72 candeline Arnold Schwarzenegger: «Per natura, non primeggiavo in nulla»

di Marlène von Arx

16.8.2019

Arnold Schwarzenegger al Comic Con 2019: ha vinto questa banconota da 20 dollari grazie ad una scommessa con i suoi colleghi di «Terminator: Dark Fate».
Arnold Schwarzenegger al Comic Con 2019: ha vinto questa banconota da 20 dollari grazie ad una scommessa con i suoi colleghi di «Terminator: Dark Fate».
Keystone

«I’ll be back again and again»: benché Arnold Schwarzenegger si rammarichi per la perdita dei suoi muscoli in occasione del suo 72esimo compleanno, si prepara a tornare sugli schermi nel prossimo autunno con «Terminator: Dark Fate», per la prima volta dal 1991 al fianco di Linda Hamilton. Il Terminator ed ex «Governator» racconta i suoi veri punti di forza, le principali debolezze di Donald Trump e cosa pensa del fatto che Chris Pratt possa presto farlo diventare nonno.

Buon compleanno signor Schwarzenegger. Sta festeggiando 72 anni. Come si sente?

Ah, invecchiare è un peccato. Mi domando a volte dove sia finito Mister Universo, capace di sollevare più di 300 kg. Anche se sono più in forma di molte altre persone e anche se mi alleno tutti i giorni, il corpo ha meno testosterone e produce meno muscoli rispetto a un tempo. È una cosa provata. E poi ci sono dei problemini di salute. Per alcuni, la schiena o le ginocchia; nel mio caso, è al cuore che devo fare attenzione. Ma sono felice di poter ancora andare in bicicletta e allenarmi ogni giorno al club di fitness.

Se non sono più i muscoli, oggi qual è la sua più grande forza?

Pensando alle mie forze non mi è mai venuta in mente quella fisica. Si tratta solo di un sottoprodotto del bodybuilding. Tutto ciò che ho raggiunto è stato grazie alla mia volontà. Per natura, non primeggiavo in nulla. Mi sono dovuto allenare più degli altri per diventare il miglior culturista. Non sono neanche nato attore, ma ho fatto tutto ciò che era necessario per diventarlo. Ho seguito dei corsi di arte drammatica e altri di lingua per sbarazzarmi dell'accento. Ma per questi dovrei chiedere un rimborso. (ride)

«Proponiamo di nuovo delle scene d'azione mai viste prima»

Nel prossimo autunno, uscirà nelle sale un nuovo «Terminator», 35 anni dopo il primo. È per mostrare alle persone che anche lui è invecchiato?

No, lo si vedeva già nell'ultimo film. È cosa già fatta. Ma ora, James Cameron ha nuovamente contribuito alla storia e Linda Hamilton torna nella sua parte. La mia critica rispetto all'ultimo «Terminator» è legata alle scene d'azione: per tutti era qualcosa di già visto. Ora ne proponiamo di nuove, mai osservate prima. Ancora una volta, innoveremo.

Quali sensazioni ha provato rivedendo Linda Hamilton nel ruolo di Sarah Connor?

È stato magnifico rivederla. È tornata perché James Cameron ha contribuito alla storia. Sono passati 28 anni da «Terminator 2», ma lei è sempre tostissima sullo schermo. I suoi allenatori la fanno correre per ore sulla spiaggia e le fanno portare armi pesanti durante lunghe passeggiate. Lei li ha davvero impressionati. Si cala facilmente nel suo ruolo ma allo stesso tempo, resta anche un angelo. La apprezzo davvero.

«Alla fine, deve rendersi conto che non è più lo stupido newyorkese alla testa di un impero immobiliare»

Il presidente Donald Trump è evidentemente una persona che lei non ha a cuore. In quanto immigrato, cosa pensa del fatto che voglia rinviare alcuni parlamentari americani nei loro Paesi d'origine?

È semplicemente stupido. Sono nati negli Stati Uniti, è questo il loro Paese. Ciò mostra una volta di più che il presidente non ha la stoffa del leader e che semplicemente non conosce la questione; altrimenti avrebbe potuto rispondere con argomenti politici. Trump deve lasciare dietro di sé Donald e concentrarsi sul ruolo di presidente. Alla fine, deve rendersi conto che non è più lo stupido newyorkese alla testa di un impero immobiliare.

Non le spiace non poter correre per la più alta funzione del Paese, in quanto americano naturalizzato?

Non mi lamenterò mai della sola cosa che non posso fare in America. Perché tutto ciò che ho ottenuto, è stato grazie all'America: la mia carriera di culturista, il denaro, la carriera nello showbusiness, la politica, la mia famiglia, tutto. Per me, resta il più grande Paese del mondo e faccio di tutto affinché resti tale. Purtroppo, in questo momento non è più in grado di esercitare una leadership. Abbiamo appena celebrato il 50esimo anniversario dell'allunaggio. Siamo andati sulla Luna perché il presidente [John F.] Kennedy si era posto l'obiettivo di essere il numero uno. Immaginate se oggi volessimo essere i numeri uno nella protezione del clima, anziché sottolineare che anche la Cina e la Russia non fanno meglio. Si sentono dire cose talmente stupide oggi. Gli Stati Uniti non hanno più una mentalità da capofila.

«Mi è sempre piaciuto attirare l'attenzione»

Lei è da parecchi decenni una celebrità. Qual è il principale inconveniente dell'essere riconosciuto ovunque?

Non ci trovo alcun inconveniente. Ci sono alcuni personaggi famosi che si lamentano di non avere più una vita privata. Ma non posso aspettarmi di vedere lunghe code quando i miei film sono proiettati al cinema o di essere eletto governatore senza che nessuno mi stia a guardare quando mangio al ristorante. Non è così che funziona. Mi è sempre piaciuto attirare l'attenzione. Non è ciò che cerchiamo tutti? Dell'attenzione? Io sì. E non ho bisogno di uno psichiatra per questo.

Torniamo ai suoi desideri in occasione del suo compleanno: ha voglia di diventare presto nonno?

Volete che Chris Pratt si sbrighi? (ride) Glielo dirò. È un bravo ragazzo. Katherine sarà probabilmente la prima ad avere dei figli. È da un po' che ha sposato Chris. Per gli altri, non sono sicuro, ma Katherine è fatta su misura per metter su famiglia. Accadrà a tempo debito. Non vedo l'ora.

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