Presidente dell'associazione, scomparsa pietra miliare settore
ROMA, 04 APR – «Sergio Rossi è stato più che un maestro. È stato il Maestro. Con la sua scomparsa, avvenuta venerdì a Cesena, la calzatura italiana ha perso una pietra miliare della propria storia, un pioniere che ha occupato uno spazio straordinariamente importante nel Novecento italiano dello stile e della moda». Così Siro Badon, presidente di Assocalzaturifici commenta la morte di Sergio Rossi in una nota. «Questo maledetto virus – prosegue Badon- dopo aver colpito il nostro settore calzaturiero mettendo a rischio la sopravvivenza di migliaia di eccellenze che lo compongono, ci ha portato via un punto di riferimento, non solo per il distretto di San Mauro Pascoli, ma per tutta la comunità della scarpa. Il Maestro ha avuto delle intuizioni straordinarie, costruite attorno alla capacità di realizzare prodotti mai visti prima. Le sue scarpe non erano soltanto belle: erano comode, calzabili, tecnicamente perfette. Ha dato alle donne la possibilità di unire l'eleganza alla funzionalità». «Inoltre, ponendo al centro il prodotto, ha imposto il proprio nome nella scena internazionale, trasformandolo in grande marchio, uno dei primi a essere presente con i propri negozi nella grandi città italiane, europee e degli Stati Uniti. Da molti anni il brand continua a essere apprezzato nel globo a prescindere dal diretto contributo del fondatore, perché Il Maestro è stato tra i primi a comprendere che il mondo era cambiato e quindi, già nel 1999 aveva accettato l'offerta di Gucci, all'epoca in cui era guidata dal grande Domenico De Sole, cedendo la proprietà dell'azienda, che oggi è in pieno rilancio con il nuovo socio Investindustrial. Ma l'uomo Sergio Rossi non si è mai allontanato dalle scarpe. Ha messo la sua esperienza a servizio della famiglia, ispirando l'opera eccezionale concretizzata dal figlio Gianvito, che ne ha raccolto il testimone imponendo con incredibile rapidità il suo nome nel mondo del lusso. E poi, come ha ricordato proprio Gianvito, ha 'voluto donare le conoscenze apprese in una vita alle generazioni future, trasmettendole tramite il Cercal, scuola fondata con i suoi compagni d'avventura di San Mauro Pascoli'«. (ANSA).
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