Spettacolo Un re discreto e senza pretese: Felipe VI compie 50 anni

Carola Frentzen, dpa

30.1.2018

I Borboni si succedono sul trono di Spagna da più di 300 anni. Felipe VI, attualmente a capo del paese, ha l'obiettivo di restituire prestigio alla casa reale dopo le scappatelle di suo padre. Tuttavia, in occasione del suo 50° compleanno, il re si ritrova a dover affrontare numerose critiche.

Fin dalla più giovane età, Felipe Juan Pablo Alfonso de Todos los Santos de Borbón y Grecia è stato allevato e formato per uno scopo ben preciso: diventare il futuro re di Spagna Felipe VI. Una carica cui è assurto nell'estate del 2014: a 46 anni diventa il più giovane monarca d’Europa. Perseguitato dagli scandali, suo padre Juan Carlos annuncia a sorpresa l'intenzione di abdicare al trono. In quell'occasione dichiara che suo figlio ha «la maturità, la preparazione e il senso di responsabilità» necessari per il ruolo. Oggi, martedì 30 gennaio, il sovrano compie 50 anni.

Nel corso degli ultimi tre anni e mezzo, la casa reale spagnola ha conosciuto un periodo di relativa calma, dopo i subbugli che avevano caratterizzato gli ultimi anni del regno di Juan Carlos, segnati soprattutto da una caccia all'elefante in Botswana particolarmente controversa. Con Felipe, il ruolo di monarca viene nuovamente ricoperto da un uomo riflessivo e cosciente dei propri doveri. Egli regna sul paese con discrezione, senza pretese, senza manie e senza suscitare inutile scalpore. Allo stesso tempo, Felipe manca del carattere gioviale e della vicinanza al popolo del suo predecessore.

Sa imporsi quando necessario

Nel corso della sua vita, ha avuto in diverse occasioni la possibilità di imporre la propria volontà: come quando ha sfidato l'opinione dei propri genitori sposando, il 22 maggio 2004, la giornalista Letizia Ortiz Rocasolano, una giovane borghese divorziata, dalle idee fermamente moderne, che secondo suo padre, non avrebbe mai potuto adattarsi al protocollo piuttosto rigido della corte. Dato che, in occasione del suo primo matrimonio, la donna si era sposata soltanto in comune, la chiesa cattolica ha acconsentito al suo matrimonio con Felipe nella cattedrale dell'Almudena.

Il re ha avuto due figli insieme alla sua bella moglie Letizia: la principessa ereditaria Leonor, nata nel 2005 e la piccola Sofía, venuta al mondo nel 2007. La coppia ha dato prova di modestia: in seguito alla crisi economica, Felipe ha, per esempio, ridotto il proprio salario del 20% - una misura molto apprezzata dai suoi sudditi. Inoltre, Letizia ha portato una ventata di giovinezza all'interno della casa reale, che si è così maggiormente aperta al mondo.

Anche per quanto riguarda il calcio, il re sa decisamente far valere le proprie idee: è infatti un fervente sostenitore dell'Atlético Madrid, la squadra di calcio spagnola che milita in Primera Division, anche detta «squadra degli operai». Tradizionalmente la famiglia reale sarebbe tenuta a sostenere il prestigioso Real Madrid, squadra «royal» per eccellenza, come indica anche il suo nome, ma Felipe è di tutt'altra idea.

Letizia e Felipe: sposati dal 2004.
Letizia e Felipe: sposati dal 2004.
Keystone

Una lezione appresa da Juan Carlos

Nato nel 1968, terzo figlio di Juan Carlos e della regina Sofia, Felipe ha fatto i suoi studi fra Madrid e Toronto, in Canada. In seguito, ha ricevuto una formazione militare e studiato diritto a Madrid. Nel 1995, consegue un master in relazioni internazionali all'Università di Georgetown a Washington. Felipe diventa, quindi, il primo sovrano spagnolo con una l'aurea universitaria.

C'è una pagina della sua giovinezza che è entrata nella storia: nella notte del 23 febbraio 1981, suo padre Juan Carlos si ritrova a difendere la giovane democrazia contro un tentativo di colpo di Stato da parte dell'esercito spagnolo. Felipe, all'epoca appena 13enne, viene convocato nello studio di suo padre per osservare in che modo avrebbe gestito la crisi. Il ragazzo vi resterà per tutta la notte. Infine, il re pronuncia un discorso televisivo molto famoso, che costringe i golpisti alla resa.

In seguito Juan Carlos fornì personalmente spiegazioni in merito a questo particolare metodo educativo: «Volevo che Felipe fosse con me, nel mio studio, per vedermi agire in un momento tanto importante.» L'indomani, sfinito, il giovane Felipe andò a scuola come se nulla fosse.

Il re di tutti gli spagnoli?

Si può immaginare che tale esperienza l'abbia segnato e, allo stesso tempo, preparato alla crisi che la Spagna sta, oggi, attraversando a causa delle aspirazioni indipendentiste della Catalogna. Tuttavia, i suoi detrattori lo accusano di essersi recentemente fatto sfuggire un'occasione storica, facendo il gioco dei numerosi oppositori della monarchia presenti nel paese.

Ottobre 2017: nonostante il divieto del tribunale e l'intervento massiccio della polizia, gli indipendentisti catalani indicono un referendum volto ad ottenere l'indipendenza della regione. Felipe si rivolge quindi al suo popolo in televisione. Ma invece di agire con prudenza, assumendo il ruolo di mediatore e dando prova di sicurezza, il capo dello Stato prende una chiara posizione.  Felipe parla di «comportamento irresponsabile», non mostrando alcuna simpatia né comprensione nei confronti dei partigiani separatisti. Un intervento che ottiene l'effetto contrario a quello sperato. «Ci aspettavamo di più, un'apertura al dialogo e al consenso», ha spiegato uno dei portavoce dei partiti d'opposizione a Madrid. Quella notte, Felipe non è di certo stato «il re di tutti gli spagnoli».

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