Cinema Alessio Boni sul Duce: «Non c’è nessun eroe»

Covermedia

29.1.2024 - 16:31

Alessio Boni
Alessio Boni

L’attore nella pellicola «La lunga notte – La caduta del Duce» interpreta la figura storica di Dino Grandi.

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In un'intervista rilasciata a Tag24, l'attore Alessio Boni ha discusso in dettaglio il suo coinvolgimento nel film «La lunga notte – La caduta del Duce», dove interpreta la figura storica di Dino Grandi.

La pellicola, che esplora gli ultimi giorni del regime fascista in Italia e la caduta di Mussolini, offre a Boni l'opportunità di riflettere non solo sul passato, ma anche sul presente dell’Italia.

«Detesto le semplici geografie e questa fortunatamente non lo era sin dalla sceneggiatura. Questo è un periodo storico che viene sviscerato poco, si racconta un po’ a grandi linee», dice Boni a Tag24.

«Si studia anche sui banchi di scuola, ma pochi sanno nello specifico il momento della lunga notte con l’ordine del giorno del Gran Consiglio del Fascismo che destituisce Mussolini vide protagoniste quattro famiglie. Mussolini pensa di essere potente, il re con i suoi inciuci di rendere grande la sua famiglia i Savoia e tutto questo esce fuori nella serie. La realtà è però che al macero ci sono sempre i soldati i ragazzi e le persone, quindi vedi proprio questa dicotomia».

Boni, noto per le sue intense interpretazioni, parla del suo personaggio, Dino Grandi, figura chiave nella politica italiana del tempo, ritratto nel film come un uomo diviso tra lealtà e coscienza.

«Non c’è nessun eroe perché fanno solamente il proprio gioco, tirano l’acqua al proprio mulino cercando di salvare la pelle. Certo si può riconoscere un coraggio di Grande che affronta un Mussolini incrina il fascismo dopo vent’anni questo si, ma poi sono tutti interessi personali perché per esempio la Germania fosse stata vittoriosa col cavolo che lo avrebbe fatto. Mi sembrava importante mandare questo messaggio  sulla TV di Stato e far riconoscere certi sbagli per non poterli rifare perché veramente lì ci sono stati dei grandissimi errori non parliamo di quelli del re sennò andrei ancora avanti».