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A tutto Festival Benigni show all'Ariston, Geppi Cucciari incontenibile. Mahmood co-conduttore sbaglia tutto
SDA
15.2.2025 - 04:14
La quarta serata del Festival, quella delle cover, è stata tecnicamente caotica. Brillano le stelle di Benigni, che si permette battute sulla politica e di Geppi Cucciari con la sua pungente ironia. Mahmood il presentatore proprio non lo sa fare. Meglio rimanga cantante. Vince il duo Giorgia - Annalisa. Secondi Lucio Corsi con Topo Gigio. Terzo Fedez con Marco Masini. Conti chiude con 2 minuti di ritardo, ma pur sempre 3 prima della 1h30. La gara vera, sabato, da chi sarà vinta? Azzardo il mio pronostico.

S'inizia la quarta serata con il botto: sul palco dell'Ariston arriva Roberto Benigni, ospite a sorpresa tenuto nascosto fino a venerdì mattina.
Immagine: KEYSTONE

Mahmood, che ha vinto il festival due volte, ha fatto il co-conduttore. Non proprio impeccabile. Anzi. Decisamente meglio quando ha offerto un medley dei suoi successi.
Immagine: IMAGO/Italy Photo Press

La pungente ironia di Geppi Cucciari ha animato una serata un poco caotica.
Immagine: IMAGO/ABACAPRESS

Lucio Corsi ha cantato con Topo Gigio «Nel blu dipinto di blu» di Domenico Modugno.
Immagine: IMAGO/ZUMA Press

Giorgia e Annalisa hanno incantato con la loro versione di «Skyfall» di Adele.
Immagine: KEYSTONE

Simone Cristicchi con la compagna Amara hanno cantato «La cura» di Franco Battiato.
Immagine: KEYSTONE

I Coma_Cose con Johnson Righeira hanno fatto ballare l'Ariston con la celebre «L'estate sta finendo».
Immagine: KEYSTONE

Fedez e Marco Masini hanno cantato una versione aggiornata di «Bella stronza».
Immagine: KEYSTONE

Paolo Kessisoglu e la figlia Lunita portano la loro canzone «Paura di me» sul disagio giovanile a fine serata.
Immagine: KEYSTONE

S'inizia la quarta serata con il botto: sul palco dell'Ariston arriva Roberto Benigni, ospite a sorpresa tenuto nascosto fino a venerdì mattina.
Immagine: KEYSTONE

Mahmood, che ha vinto il festival due volte, ha fatto il co-conduttore. Non proprio impeccabile. Anzi. Decisamente meglio quando ha offerto un medley dei suoi successi.
Immagine: IMAGO/Italy Photo Press

La pungente ironia di Geppi Cucciari ha animato una serata un poco caotica.
Immagine: IMAGO/ABACAPRESS

Lucio Corsi ha cantato con Topo Gigio «Nel blu dipinto di blu» di Domenico Modugno.
Immagine: IMAGO/ZUMA Press

