AlaskaUn'onda alta 193 metri: un fenomeno che si potrebbe riprodurre
uri
14.9.2018
Un'onda alta 193 metri: un fenomeno che si potrebbe riprodurre
Questa piccola isola è situata all'uscita del fiordo Taan. Lo tsunami del 17 ottobre 2015 l'ha in gran parte sommersa, abbattendo la quasi totalità degli alberi che vi erano presenti.
Immagine: Chris Larsen / Geophysical Institute of the University of Alaska Fairbanks
Il monte Saint-Elia, al fiordo Taan, con il ghiacciaio Tyndall e la frana in primo piano. Dopo che 200 milioni di tonnellate di roccia sono franati, si è formato uno tsunami che ha attraversato la baia ad una velocità che ha raggiunto i 100 km/h.
Immagine: dpa
In piedi su un promontorio formatosi dopo lo smottamento, Bretwood Higman, capo della squadra di ricerca, esamina la situazione.
Immagine: dpa
Lo tsunami ha provocato un'onda di 193 metri di altezza. Questi alberi alti 30 metri sono stati abbattuti come fiammiferi dalla forza d'urto.
Immagine: dpa
Le pietre scagliate sulla terra dal fiordo hanno creato un accumulo alto due metri.
Immagine: dpa
La forza dell'onda ha catapultato pietre come palle di cannone sui tronchi degli alberi.
Immagine: dpa
Ciò che resta della frana. Gli scienziati sono quasi certi che lo tsunami sia dipeso dai cambiamenti climatici. A scatenare il tutto è stato probabilmente un piccolo terremoto, ma il riscaldamento del pianeta è responsabile dello scioglimento estremo del ghiacciaio Tyndall e della sua incapacità di stabilizzarsi sulle pendici della montagna.
Immagine: dpa
Il ghiacciaio Tyndall si è ritirato di 17 chilometri a partire dagli anni Sessanta. Nel 1991, la lingua di ghiaccio aveva perso 400 metri.
Immagine: dpa
Gli scienziati mettono oggi in guardia contro il rischio che un evento simile possa riprodursi in futuro in zone abitate.
Immagine: dpa
Un'onda alta 193 metri: un fenomeno che si potrebbe riprodurre
Questa piccola isola è situata all'uscita del fiordo Taan. Lo tsunami del 17 ottobre 2015 l'ha in gran parte sommersa, abbattendo la quasi totalità degli alberi che vi erano presenti.
Immagine: Chris Larsen / Geophysical Institute of the University of Alaska Fairbanks
Il monte Saint-Elia, al fiordo Taan, con il ghiacciaio Tyndall e la frana in primo piano. Dopo che 200 milioni di tonnellate di roccia sono franati, si è formato uno tsunami che ha attraversato la baia ad una velocità che ha raggiunto i 100 km/h.
Immagine: dpa
In piedi su un promontorio formatosi dopo lo smottamento, Bretwood Higman, capo della squadra di ricerca, esamina la situazione.
Immagine: dpa
Lo tsunami ha provocato un'onda di 193 metri di altezza. Questi alberi alti 30 metri sono stati abbattuti come fiammiferi dalla forza d'urto.
Immagine: dpa
Le pietre scagliate sulla terra dal fiordo hanno creato un accumulo alto due metri.
Immagine: dpa
La forza dell'onda ha catapultato pietre come palle di cannone sui tronchi degli alberi.
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Ciò che resta della frana. Gli scienziati sono quasi certi che lo tsunami sia dipeso dai cambiamenti climatici. A scatenare il tutto è stato probabilmente un piccolo terremoto, ma il riscaldamento del pianeta è responsabile dello scioglimento estremo del ghiacciaio Tyndall e della sua incapacità di stabilizzarsi sulle pendici della montagna.
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Il ghiacciaio Tyndall si è ritirato di 17 chilometri a partire dagli anni Sessanta. Nel 1991, la lingua di ghiaccio aveva perso 400 metri.
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Gli scienziati mettono oggi in guardia contro il rischio che un evento simile possa riprodursi in futuro in zone abitate.
Immagine: dpa
La forza distrutturice è stata gigantesca: senza che l'episodio sia stato quasi per nulla raccontato dalla stampa, un enorme tsunami ha colpito l'Alaska nel 2015. L'onda ha raggiunto un'altezza di quasi 200 metri, e ha demolito tutto ciò che ha incontrato. I ricercatori mettono in guardia contro la possibilità che un evento simile si possa riprodurre più di frequente in futuro, e forse anche in regioni turistiche.
Il 17 ottobre 2015, una gigantesca frana si è generata nel fiordo Taan, area di Icy Bay, nell'Alaska meridionale, provocando uno dei più grandi tsunami mai registrati. Quel giorno, circa 200 milioni di tonnellate di roccia si sono staccate dalla montagna e sono cadute in acqua in soli 60 secondi.
Ne è scaturito uno tsunami che ha investito la baia ad una velocità che ha toccato i 100 km/h, sommergendo isolotti e radendo al suolo intere foreste nei pressi della riva. A seguito dell'impatto dell'onda sulla terraferma, l'acqua si è impennata raggiungendo i 193 metri di altezza. All'uscita del fiordo, l'onda era ancora tra i 10 e i 30 metri, come riportato dal sito «Spektrum.de» (articolo in tedesco).
