Lev Berg» si era ritrovata ad attraversare una strana nebbia scura.
Qualche giorno dopo, una giovane scienziata che si trovava a bordo si ammalò di vaiolo nonostante fosse già da tempo vaccinata contro questo agente patogeno. Dopo che la donna fece ritorno al suo villaggio, tre persone di seguito morirono di questa malattia. Ad oggi, nessuno è ancora stato in grado di spiegare da dove provenisse un virus del vaiolo tanto aggressivo.
C'è un altro episodio, avvenuto nel 1988, del tutto inspiegabile: un gran numero di animali morì nei pressi dell'isola. 50'000 antilopi saiga persero la vita fra atroci sofferenze nel giro di poche ore. Anche in questo non si conobbero mai le reali cause dell'accaduto.
Dell'antrace sepolta nel terreno
Oggi il Lago d'Aral è talmente secco da aver perso circa l'80% dell'acqua. La causa? L'eccessiva irrigazione delle terre circostanti da parte degli agricoltori. Del resto, attualmente, anche l'isola della Rinascita non è più neppure un'isola, ma è collegata al continente da una striscia di terra. Ed è esattamente questo che preoccupa molto gli scienziati. Essi temono che qualcuno possa venire a contatto con i resti mortali ancora presenti sul posto.
Se la città di Kantoubek ha vista la «creazione» di virus e batteri mortali, sul posto sono state sepolte anche delle armi chimiche. Infatti, nel sottosuolo, vi sarebbero ancora fino a 200 tonnellate di antrace, in cui i bacilli del carbonchio possono sopravvivere per secoli se le condizioni sono «favorevoli».
Dopo il crollo dell'URSS, l'isola e il laboratorio che essa ospitava furono semplicemente abbandonati. Nel 2001, una squadra di ricerca americana ha tentato di distruggere gli agenti patogeni presenti nel suolo, ma alcuni esperti dubitano che siano riusciti a neutralizzarli completamente.
Da allora, il laboratorio Aralsk-7 si sta sgretolando a vista d'occhio. Nel 2005, il giornalista e geografo inglese Nick Middleton si è recato sul luogo per girare un documentario. Per l'occasione, lui e il suo assistente hanno dovuto indossare tute protettive e maschere antigas con filtro d'aria.
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