Venezia 76Almodovar riceve il Leone d'Oro alla carriera, ma non dimentica il passato
ANSA/Covermedia
29.8.2019 - 13:55
Il regista spagnolo, appena giunto a Venezia per ritirare il Leone d'Oro alla carriera, ricorda il suo controverso debutto al festival nel 1983 con «L'indiscreto fascino del peccato».
Ha i capelli bianchi e veste in elegante tailleur. Pedro Almodovar oggi è quel regista amato e affermato che conosciamo, ma non dimentica il passato.
«Trentun'anni fa qui a Venezia ho avuto il mio battesimo: fui selezionato con L'indiscreto fascino del peccato - racconta il regista spagnolo - che piacque al presidente di giuria Sergio Leone e alla giurata Lina Wertmuller, ma non vinse nulla. Fu giudicato 'osceno' dal festival diretto da Gianluigi Rondi. Mi piace pensare che il Leone alla Carriera sia un atto casuale di giustizia poetica, quasi un risarcimento», afferma senza voler fare polemiche».
«Ero un giovane regista; mi sembrò un miracolo essere selezionato nel 1983 ma l'opposizione di Rondi finì su tutti i giornali».
A Venezia il suo «battesimo internazionale»
Malgrado la controversa accoglienza ricevuta dalla sua pellicola nel 1983, Almodovar serba ottimi ricordi di quella prima esperienze e delle successive a Venezia: «Ho ricordi bellissimi della mostra del cinema di Venezia. Era la prima volta (nel 1983, ndr.) che viaggiavo fuori dalla Spagna, è stato il mio battesimo internazionale e un’esperienza meravigliosa, proprio come lo è stato tornarci nel 1988 con Donne sull'orlo di una crisi di nervi. Questo Leone sarà il mio cucciolo e vivrà insieme ai miei due gatti. Grazie, dal profondo del mio cuore, per questo premio».
L'universo femminile di Almodovar
Il direttore del festival Alberto Barbera loda il regista per il suo incredibile contributo artistico e in particolare, per la sua inconfondibile rappresentazione dell’universo femminile.
«Non dimentichiamo che Almodovar eccelle, sopra ogni cosa, nel modo di dipingere le donne, grazie alla sua straordinaria empatia che gli consente di rappresentare il loro potere, la loro ricchezza emotiva, e le loro inevitabili debolezze con un’autenticità rara e toccante».
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