L'onda ha catapultato pietre come fossero palle di cannone contro i tronchi degli alberi
Le pietre scagliate e rimaste incastrate nei tronchi degli alberi fanno comprendere con quale forza lo tsunami abbia colpito la terra. In alcuni punti, le rocce accumulate hanno prodotto cumuli alti fino a cinque metri. E se il fenomeno del 2015 non ha provocato vittime, lo si deve solo al fatto che la regione è particolarmente remota e che la stagione non era quella turistica.
Poco prima della frana, i sismologi avevano registrato un leggero terremoto. Ma talmente debole da far ritenere improbabile che possa aver scatenato il tutto. Gli scienziati dell'organizzazione ambientalista Ground Truth Trekking, la cui sede è nella città di Seldovia, assieme a Bretwood Higman hanno ricostruito nel dettaglio l'evento. Le conclusioni che ne hanno tratto, pubblicate dalla rivista specializzata Scientific Reports, indicano che lo tsunami è stato generato probabilmente dal riscaldamento climatico.
Come spiegato dal ricercatore Dan Shugar, che ha partecipato allo studio, al quotidiano Anchorage Daily News, il fiordo Taan era completamente diverso 30 o 40 anni fa. All'epoca, era ancora presente un'enorme strato di ghiaccio, laddove oggi non c'è che acqua.
I ghiacciai non riescono più a stabilizzare i fianchi delle montagne
Successivamente, il ghiacciaio Tyndall si è ritirato per ben 17 chilometri e la lingua di ghiaccio si è assottigliata di 400 metri tra il 1961 e il 1991. Proprio a partire da tale data, si è stabilizzato nella posizione attuale, ma non è più in grado di sorreggere i pendii delle montagne, instabili da tempo a causa dei movimenti tellurici e della penetrazione dell'acqua.
Gli scienziati mettono oggi in guardia circa la possibilità che un evento simile possa generarsi in zone abitate. Solo in Alaska, sono state identificate le zone del Tidal Inlet e del parco nazionale di Glacier Bay come due aree ad alto rischio.
E la forza dello tsunami del 2015 non è così inusuale: nel 1958, nella baia di Lituya, sulla costa settentrionale del Pacifico, in Alaska, un'enorme frana venne registrata in un fiordo largo solo tra due e tre chilometri, provocando anche in quel caso un'onda gigantesca. Basti pensare che l'acqua fu catapultata a 550 chilometri di altezza. Miracolosamente, quattro pescatori che si trovavano a bordo di due imbarcazioni sono riusciti a sopravvivere. Le onde hanno però inghiottito un terzo natante e il suo equipaggio, che da allora sono scomparsi.
Erano già 76 anni che la nave da guerra americana giaceva nel fondo del Pacifico. Il Destroyer è stato scoperto al largo delle isole Salomon. Alcune foto dell'«USS Juneau» ci fanno rivivere le battaglie navali della Seconda Guerra mondiale.
L'«USS Juneau» è affondato durante la battaglia di Guadalcanal. Colpito da numerosi siluri della marina giapponese, l'incrociatore antiaereo è affondato il 13 maggio 1942, con la totalità dei suoi 700 membri dell'equipaggio.
Tra le vittime figuravano quattro dei fratelli Sullivan. Alcuni giorni dopo, anche il quinto fratello perse la vita, cosa che incoraggiò le autorità americane a mettere in atto la «Sole Survivor Policy». Questa direttiva indicava che in caso di decesso di due o più figli di una stessa famiglia, i fratelli e le sorelle sopravvissuti dovevano essere rimpatriati negli Stati Uniti.
Immagine: Keystone
Sono stati il fondatore di Microsoft Paul Allen e la sua squadra che hanno scoperto il relitto nel Pacifico. E non si tratta per nulla della loro prima scoperta.
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La nave da ricerca americana e il suo equipaggio hanno infatti già ritrovato altre navi da guerra americane.
Immagine: Keystone
All'inizio di marzo, si erano imbattuti nella portaerei «USS Lexington», che giaceva a 3000 metri di profondità al largo della costa orientale dell'Australia.
Immagine: Keystone
Le immagini che la squadra di ricerca ha scattato in profondità sono straordinarie.
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L’equipaggio aveva soprannominato la nave «Lady Lex». La portaerei è stata pesantemente danneggiata dalle navi giapponesi durante una battaglia navale nel 1942.
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Ben 200 membri dell'equipaggio avevano trovato la morte durante i combattimenti. Poiché era troppo danneggiata, sono stati gli stessi americani ad affondare la nave.
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Malgrado i numerosi anni passati sott'acqua, il nome della nave è sempre leggibile.
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Le conchiglie e le alghe hanno ormai preso possesso di questo aereo, che èsempre stato fermo sulla portaerei inabissata.
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Al momento della battaglia, 35 aerei da caccia si trovavano a bordo della nave. Undici di essi sono stati scoperti a bordo e intorno al relitto.
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L'artiglieria dell'«USS Lexington».
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Il multimilionario Paul Allen ha ritrovato questa nave nelle profondità dell'oceano. Prima di affondare, sarebbe stato proprio l'«USS Indianapolis» ad aver trasportato la bomba atomica destinata ad essere lanciata sulla città di Hiroshima.
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