Giorgia e Annalisa hanno incantato con la loro versione di «Skyfall» di Adele.
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Simone Cristicchi con la compagna Amara hanno cantato «La cura» di Franco Battiato.
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I Coma_Cose con Johnson Righeira hanno fatto ballare l'Ariston con la celebre «L'estate sta finendo».
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Fedez e Marco Masini hanno cantato una versione aggiornata di «Bella stronza».
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Paolo Kessisoglu e la figlia Lunita portano la loro canzone «Paura di me» sul disagio giovanile a fine serata.
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15.02.2025, 04:14
15.02.2025, 09:30
SDA
Hai fretta? blue News riassume per te
- La serata delle cover a Sanremo sarà ricordata più per i problemi tecnici e l'incapacità di Mahmood di metter insieme due frasi come co-conduttore che per la vittoria del duo Giorgia-Annalisa con «Skyfall» di Adele.
- Roberto Benigni ha fatto una bella performance, non risparmiando battute politiche a nessuno, da Trump a Musk, passando per Giorgia (Meloni): «Fidati Carlo, Giorgia ci sarà per diversi anni».
- Geppi Cucciari ha fatto ridere con la sua verve, punzecchiando diverse volte Carlo Conti sulla sua fretta.
- Il panorama mostrato è stato vario, ma non tutti i duetti hanno soddisfatto le attese. Sono emersi, ancora una volta, i limiti di alcuni concorrenti.
- Topo Gigio offre un'ottima prestazione con Lucio Corsi, così come Fedez con la rivisitazione di «Bella Stronza» con Marco Masini.
- Il comico Paolo Kessisoglu e la figlia Lunita portano il tema del disagio femminile sul palco dell'Ariston con una canzone che hanno scritto insieme.
- Il mio pronostico per la finale di sabato? Giorgia prima, Lucio Corsi secondo, Simone Cristicchi terzo.
- Giorgia, televoto permettendo, può essere battuta solo dai due artisti citati, e vi spiego perché.
La serata delle cover è considerata da molti come quella preferita dal pubblico. Forse perché fa cantare e ballare la gente a casa o perché la classifica non conta nulla per la vittoria finale di sabato. E quindi per questo gli artisti si sentono tutti più leggeri e liberi.
Quest'anno non è stato così, almeno per me. La quarta sera è stata la peggiore, troppo caotica, complici i problemi tecnici (forse inevitabili vista la miriade di artisti e di strumenti che devono presentarsi sul palco a tempo di record), e Mahmood, che come co-conduttore non ha azzeccato nemmeno un annuncio. S'è poi riscattato, per fortuna sua e nostra, in veste di cantante, mestiere che gli riesce molto, ma molto meglio che quello di annunciatore.
Non sono bastati la bravura di Benigni e Cucciari a bilanciare la confusione che doveva esserci dietro le quinte e che si è percepita più volte anche sul palco, con Carlo Conti che un paio di volte ha chiesto direttamente «Siete pronti?». Sintomo che c'era confusione anche il fatto che si sono sentite parole dette della comica a mo' di commento personale quando lei ormai era già fuori dalla luce del palcoscenico.
Ho avuto poi la netta impressione di essere un po' sulle montagne russe riguardo alla qualità delle esibizioni, con duetti davvero riusciti a accostamenti non proprio andati a buon fine.
Fastidioso, ma immagino doveroso, il ringraziamento di tutti, ma proprio tutti gli artisti, a Carlo Conti per averli invitati a Sanremo.
Due i pregi di una serata così
Ha avuto almeno due pregi. Il primo: ha reso ancora più evidenti i limiti dei concorrenti. Ha insomma dato valore a chi sa cantare (leggasi Giorgia) e ha invece, come se ce ne fosse bisogno ancora, mostrato i limiti di chi ha difficoltà con il microfono, vuoi perché l'età è impietosa (leggasi Marcella Bella) o perché proprio non è capace (leggasi Tony Effe).
Il secondo? Quello di aver riproposto persone e personaggi un poco dimenticati, ma che non hanno per nulla sfigurato come Topo Gigio e Johnson Rigehira e fatto conoscere al grande pubblico realtà colorite come la «Wedding & Funeral Band» e i «Twin Violins».
