Spettacolo Carlo Verdone ne ha piene le tasche: «Cosa non farò più»

L’attore romano stila un elenco di attività da depennare dalla sua vita quotidiana.

Essere famosi richiede un certo sacrificio.

Lo sa bene Carlo Verdone, che negli ultimi anni ha suo malgrado digerito alcune situazioni piuttosto sgradevoli, di cui ora si vuole proprio sbarazzare.

«Non vorrei più fare interviste dove il giornalista esordisce puntualmente con: “Verdone, lei che è un noto ipocondriaco, come affronta…”. Alla parola “ipocondriaco” avrei voglia di spaccargli il telefono in testa», esordisce Carlo Verdone nel suo decalogo affidato a Vanity Fair.

«Non vorrei più andare ai vernissage dove non riesco a vedere una sola opera esposta ma solo una folla ammassata di amici, conoscenti, gente sconosciuta che si presenta e non capisco chi è per l’assordante chiacchiericcio. Serate inutili e faticose dove mi ritrovo non meno di dieci biglietti da visita in mano. E non ho visto nemmeno un quadro - prosegue l’attore romano -. Non vorrei più andare alle tavolate di una certa eleganza dove non si riesce a cenare all’ora prevista perché, come al solito, la coppia più importante arriva con un’ora di ritardo. Non vorrei più andare a premiazioni che dovrebbero essere importanti, dove i vincitori sono in pantaloni sgualciti, scarpe sfondate, maglietta e giacca trasandata. E io sono l’unico col vestito scuro e la cravatta. E magari non ho vinto niente. Non vorrei andare alle anteprime dei film dove la proiezione inizia regolarmente con un’ora e mezzo di ritardo. E nonostante questo c’è ancora qualcuno che deve prendere posto in sala a inizio film».

Verdone ha vuotato il sacco nell’ultimo numero di Vanity Fair uscito a maggio, edizione speciale curata da Paolo Sorrentino.