Cantet e la seduzione degli estremismi
Nel film L'atelier, nelle sale dal 7 giugno con Teodora
ROMA, 9 APR - Un'immersione nella rabbia giovane di oggi, "per raccontare la seduzione dell'estremismo, che può essere quello di destra ma anche Daesh. E' la noia ad aprirgli la porta, la promessa di dare un senso alla propria vita". E' il percorso, dice Laurent Cantet, a Roma per Rendez Vous, Festival del nuovo cinema francese, tracciato nel film L'atelier, in Italia dal 7/6 con Teodora.
Insieme a Marina Fois, che per la sua performance è stata candidata quest'anno ai Cesar, c'è un cast di bravi giovani attori non professionisti 'reclutati' con i provini a La Ciotat, la città di mare dove il film è ambientato.
"Naturalmente - aggiunge Cantet - non paragono l'estrema destra a Daesh, con tutti i suoi morti, ma funzionano alla stessa maniera e esercitano il loro 'appeal' nello stesso terreno".
Al centro della storia, il laboratorio di scrittura tenuto dalla romanziera, specialista in noir, Olivia (Fois) con alcuni giovani disoccupati di La Ciotat. Obiettivo è lavorare tutti insieme a un thriller.
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