Chi ha vinto?
Con la potente interpretazione di «Skyfall» di Adele, Giorgia in coppia con Annalisa, vince la serata delle cover, la tradizionale carrellata di classici italiani d'autore, gioielli pop, cover rock e soul.
Sul podio anche Lucio Corsi, che propone con Topo Gigio «Nel blu dipinto di blu», e Fedez, che trasforma «Bella Stronza» di Marco Masini in una lettera a un amore finito, chiudendo con gli occhi lucidi con: «Ti ho dato tutte le ragioni per essere una bella stronza».
Terzetto impeccabile, sono d'accordo. Sono stati poi designati gli altri sette: quarto Olly con Goran Bregovic e la Wedding Funeral Band con «Il pescatore» , quinto il trio Brunori Sas - Riccardo Sinigallia -Dimartino con «L'Anno che verrà».
A seguire Irama e Arisa con «Say Something», Rocco Hunt e Clementino con «Yes I Know My way», Elodie e Achille Lauro con «A mano a mano - folle città», Clara e Il Volo con «The sound of silence» e The Kolors e Sal Da Vinci con «Rossetto e caffè».
Personalmente, ma forse è l'effetto nostalgia, avrei piazzato i Coma_Cose con Johnson Righeira con «L'estate sta finendo» al quinto posto, escludendo Clara e Il Volo. Avrei poi visto meglio Cristicchi e la sua compagna con «La Cura» di Battitato al posto di Elodie e Achille Lauro.
Degustibus, anche perché come detto, quella di venerdì è una classifica che conta zero.
L'inizio di Geppi è azzeccatissimo
Ma com'è iniziata la serata? In modo non proprio politicamente corretto e, in un'edizione in cui sono stati eliminati i monologhi e la politica (un peccato visto che l'arte dovrebbe anche far riflettere sull'attualità e non solo intrattenere), davvero riuscito.
Geppi Cucciari mattatrice, fin dall'annuncio in bianco e nero in apertura: «Un avviso: purtroppo nonostante le indicazioni del ministero del «Made in Italy» andranno in onda anche brani stranieri. Ce ne scusiamo con i telespettatori. Buona nazione, volevo dire buona visione».
E già si capisce che per Conti tenere a freno la verve di Giuseppina sarà poco semplice.
Benigni ne ha per tutti, ma lui può
Passato l'annuncio, la serata si apre con il «solito», entusiasta, davvero travolgente Roberto Benigni, tra le battute a raffica su Musk, Giorgia (Meloni), e Trump. Perché forse è l'unico rimasto a poterle fare sul servizio pubblico.
Non mancano poi le parole di affetto per il presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella.
«Carlo – dice a Conti – hai fermato l'Italia, dovresti fare il ministro dei Trasporti. Lo faresti in maniera straordinaria', esordisce Benigni lanciando la prima stoccata a Matteo Salvini.
Ma l'ironia si fa subito bipartisan: «Hai chiamato tutti: dalla Clerici a Gerry Scotti da Mediaset. Tu sì che hai fatto il campo largo...».
«Giorgia ci sarà per diversi anni»
Niente politica quest'anno al festival? «Ho visto Marcella Bella, le ho detto Bella ciao, ... è successo un casino! Per par condicio ho dovuto salutare anche i Neri per Caso», dice tra gli applausi.
E poi: «Sai chi ci sta guardando dal satellite? Elon Musk. È interessatissimo all'Italia, figurati se non vede Sanremo. Gli interessa proprio. Su X ha già votato per il vincitore: Giorgia. C'era anche l'anno scorso e l'anno prima, e dai retta a me, ci sarà per diversi anni».
E se l'uomo più ricco del mondo «Sta preparando la marcia su Roma, al grido di 'o Roma o Marte'», Trump vuole la Liguria, altrimenti mette «un dazio del 200% sulle trofie al pesto», scherza il premio Oscar, che il 19 marzo tornerà su Rai1 con «Il Sogno».
Nel giorno dell'affondo di Mosca contro il capo dello Stato italiano, manda un messaggio di sostegno a Mattarella: «Presidente, siamo sempre vicini alle sue parole, ci riconosciamo, non abbiamo mai sentito uscire da lei una parola che non fosse di verità e di pace. Siamo orgogliosi di essere rappresentati da lei, per la sua dignità e umanità».
Con buona pace (o forse no) di Matteo Salvini, che invece, pur di non irritare Mosca se ne sta muto. Ma questo è un altro tema. Non divaghiamo.
