Musica Ben Harper torna con il nuovo album «Wide Open Light»

Covermedia

29.5.2023 - 13:00

Ben Harper
Ben Harper

Esce il 2 giungo il nuovo album del cantautore americano che si racconta: dalla carriera a alle origini, passando per il razzismo.

29.5.2023 - 13:00

Sarà in tour a luglio in Italia, il cantautore americano Ben Harper, che il 2 giugno pubblicherà «Wide Open Light», nuovo album che mixa sound diversi: dal rock, al reggae, al funk, al soul.

«È un album in cui ho tentato di incapsulare tutto ciò che provo: il mio stato d'animo, creativo e personale, i miei sentimenti, la mia condizione. Ho voluto ripercorrere le mie radici, riavvolgere il nastro della mia storia: ritornare nel passato per riscrivere il presente. Ad oggi mi sento davvero molto ispirato: è per questo che sto scrivendo di più e a ritmi più elevati. Comporre canzoni mi ha sempre emozionato, adesso ancora di più. Ho molte cose da dire: la musica è lo strumento giusto per farlo. Se ne possono trarre molte letture diverse. Un messaggio di speranza? Perché no», spiega a Repubblica il cantante che si esibirà l'11 luglio a Milano, il 12 a Villafranca di Verona, il 13 a Perugia, il 15 a Tarvisio e il 16 a Sarzana.

Il frutto di un grande impegno e lavoro

«Quest’album è il frutto di un grande impegno: il risultato di un lungo lavoro, che sto portando avanti da tutta una vita. Ho impiegato molto tempo per essere pronto a realizzare il disco: è un qualcosa di estremamente ricco e variegato. I brani che lo compongono raccolgono e raccontano di tante cose, tante parti diverse della mia vita. S'intrecciano, si legano, si abbracciano, si fondono. È una catena, il filo rosso della mia storia, il ricongiungimento e l'incontro tra memoria del passato e bellezza del presente», precisa Harper che ha un’opinione netta sul tema razziale.«Il razzismo è dappertutto, non solo in America. Il problema sta nei modi in cui lo si affronta, nei muri che s'innalzano, nelle barriere che si impongono. È la chiusura mentale, il nostro più grande nemico. Proprio come il nome del mio disco: Wide open light. Dobbiamo spalancare luce, superare i limiti, aprirci al diverso. Per quanto mi riguarda, quello che più mi ha aiutato è stato viaggiare per il mondo: girare posti, attraversare confini, visitare Paesi. Tutto ciò mi ha permesso di sviluppare un forte senso di empatia e, soprattutto, una grande capacità di interpretazione e decentralizzazione. Sono diventato capace di interpretare quello che mi veniva offerto dal mondo, i suoi messaggi: questo è quello che tutti dovrebbero imparare a fare. Accogliere il diverso, uscendo fuori dai propri schemi. Nella costante e quotidiana lotta contro il razzismo, la capacità di 'uscire da noi' e proiettarci nell'altro, nel suo modo di vivere, nei suoi sentimenti, è essenziale. Ed è forse questo che manca in America: manca questa sensibilità».

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