Il raccontoAchille Costacurta e la corsa da incubo sul taxi: «Pugni e calci in auto»
Covermedia
21.4.2023 - 11:12
Parla la tassista che ha caricato il figlio di Martina Colombari e Alessandro Costacurta, in evidente stato di agitazione.
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21.04.2023, 11:12
21.04.2023, 11:32
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Corsa da incubo in taxi dalla stazione Centrale ai Navigli a Milano. Così è andata la traversata della capitale meneghina martedì sera, quando una tassista ha caricato in auto Achille Costaurta, di rientro da un breve viaggio dopo la «fatica» al reality «Pechino Express», al quale ha partecipato insieme alla celebre madre-modella Martina Colombari.
«All’inizio pensavo di poter gestire quel ragazzo. Negli ultimi minuti, però, ho avuto paura: abbiamo rischiato di fare un incidente in una strada piena di gente e di farci davvero male», dice la tassista nell’intervista riportata da Il Giorno.
Camicia a fiori e pantaloncini corti, Achille dopo pochi minuti dal suo ingresso nell’auto bianca ha perso infatti completamente le staffe. «Sono arrivata lì per rispondere a una chiamata al radiotaxi – racconta Carla –. Lui è salito in macchina: indossava una camicia a fiori, un paio di pantaloncini e un cappello di paglia e aveva un trolley con sé. Non l’ho riconosciuto, non sapevo chi fosse. Mi ha detto di portarlo in un locale di via Savona».
Il figlio dell’ex difensore del Milan e della Nazionale, Alessandro Costacurta, e della modella e conduttrice televisiva Martina Colombari, però ha dato in escandescenze iniziando a pronunciare frasi senza senso, per poi abbassare i finestrini e urlare a ciclisti e passanti.
«Non mi sono preoccupata, non temevo potesse farmi del male, ma ho capito che c’era qualcosa che non andava. Ho mantenuto la calma e mi sono detta: «Ora lo porto a destinazione e poi riparto come se niente fosse»».
Escalation solo agli inizi
Peccato che l’escalation di Achille fosse solo agli inizi. «Ha cominciato a dare pugni alla parte interna degli sportelli, ferendosi alle mani: gridava ed era sempre più agitato, era completamente fuori di sé».
La situazione precipita all’altezza delle Colonne di San Lorenzo, quando il diciottenne si sfila le scarpe dai piedi e le lancia per strada.
«Avevo davanti a me una macchina della polizia e ho detto al ragazzo: «Se non ti calmi, li fermo subito». Lui, a quel punto, si è bloccato per un attimo. «Scusa, scusa», mi ha detto, ma dopo qualche secondo ha ricominciato esattamente come prima». Anzi forse peggio, visto che all'altezza di via Savona, Costacurta junior apre improvvisamente lo sportello, nonostante la macchina sia ancora in movimento.
«Io mi sono messa a urlare – spiega la tassista –. Lui è piombato nello spazio tra i due sedili anteriori, dandomi una botta alla spalla (che mi fa ancora male) e strappando la dashcam sul cruscotto: ha detto che non sopportava le telecamere. Dopo quel gesto, ho capito che non potevo più andare avanti: eravamo in una strada piena di gente per il Fuorisalone e rischiavamo di andare a schiantarci, mettendo a repentaglio la nostra vita e quella dei passanti».
È a questo punto che la donna decide di chiedere aiuto ai vigili. Achille però dopo una prima resistenza a pubblico ufficiale, sferra un pugno a un graduato, colpendolo sotto l’occhio.
«Sono riusciti a immobilizzarlo e a portarlo nei loro uffici: solo quando ho formalizzato la denuncia, ho saputo dagli agenti che si trattava di Achille Costacurta».