Ospite a «Verissimo» Alessandra Mastronardi: «Negli anni del liceo ho subito del bullismo»

Covermedia

19.5.2025 - 11:00

Alessandra Mastronardi
Alessandra Mastronardi

L'attrice si racconta tra successi, fragilità e un nuovo progetto in arrivo su Canale 5.

Covermedia

È stato un racconto intimo e senza filtri quello di Alessandra Mastronardi a «Verissimo», ospite ieri nel salotto di Silvia Toffanin su Canale 5.

L'attrice ha ripercorso la sua carriera, dagli esordi nei «Cesaroni» al debutto internazionale, passando per le fragilità dell'adolescenza e il legame con la famiglia.

«È un momento di crescita», ha detto l'attrice, che sarà protagonista di «Doppio gioco», una nuova fiction Mediaset in quattro serate in onda dal 27 maggio.

Un progetto che arriva dopo anni di lavoro e di scelte importanti: «È stato faticoso, ma sono serena, posso andare a dormire facendomi una pacca sulla spalla. Noi donne non ci diciamo mai che siamo state brave. Quindi sì, posso dire che sono orgogliosa».

«Sono una piagnona»

Nel salotto di Canale 5, la Mastronardi non ha nascosto la propria emotività: «Sono una piagnona. Mi basta veramente un attimo per commuovermi. È bello rivedere tanto percorso, tanta vita, tanto cammino».

L'attrice ha ricordato anche le difficoltà degli inizi, quando mamma e papà guardavano con preoccupazione alla sua scelta di vita: «Non sono figlia d'arte. Mio padre, che ha due lauree ed è psicoterapeuta, aveva un amore spropositato per gli attori dei film in bianco e nero, ma per il resto era tutto nuovo, anche per loro. Negli anni Novanta e Duemila non era facile accettare che una figlia volesse fare l'attrice».

Per un breve periodo, Alessandra ha cercato di seguire le orme del padre iscrivendosi a alla facoltà di psicologia: «Ma io volevo fare l'attrice. La recitazione, il set, l'odore della cipria, il make-up: è una droga. Ogni volta che provavo a staccarmi, tornavo lì».

Un ricordo amaro legato agli anni del liceo

Un ricordo amaro, invece, è legato agli anni del liceo: «È stato complesso, ho frequentato un liceo molto tosto a Roma. Lavorare in pubblicità, oggi sarebbe considerato cool, ma allora no. Non ero capita, avevo poche amiche. Oggi non ho rapporti con nessuno di quel periodo. Ero scomoda, non avevo nome e cognome: mi chiamavano con il nome del brand che pubblicizzavo. Oggi diremmo che ho subito un po' di bullismo».

La svolta arriva nel 2012, con il film «To Rome with Love» di Woody Allen. Un'esperienza memorabile anche per la presenza del padre sul set: «Ho un bellissimo rapporto con i miei genitori, li stimo e li rispetto a livello umano. Quando ho visto mio padre sul set, è stato emozionante: era la conferma che la strada che avevo deciso di percorrere lui l'accettava».