«Il vincitore è Fausto Leali perché il festival è truccato!»
Subito dopo il premio Oscar tocca a Geppi: «Quale persona, che ambisce di dare del tu all'ironia, vorrebbe salire su questo palco dopo Benigni. Grazie. Grazie, Graziella e grazie al Carlo», è l'incipit.
Mel mirino subito il direttore artistico: «Complimenti di cuore, stai andando benissimo, ascolti più tu che i servizi segreti. Dì la verità: ti hanno chiamato perché era andato al Nove anche il segnale orario, gli altri non rispondevano al telefono».
Urla ai brogli: «Il vincitore è Fausto Leali perché il festival è truccato! e comunque il codice decisivo per vincere è il codice iban». Poi arrivano i voti degli italiani all'estero: «Devono essere vecchi. È in testa Claudio Villa».
Quest'anno, si chiede, «neanche una pubblicità occulta? Una scarpa anti infortunistica, un adesivo per dentiere? Così facciamo contento il Codacons che non se la prende solo con Fedez».
E lancia il sondaggio sulla prossima conduttrice: «Lady Gaga per come canta o Augusta Montaruli per come abbaia».
Mahmood meglio come cantante che come co-conduttore
Decisamente meno a suo agio nelle vesti di co-conduttore Mahmood, che sbaglia spesso, inciampa nelle parole, si blocca e poi riparte, si confonde e più di una volta tocca a Conti prendere in mano la situazione.
«Spacca» invece quando, petto nudo e pantaloni rossi, propone un medley delle hit alcune delle quali lo hanno visto trionfare proprio all'Ariston, da «RA TA TA» a «Soldi», da «Kobra» a «Tuta gold».
Decisamente meglio che il microfono lo usi per cantare e non per annunciare i colleghi. Ma tant'è, non è poi una cosa così grave.
Emozioni positive con Topo Gigio
L'ospite che ha fatto intenerire di più è senz'altro Topo Gigio, che canta insieme a Lucio Corsi sulle note di «Nel blu dipinto di blu» di Domenico Modugno. Posso fare un annuncio piccolino?», chiede a fine esibizione. Conti ribatte: «Vuoi fare il conduttore?». «No, risponde Topo Gigio, ma se lo ha fatto Malgioglio posso farlo anche io».
Era legittima la preoccupazione che un'esibizione con Topo Gigio si potesse trasformare in una farsa canora, un siparietto fuori luogo, ma così non è stato. Merito anche del cantante.
Momenti di commozione quando, dopo l'esibizione con i Twin Violins, Marcella Bella, a dire il vero poco intonata su «L'emozione non ha voce» di Adriano Celentano, va a salutare il fratello Gianni seduto nelle prime file, che ha firmato, assieme a Mogol, le parole rese celebri dal Supermolleggiato.
O quando, dopo il duetto tra Rocco Hunt e Clementino su «Yes I Know My Way», rivisitata con chiari riferimenti alla drammatica realtà di questi giorni, riecheggia in teatro la voce di Pino Daniele.
Brunori Sas dedica a Paolo Benvegnù ‹L'anno che verrà›, cantata insieme a Riccardo Sinigallia e Dimartino. «Oggi avrebbe compiuto 60 anni. Era uno di quei grandi che sapevano unire profondità e grande ironia come Lucio Dalla», ha detto Brunori Sas.
Conti ha ricordato allora «il grande chitarrista Giorgio Cocilovo che tante volte al Festival ha accompagnato artisti» e Francesco Ebner «grande regista Rai», anche lui scomparso qualche giorno fa.
Due esibizioni spiccano più di altre
Giorgia e Annalisa con la potenza delle loro voci cristalline fanno volare il Festival su vette altissime con la splendida esecuzione di «Skyfall» di Adele. Come si dice in questi casi: da pelle d'oca. Che le due sanno cantare non lo si scopre ora, ma è stato un piacere ascoltarle.
Simone Cristicchi, accompagnato da Amara, ha scelto di proporre «La Cura» di Franco Battiato. La coppia, sul palco e nella vita, ha arricchito l'esibizione sul palco del Teatro Ariston con il canto del Salmo 51 in lingua aramaica (Miserere). L'intensità e l'ottima esecuzione di un brano difficile fanno emozionare il pubblico.
Fedez si merita, almeno per le cover, il podio
Il duetto più atteso è quello tra Fedez e Masini su «Bella Stronza», dopo la fine tormentata del matrimonio del rapper con Chiara Ferragni e i rumors su presunti tradimenti.
