Sui falsi «sold out» Ecco come Alex Britti ha evitato di dover suonare «gratuitamente»

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23.6.2025 - 08:52

Alex Britti
Alex Britti
Mario Cartelli

Alex Britti si esprime sui falsi sold out nei concerti, rivelando di aver declinato un tour nei Palasport per non suonare senza compenso.

Igor Sertori

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Dopo le dichiarazioni di Federico Zampaglione e il reportage di Selvaggia Lucarelli sulla questione dei falsi sold out nella musica leggera italiana, anche Alex Britti dice la sua.
  • «Mi rifiutai di suonare nei Palasport», ha detto il chitarrista romano dalle Terme di Caracalla, dov'è in concerto. Il rischio, secondo lui, è di dover suonare gratis.
  • «È un complesso meccanismo economico che coinvolge agenzie, promoter e artisti», ha detto il 56enne che non se la sente di incolpare il sistema, mettendo però in guardia i giovani artisti: «È una scelta rischiosa».

Il tema dei falsi sold out continua a suscitare discussioni nel panorama musicale italiano.

Dopo le dichiarazioni di Federico Zampaglione, anche Alex Britti, come riportato da «fanpage.it» ha deciso di esprimere la sua opinione, confermando sospetti diffusi riguardo alle strategie per riempire gli stadi.

«Non voglio suonare gratis»

In un incontro con la stampa, in preparazione del suo concerto alle Terme di Caracalla, a proposito, il chitarrista ha condiviso un aneddoto significativo.

«Anni fa mi proposero un tour nei Palasport, ma rifiutai». Ha spiegato che, se un Palasport non viene riempito, si rischia di dover suonare gratuitamente per ripagare le spese delle agenzie coinvolte.

«Non voglio suonare gratis», ha affermato. «Il mio lavoro è suonare, non ostentare. Alcuni artisti si esibiscono negli stadi senza essere pronti, con tutte le conseguenze del caso».

Questa posizione rispecchia le parole di Zampaglione, che aveva sottolineato come queste pratiche siano amplificate dall'attuale era in cui tutto deve essere spettacolare e immediato.

Il 56enne, ha così ribadito: «L'idea dello stadio pieno è attraente, ma bisogna saper dire di no e restare realistici. Le scorciatoie non portano benefici nemmeno nella musica».

«È una scelta rischiosa»

La questione dei falsi sold out non riguarda solo l'immagine, ma è un complesso meccanismo economico che coinvolge agenzie, promoter e artisti.

«Non incolpo il sistema, nessuno ti obbliga. È una scelta, ma rischiosa», ha concluso colui che alcune settimane fa aveva messo in guardia sull'effimero successo dei nuovi fenomeni musicali.

«I talent show creano un attaccamento temporaneo. Dopo sei mesi, molti partecipanti non sono più cercati.», aveva detto il canatautore romano.

«La riconoscibilità svanisce e molti finiscono in analisi per il successo effimero. Manca preparazione.»

Il redattore ha scritto parte di questo articolo con l'aiuto dell'AI.