A Berlino i cani 'politici' di Anderson
Apertura festival in concorso con il maestro del fantastico
BERLINO, 15 FEB - Sono cani alfa, non cani qualsiasi. Sono stati umiliati, infettati e poi relegati in un'isola piena di spazzatura, ma hanno sempre la loro dignità canina e la voglia di rivolta. È quello che ci fa vedere 'L'isola dei cani', film d'animazione stop-motion di Wes Anderson che apre il 15 febbraio la 68/a edizione del Festival di Berlino e arriverà in sala a maggio con la Fox. "Il film - dice il regista, sceneggiatore e produttore cinematografico statunitense - ha avuto una lunga gestazione. Doveva essere una favola, ma a un certo punto ci siamo accorti che il mondo reale non era così lontano da quello che stavamo raccontando".
Siamo nel 2037, nella città immaginaria di Megasaki e tutti i cani del Giappone, ormai in grande sovrannumero, vengono messi in quarantena su un'isola di rifiuti a seguito della "influenza canina". Ma cinque cani sono pronti a ribellarsi, e lo faranno anche per amore quando decideranno di aiutare un intrepido ragazzino pilota, Atari Kobayashi, che precipita sull'isola.
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