Cento anni, Ferrario parte da Caporetto
Film indaga il senso di sconfitta e resurrezione degli italiani
TORINO, 29 NOV - Ripercorre un secolo di storia, dalla disfatta di Caporetto, madre di tutte le disfatte italiane, alla Resistenza, dall'abbandono di migliaia di borghi italiani alla strage di Brescia per capire come sono fatti gli italiani di oggi. E' quanto fa il film di Davide Ferrario 'Cento Anni', prodotto da Rossofuoco con Rai Cinema, presentato al 35/o Torino Film Festival
Il film è diviso in 4 capitoli, nel quale le storie dei vissuti si intersecano alla storia. L'ex chitarrista dei Cccp, Massimo Zamboni, racconta di suo nonno fascista, ucciso da due partigiani, uno dei quali, negli anni '60 ammazza l'altro, i sopravvissuti e i figli dei caduti raccontano della strage di Piazza Loggia, il poeta e attivista Franco Arminio descrive lo spopolamento del sud.
Lo scorrere del film è ritmato dall'apparire sullo schermo della scritta 'A cosa servono i morti?'. "Volevo indagare sulla sconfitta come condizione per sperare in futuri diversi - spiega il regista - noi italiani siamo così bravi a farci del male".
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