«Baciarsi e dirsi ti amo, sì, ma farlo di nascosto», rappa Fedez, con in sottofondo la voce di Masini che tira le corde vocali al massimo.
«Ho visto tutti i miei castelli dissolversi in granelli», prosegue. E ancora: «Mi hai detto che sono la ragione perché non riesci più ad amare - mi chiedo come tutto può finire ancora prima di iniziare».
Poi accenna alla malattia: «Ho una cicatrice sulla pancia che mi ha fatto meno male. Chi cerca quello che non deve trova quello che non vuole - Ti ho dato tutte le ragioni per essere una bella stronza», chiude commosso il rapper nel giorno in cui la procura di Milano ha chiesto l'archiviazione dell'inchiesta a suo carico per rissa e lesioni per il caso Iovino.
Il disagio giovanile all'Ariston con Kessisoglu e la figlia
Il comico Paolo Kessisoglu con la figlia Lunita sono ospiti a Sanremo per interpretare insieme una canzone intitolata «Paura di me», scritta per raccontare il disagio giovanile e il rapporto genitori-figli.
«La pandemia ha fatto da detonatore delle problematiche del mondo giovanile con disturbi dei comportamenti alimentari e varie patologie depressive anche dei ragazzi giovani con agiti suicidari, autolesionismo anche prima di 14 anni e post adolescenza fino a 25», ha detto Kessisoglu.
«Questa generazione esprime il suo malessere più della nostra. Bisogna ascoltarli», ha aggiunto dopo l'esibizione.
«Sono alla ricerca di cosa mi piace fare, sono sicura nella musica», ha detto Lunita. «La prima regola, in tutte le favole, è stare attenti al lupo – ha poi cantato la ragazza in un verso della canzone – è più difficile stare attenti al buio».
Le fa eco il padre che canta «Se preferisci stare sola ad ascoltare i Blink io mi sdraio fuori dalla tua porta a fare da buttafuori ai tuoi incubi. Vorrei sapere cosa c'è nei tuoi silenzi e capire cosa ti passa nella testa».
E lei, sul finale: «Prendimi in braccio che ho paura di me, poi ne usciamo».
Una rarità: si chiude con un paio di minuti di ritardo
È tempo di ringraziare i due co-conduttori di serata e di chiudere il programma, per una volta con una manciata di minuti di ritardo sulla scaletta, ma pur sempre tre minuti prima della una e 30, come da programma.
Non hanno giovato in questo senso i problemi tecnici sul duetto di Bresh con Cristiano De Andrè sulle note di «Crêuza de mä» di Fabrizio De Andrè.
Parte la musica con l'orchestra, Bresh canta ma si sente solo la voce di De Andrè. Dopo alcuni secondi l'esibizione viene interrotta per consentire al reparto dei microfonisti di intervenire.
L'esibizione si ripete e nuovamente qualche piccolo problema richiede un intervento sul palco, Bresh e De Andrè riescono a terminare l'esecuzione del brano, ma Conti, prima di introdurre Kessisoglu e sua figlia fa ripetere per intero la canzone.
A noi non disturba affatto, vista la bellezza delle note e l'intensità che esprimono i due musicisti.
Il mio pronostico per la vittoria finale?
Dopo le cover, ci si prepara alla serata finale. Sabato il verdetto inappellabile. Azzardo un pronostico? Lucio Presti, Giorgia e Simone Cristicchi. In quest'ordine.
Giorgia può essere battuta solo da Corsi qualora la giuria degli specialisti decidesse, come da lei stessa auspicato, che sia un giovane a vincere.
Giorgia può essere battuta solo da Simone Cristicchi qualora la giuria degli specialisti decidesse di premiare le emozioni che la sua canzone provoca inevitabilmente in moltissime persone.
Ho solo una speranza: che non sia il televoto a decidere la vittoria.
Come viene designato il vincitore?
Sabato, sera della finale, i 29 sfidanti riproporranno le loro canzoni e saranno votati da tutte le giurie: televoto (34%), sala stampa, tv e web (33%), radio (33%).
Il risultato sarà sommato a quello delle prime tre serate determinando una media e una classifica dei 29. I primi 5 si esibiranno di nuovo e saranno rivotati da tutte e tre le giurie.
Alla fine, nella scelta della canzone vincitrice, conteranno le preferenze di tutte le serate.